Quel mercoledì di novembre pioveva, Agnese era in macchina con Paolo diretta verso casa quando le arrivò un messaggio: *Ei babe, è un po' che ti guardo da lontano. Quando ho scoperto che Damiano è tuo amico mi sono fatto dare il numero e ora eccomi qua. Oh che maleducato, mi chiamo Massimiliano piacere mio*
Agnese fece leggere quel messaggio a Paolo il quale le disse di rispondere, aveva sentito parlare di questo Massimiliano e Damiano lo conosceva bene. La ragazza si fidò e rispose.
-Ei ehm piacere, tu sei in classe con lui?- lei
La risposta non tardò ad arrivare
-No, io non vado a scuola. Lo conosco perché anche io come lui faccio musica- lui
-Oh okay e come hai fatto a guardarmi da lontano fino al punto di scrivermi?-lei
-Beh okay non è vero, Damiano mi parla spesso di te e alla fine mi sono fatto dare il numero- lui
-Okay e da me cosa vuoi?- lei
-Vorrei conoscerti- lui
Agnese lasciò cadere lì la conversazione, quel ragazzo la irritava e non aveva voglia di litigare.
***
Era giovedì mattina, le sei e mezza del mattino circa.
Agnese era seduta al suo solito posto, Damiano accanto a lei. Ripassava per una verifica di chimica programmata per quel giorno, la ragazza lo distrasse strusciando il naso lungo la curva del collo, beandosi del buon profumo che il ragazzo emanava.
Arrivarono a scuola trovando Paolo al loro solito angoletto che fumava, lo raggiunsero e la ragazza lo salutò con un bacio sulla guancia rubandogli la sigaretta.
-ma porcatroia, ogni vorta chai da rubamme quarcosa. a mattina sempre rdrum-
-eeh tu lo lasci la in bella vista- gongolò lei sorridendo malandrina.
-in bella vista? Tenello in mano sarebbe bella vista?- la guardò male sorridendo poi agli occhi da cucciolo che ricevette di rimando. Salutò successivamente Damiano e insieme entrarono nelle loro rispettive aule
A ricreazione Agnese rimase in classe con un paio di sue amiche, verso la fine venne raggiunta dai due ragazzi che le portarono la merenda. La ragazza colse la palla al balzo parlando con Damiano di Massimiliano.
-oh si, gli ho dato il numero tuo. Problemi?-
-nono, mi è solo sembrato strano-
-tranquilla, è un bravo ragazzo e non farebbe niente di male. Ogni tanto sparisce ma niente di che- Agnese annuì continuando a mangiare.
Allora successiva aveva buco così si sistemò in corridoio, in un punto dove potesse vedere sia il 5B che il 5C.
Si mise a leggere un poco, seduta accanto al termosifone, quando i suoi pensieri vennero interrotti da un messaggio:
-che bella che sei- Agnese sorrise
-segui al posto di stare al cell- lei
*ma sei bellissima* la ragazza alzò lo sguardo incrociando gli occhi color salvia di Damiano che le lanciò un bacio fugace abbassando al volo la mascherina riuscendo a non farsi sgamare. Agnese rise guardandolo per poi sentire un nuovo bip dal telefono, questa volta era il numero che non aveva salvato:
-ei, come stai?- lui.
-ciao, tutto okay. Tu?- lei
-si va avanti, oggi pome che fai?- lui
-sto con i ragazzi che domani abbiamo una gita e non abbiamo nulla da fare. Tu?- lei
-ma non state in tre classi differenti?- lui
-si ma abbiamo la stessa prof di arte- lei
-ah capito, io volevo invitarti ad uscire- lui. La ragazza restò di sasso, non si aspettava una proposta del genere.
