5 - UN RISCHIO NON PREVISTO

203 7 0
                                    

Tyson

Kora geme sopra di me, ondeggia i fianchi, la sua pelle profuma di acqua salmastra.

«Ty...»

Lambisce il mio collo, le punte viola dei capelli mi accarezzano le guance. Mantiene un ritmo incalzante, le dita scivolano sui miei polsi.

«Vuoi giocare?» sussurro. «Allora prendimelo in bocca.»

Si sfila da me e si china, non si fa pregare. Le chiudo i capelli in un pugno. Spingo il bacino, la riempio fino in fondo. Il suo calore mi avvolge, percorre la lunghezza dal basso verso l'alto. Trattiene la punta tra i denti, mi strappa il fiato. Ansimo e le vengo in gola, un orgasmo che però... cazzo... non mi soddisfa.

«Che succede?»

Che scoparti non funziona.

«Niente, vado a darmi una pulita.»

Scatto in piedi, diretto al bagno della cabina. Accosto la porta per isolarmi. Il mio riflesso allo specchio è inguardabile. Poggio i palmi sui bordi del lavandino, stanco morto.

Il cellulare vibra all'improvviso, il rumore è insopportabile.

Chi è, adesso?

Sullo schermo leggo "Warren".

Dannazione. Gli avevo detto che lo avrei chiamato per le sei, e sono già le sette.

«Ehi, ho fatto, aspettami al molo.»

«Mi stavo preoccupando. È tutto a posto? La ferita?»

La sfioro. Un'ennesima cicatrice da portare sulla pelle.

«Tutto okay.»

Penso che se fossi stato preso al collo, non ci sarebbe stato niente da fare. Dieci fottuti punti. Come ho potuto farmi sorprendere?

«Serpe, sei sicuro di stare bene?»

«No», mormoro. «Neanche la presenza di Kora riesce a rilassarmi.»

«Devo darti qualcosa per dormire, allora.»

«Non prendo un cazzo.»

Sospira. «Quello che è capitato non è colpa tua.»

«Sì, invece. Mi sono presentato da quel cliente di Glasnevin da solo, ignorando ogni potenziale pericolo. Pensavo fosse un affare sicuro. Un verme mi ha attaccato alle spalle con un cazzo di coltello da caccia, porca troia! Non sarebbe dovuto succedere, non con tutti gli anni di addestramento. Aggiungici anche le pressioni di quello stronzo di mio padre e intuirai perché mi girano le palle!»

«Lo so, ma non devi perdere la testa. Troveremo quel figlio di puttana e gli faremo pagare tutto.»

«Dimmi come. Indossava una stramaledetta maschera, aveva il corpo avvolto da un cappotto nero col cappuccio, come cazzo lo trovo uno così? Lo vedo ogni volta che chiudo gli occhi.»

«Diamoci del tempo. Sei vivo, ed è quello che conta.»

«Già...»

La fa facile, lui. Ho incontrato la morte e non ho potuto nemmeno guardarla in faccia. Ma non è solo questo... c'è quel colpo di pistola, udito prima che i miei occhi si chiudessero dentro la macchina di quella ragazzina.

«Era tutto premeditato, fratello, e a soffocarmi sono i sospetti.»

«Ascolta, ora calmati. Io sto arrivando. Hai bisogno di dormire.»

No, mi servono risposte.

«Senti,» scuoto la testa, «ignora questo sproloquio. A tra poco.»

Interrompo la conversazione con un peso nel petto e il cervello in subbuglio. Stringo lo smartphone in un pugno, lo sguardo vira sullo specchio. Sgrano le palpebre, fisso me stesso ma è come se non fossi io. La mia faccia sembra quella di un mostro.

DIRTY TEMPTATION - ANTEPRIMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora