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Quando Joshua arrivò in Università era primo pomeriggio.
Il giorno prima Peter gli aveva detto che il giorno dopo avrebbe dovuto dare un esame per il quale non si sentiva affatto pronto, ma che non poteva più rimandare.
Era lì per sostenerlo, per dargli il suo appoggio e sperava andasse bene così da poter festeggiare insieme.
Si guardò intorno alla ricerca dell'aula di arte figurativa, aveva chiesto ad alcuni studenti che lo avevano indirizzato all'aula 307, ma sembrava non fosse nemmeno in quel corridoio.
Osservò intorno a sé sospirando,  se avesse continuato a girare a vuoto non avrebbe mai fatto in tempo prima dell'inizio dell'esame di Peter.
Guardò l'orologio, mancavano 10 minuti alle 15.
"Diamine! Non farò mai in tempo" imprecò sbattendo i pugni contro le sue stesse gambe.
Quando si voltò per andare nella direzione opposta a quella in cui si trovava in quel momento, si ritrovò davanti un ragazzo bellissimo che gli sorrideva.
Che avrà poi da sorridere? Si chiese tra sé e sé.
Doveva ammettere però che era veramente da togliere il fiato.
Viso dai lineamenti delicati, occhi profondi ed espressivi e fisico da fare invidia.
Non che ne fosse affascinato, ma doveva ammettere che la sua bellezza era fuori dal comune.
Non volendo si ritrovò ad abbassare lo sguardo, il ragazzo continuava a fissarlo e a sorridere ed iniziava a sentirsi in imbarazzo.
"Non ti ho mai visto da queste parti" esordì lo sconosciuto "e visto che oggi è giorno di esami, immagino che tu sia qui per qualcuno".
Joshua alzò di scatto la testa e annuì.
"Ti sei perso?" proseguì l'altro "se ti sei perso posso aiurarti".
Non solo bello, anche gentile. Se queste sono le persone che incontra Peter ogni giorno ho poche speranze si possa innamorare di me.
Quella maledetta insicurezza lo perseguitava sempre.
Perso nei suoi pensieri non si rese conto che lo sconosciuto stesse continuando a parlargli.
Quando si riscosse capì solo l'ultima frase, in verità era una domanda "Allora chi stai cercando? Forse lo conosco?" al ragazzo si erano aggiunte altre persone, una ragazza dal fisico tozzo e un po' pienotto e altri due ragazzi, non belli come lui ma comunque di bell'aspetto.
"Ecco...... io..... non ti......non vi preoccupate farò da solo" girò le spalle e stava per allontanarsi quando sentì qualcun altro parlare.
"Pensavo sareste venuti a sostenermi, siete proprio degli amici di merda" tuonò il nuovo arrivato.
Joshua si voltò e di fronte si ritrovò Peter Wigmore in tutto il suo splendore.
Non sembrava il ragazzo di sempre, vestito con abiti che prestavano poca attenzione alla forma, anzi sembrava uscito da una rivista di moda.
Pantaloni classici neri che fasciavano perfettamente le gambe, una camicia bianca con i primi 3 bottoni aperti che lasciavano intravedere dei pettorali perfettamente scolpiti, maniche arrotolate fin sotto al gomito e capelli pettinati in modo impeccabile.
Joshua deglutì a fatica mentre la bocca restava aperta a mostrare stupore e apprezzamento.
"Stavamo aiutando questo ragazzo che si è perso" mormorò il primo.
"In realtà non si è fatto aiutare" precisò la ragazza mettendo su un finto broncio che fece sorridere Peter.
Quest'ultimo spostò lo sguardo dai suoi amici e provò a scorgere la figura di questo fantomatico ragazzo nascosto dietro i suoi amici.
Quando si rese conto di avere di fronte il ragazzo che aveva iniziato a frequentare seriamente sorrise mentre le sue guance si coloravano di un leggero imbarazzo.
Si fece largo tra i suoi amici, avanzò verso Joshua, lo sguardo incatenato a quello del più grande.
Tutto intorno a loro sembrava essere sparito: i rumori, le persone, ogni cosa.
Erano solo loro due, uno di fronte all'altro, occhi negli occhi "Sei qui" sussurrò incantato da quello sguardo così penetrante e pieno di sentimento.
Joshua annuì "Hai detto che eri preoccupato per questo esame".
"E tu sei venuto a sostenermi" concluse per lui Peter, facendolo annuire ancora una volta.
Gli amici li osservavano sempre più curioso di capire che tipo di legame unisse quei due.
"Quindi cercavi Peter?" si intromise Johnny, riportando tutti alla realtà.