-oh va bene- lei
-come?- lui
-accetto, ma solo se tu verrai al mio 18esimo- lei
-ci sarò ahah- lui
-va bene ahah, quando usciamo?- lei
-a che ora uscite da scuola?- lui
-13.30 perché?- lei
-vi aspetto fuori e ti offro il pranzo- lui
-allettante dove mi porti?- lei
-surprise! A dopo piccola- lui
La campanella suonò dopo pochi minuti e Agnese venne raggiunta dai due ragazzi la quale raccontò degli scambi di battute avute con Max e che sarebbero usciti quel pomeriggio. I due amici annuirono per poi allontanarsi e tornare in classe come fece anche la ragazza.
***
-oddio come sto?- chiese preoccupata guardando il trucco impeccabile nel piccolo specchietto che portava sempre dietro.
-sei bellissima babe, non preoccuparti- le sorrise dolcemente Damiano sistemandole un ciuffo ribelle mentre Paolo li guardava stando appoggiato allo stipite della porta del bagno.
-e come sono vestita? Sto bene? Sono sporca? Oddio non è che puzzo?- a questa domanda il ragazzo la annusò tutta, sentendo solo il profumo di arancia mischiato a tabacco e al suo profumo
-non puzzi, sei vestita bene, non sei sporca e quella è la felpa di Paolo- già, si era vestita al volo prendendo una delle felpe del suo migliore amico abbinandola a delle Jordan e ad un paio di leggins.
Dopo venti minuti stavano scendendo le scale, diretti alla macchina di Max. Lo trovarono appoggiato ad una BMW bianca dalle rifiniture argento. Si aprì in un sorriso bianchissimo quando vide la ragazza fasciata in una felpa azzurra e non badò ai due ragazzi ai suoi lati.
-ciao- le sorrise, Agnese rispose timidamente sorridendo in modo dolce.
-dove vuoi andare a mangiare?-
-andiamo verso le nostre zone? Li ci sta una pizzeria affacciata sul mare, accanto al porto e a pochi metri dal pontile-
-va benissimo, ovviamente offro io per tutti- rise guardando per la prima volta i due ragazzi.
-ciao eh, stronzo- Massimiliano rise beccandosi un pugno sulla spalla. Si scostò dall'auto aprendo galantemente la portiera alla ragazza, la quale salì posizionando lo zaino tra le gambe.
-vuoi metterlo dietro? nel bagagliaio-
-nono tranquillo, magari dopo- si sorrisero e una volta che il ragazzo salì a lato guidatore partirono verso la pizzeria. Durante il viaggio i quattro ragazzi parlarono di cose futili, di ciò che era successo e di come Damiano e Massimiliano si fossero conosciuti.
Arrivarono a destinazione nel giro di trenta minuti e dopo aver parcheggiato, entrarono in pizzeria dove si accomodarono ad un tavolo esterno.
-quindi, bella bimba, che si fa sabato?- Agnese arrossì a quel nomignolo ma rispose senza darci troppo peso.
-non so, pensavo ad un'apericena in centro e poi pub oppure una festicciola a casa mia-
-io direi a casa. Poco alcol, nessuno ubriaco, giochi scemi- Agnese annuì convinta
-si, penso farò così- rispose, e il discorso non si protrasse maggiormente.
Uscirono dal locale dopo circa un'ora quando gli amici della ragazza vollero andare a casa.
-vuoi andare anche tu?- chiese Max alla ragazza.
-no, voglio rimanere qua con te. Potremmo fare una passeggiata sul pontile- lui annuì, e iniziarono a camminare verso la loro meta, dopo aver salutato i due ragazzi. Massimiliano raccontò qualche aneddoto di quando era piccolo a cui la ragazza rise.
Arrivati a destinazione si sedettero su una panchina e ciò che ne seguì fu inevitabile. Max si avvicinò alla ragazza poggiando le sue labbra su quelle di le sistemandole una mano sulla coscia. Agnese dal canto suo mise la lingua in quel bacio che diventò presto poco casto.
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SENTIMENTAL PANDEMIC - sconosciuti in tempesta
RomansaIn un periodo storico caratterizzato dalla musica, dalle mascherine e da tutto ciò che ci circonda in questo ventunesimo secolo vede protagonisti gli amori nati per caso, tra ragazzi che si conoscono online, coppie fisse che trovano il modo di veder...