Peter sorrise a Joshua, si mise al suo fianco poggiando un braccio sulle sue spalle e avvicinandolo al suo corpo con possessività.
In quel momento capiva perfettamente il modo di fare di Lauree, quel desiderio di mettere in chiaro chi fosse di chi.
"Lui è Joshua" lo presentò per poi guardarlo negli occhi e chiedere un tacito consenso.
Joshua li chiuse annuendo e Peter aggiunse "Il mio ragazzo".
I suoi amici rimasero a bocca aperta, non che Peter non potesse avere qualcuno, anzi per quanto era bello, intelligente e gentile era strano il contrario.
Eppure erano rimasti stupiti tutti perché non ne avevano idea.
Tutti tranne Johnny.
Lui stava sorridendo.
"Perché il tuo amico continua a sorridere, è inquietante" sussurrò Joshua all'orecchio di Peter facendolo scoppiare in una fragorosa risata.
"Joshua loro sono Cristel, Jason, Martin e Johnny" li presentò indicandoli uno ad uno.
Quando sentì l'ultimo nome e lo associò a quel ragazzo bellissimo che gli aveva rivolto la parola capì subito il motivo per cui Peter si era preso una sbandata per lui.
Poteva davvero sperare che Peter l'avesse superata?
Lui lo trovava improbabile ma era sempre la sua insicurezza cronica a stillare in lui il dubbio.
"Johnny lui è la persona che mi aiuterà ad organizzare la tua mostra".
"Ah, davvero?" chiese con uno strano luccichio negli occhi "quindi avremo modo di incontrarci altre volte" aggiunse, stavolta rivolgendosi direttamente a Joshua.
Il ragazzo non poté fare altro che sorridere, in fondo era inutile provare un astio alimentato dalla gelosia, soprattutto ora che avrebbero dovuto collaborare.
"Tesoro è il mio ragazzo" specificò rivolgendosi all'amico.
"Oh, oh, oh. C'è aria di gelosia qui" sogghignò Cristel.
"Ma tu non sai mai quando tacere, eh?" la rimproverò Jason che si beccò di rimando una delle occhiate fulminanti della sua ragazza.
"Penso che sia tu che devi imparare quando tacere" si intromise Martin che fino a quel momento non aveva detto una parola.
"Ragazzi interverrei anche io in questa discussione ma rischio di perdere l'appello. Scusatemi" prese la mano di Joshua e stringendola si allontanò verso l'aula d'esame.
"Sono contento tu sia qui" sussurrò a Joshua una volta giunti di fronte all'aula 307.
"Non potevo lasciarti solo, so quanto temi questo esame. Ma sono sicuro andrà bene e dopo festeggeremo".
"Peter Wigmore" si sentì chiamare.
Peter sfiorò per un attimo le labbra di Joshua poi si allontanò entrando nell'aula e lasciando l'altro ad attenderlo.
"Speriamo vada bene" sospirò poggiandosi con le spalle alla parete dietro di sé.
Non rimase solo per tanto, infatti gli amici di Peter raggiunsero l'aula poco dopo.
Johnny si avvicinò a lui e senza dire nulla si mise di fianco a Joshua.
Il ragazzo lo guardò con la coda dell'occhio.
Perché quel ragazzo si comportava in quel modo?
Cosa voleva da lui?
Quelle domande rimasero senza risposta solo per pochi attimi.
"Io e Peter siamo solo amici".
"Lo so".
Johnny sospirò.
"Io sono sposato e amo molto mio marito" Joshua lo guardò e poté leggere nel suo sguardo quanto fossero sincere le sue parole.
Annuì.
"Non ho paura di te" confessò "ma di ciò che prova ancora lui".
Non sapeva perché avesse avuto l'esigenza di essere totalmente onesto con un perfetto sconosciuto.
Johnny gli poggiò una mano su una spalla "Puoi stare tranquillo non prova nulla per me".
"Non puoi esserne sicuro".
"Forse io no ma tu sì".
Joshua lo guardò confuso.
"State insieme".
"Quindi?"
"Quindi lo senti. Ascolta le emozioni, apri il tuo cuore e lui capirà prima di te e forse anche prima di Peter. Comunque lui mi ha già parlato di te" Joshua sgranò gli occhi per la sorpresa ma non riuscì a dire nulla perché la porta dell'aula si aprì rivelando la figura di Peter che ne usciva a testa bassa e con un viso per nulla felice.
La mia sorpresa è andata a puttane pensò tra sé e sé raggiungendo Peter e abbracciandolo forte per poterlo confortare.

Peter WigmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora