Capitolo due

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Blaine Anderson quella mattina si svegliò con la consapevolezza che la sua vita non era cambiata per il trasferimento a New York o per la sua nuova carriera scolastica.

Non aveva avuto un impatto devastante, nella sua nuova vita, perché aveva completamente subito una mutazione della sua routine, fuggendo da Lima, dalla sua famiglia e dai suoi amici.
Sentiva che tutto ciò che pensava fosse davvero rilevante, per costruirsi un futuro diverso, ora fosse passato in secondo piano.

Perché la vita di Blaine Anderson era cambiata, ma New York c'entrava ben poco.

La sua vita era cambiata perché era tornato lui.

Lui che gli aveva insegnato l'amore. Lui gli aveva donato il suo cuore, lasciando che glielo spezzasse. Lui che era e resterà per sempre la parte più importante della sua esistenza.

Kurt Hummel.


Il sorriso disegnato sul suo volto, quello che non aveva da tanto, quello che gli era rimasto impresso tutta la notte, si spense in un attimo, quando rotolando dall'altro lato del letto, sentì il totale vuoto.


Non c'era.


Strofinò il viso contro il cuscino, cercando l'odore alla pesca dei capelli di Kurt e quello che c'era, così forte che se avesse stretto ancora di più gli occhi, avrebbe sicuramente immaginato la totale figura di lui, disteso nudo su quel letto, proprio come lo ricordava, soltanto nove ore prima.

Aprì piano gli occhi, sbattendo le palpebre, incredulo alla vista della sua camera completamente diversa da come la ricordava.

Era un paradiso.

Non c'erano valige sparse ovunque, cassetti rimasti aperti, per altre attività che avevano intrapreso, nessun asciugamano gettato a caso sul pavimento. Niente di niente.
Era stata totalmente rimessa in ordine ed era proprio in stile Kurt Hummel.

Si mise subito a sedere, studiandone ogni particolare. Non gli era sembrata così spaziosa, ricoperta del totale caos, della sera precedente.

Si voltò alla sua destra, trovando le loro foto in cornice, quelle che portava con se da sempre, perfettamente allineate sul suo comodino. Si avvicinò prendendo la sua preferita: loro due al loro primo ballo di fine anno, quando Kurt, per uno stupido scherzo, era stato nominato reginetta e quando, per la prima volta, avevano ballato veramente insieme.

Passò l'indice sul volto sorridente di Kurt, stranamente felice, visto che lo avevano appena nominato reginetta del ballo. Non re... reginetta.
Ma Kurt era davvero felice in quella foto, perché, per la prima volta, aveva potuto ballare con qualcuno che non fossero Rachel e Mercedes. Per la prima volta, aveva ballato col suo ragazzo, il suo primo vero ragazzo.

Sorrise a quel ricordo, sentendo un vuoto al petto, che pensava di essere riuscito a colmare la sera prima, proprio su quel letto, in presenza di Kurt.

Non gli era passata. Gli mancava, da morire.

Anche se erano passati mesi, forse quasi un intero anno, Blaine ancora sentiva che la sua vita non riusciva totalmente ad andare avanti, senza la presenza di Kurt al suo fianco. Andare alla Nyada, gli era sembrata un'ottima idea, per vederlo ogni giorno, anche se comportava frequentarlo come amico o collega di studi, ma solo a quel punto si rese conto di aver preso un'assurda e sciocca decisione.

Lui non voleva essergli amico.

Se non riusciva a resistere a due misere provocazioni, come quelle della sera precedente, come pretendeva di essergli amico?
E perché Kurt, se vantava tanto di essere fidanzato, con Mr. Ragazzo Perfetto, aveva fatto in modo che Blaine cadesse nella sua rete, rendendolo vulnerabile e facendolo totalmente strisciare ai suoi piedi?


Si strinse nelle spalle, convinto che i suoi pensieri oramai erano totalmente inutili.
Kurt se n'era andato, senza dire una parola, senza nemmeno salutarlo.

Era ovvio: Era pentito.

Aveva avuto ciò che voleva, per l'ultima volta, ma evidentemente se n'era pentito subito dopo, tanto da scappare come un ladro... Ma non prima di riordinare il caos del quale erano circondati.
Ma, in fondo, lui era Kurt Hummel. Non poteva certo andar via, senza aver prima sistemato tutto in ordine di stoffa, colore e marca.
Gli sarebbe venuto un attacco di panico se fosse tornato a casa, lasciando una stanza, di chiunque fosse, in quello stato.



Si lasciò andare alla rassegnazione, preparandosi per il suo secondo giorno alla Nyada. In fondo era lì anche per studiare.

Scelse con cura i suoi capi, facendo in modo di mettere in risalto i suoi muscoli con una t-shirt bianca e optò per una pantalone di una tuta che, definirlo aderente, era totalmente riduttivo.

Andò alla bacheca, cercando gli orari del suo secondo giorno e, come se Kurt fosse attratto da quella bacheca, quasi quanto lui, se lo ritrovò a pochi passi, leggendo distrattamente chissà cosa, dall'altro lato della colonna.

Sospirò pensando che forse il fato, per il secondo giorno di seguito, voleva dirgli qualcosa. Forse aveva bisogno di una spinta in più perché, inspiegabilmente, era sempre la prima persona che incontrava in quella scuola, così senza pensarci troppo, si avvicinò, mostrandogli un leggero sorriso a fior di labbra.

Kurt s'irrigidì subito alla vista di Blaine che gli andava incontro, fasciato da quei pantaloni che avrebbero dovuto definirli illegali.

Lo squadrò ad occhi sbarrati, quasi spaventati e strinse le braccia al petto, in segno di difesa. Non da Blaine, ovvio. Da se stesso e dalle sue pulsazioni che, seppur lo avesse fatto suo, soltanto poche ore prima, non erano sparite come sperava. Era convinto che provare ad avere Blaine per l'ultima volta, gli avrebbe cancellato quello strano formicolio alle dita, che percepiva ogni volta che lo aveva vicino. Da sempre.
Anche quando tornava a Lima e lo incontrava per pochi attimi, sentiva un'irrefrenabile voglia di... toccarlo. Ovunque potesse.

Blaine si fermò a pochi passi da lui, provando a non mostrarsi debole, imbarazzato e totalmente spaesato, ma l'espressione confusa di Kurt, gli lasciava intendere che non riusciva a capire del perché fosse a pochi passi da lui, senza nemmeno parlare.

La sua bocca si socchiuse, ai suoi sordi comandi di dire qualcosa, qualsiasi cosa... e prima che potesse pronunciare una semplice sillaba, la voce stridente e nervosa di Kurt, lo pietrificò .

"Adam, che ci fai qui?" urlò così forte da far voltare almeno tre studenti.

Blaine si voltò di scatto, incredulo, e trovò la figura composta di Adam, che li raggiungeva a passo veloce.
Seguì ogni suo movimento finché, senza nemmeno notare la presenza di Blaine, lo scavalcò, mettendosi tra lui e Kurt, stritolandolo in un abbraccio killer.

"Amore è ovvio. Sono venuto a salutarti anche oggi. Odio il fatto che debba lasciarti solo ogni sera, per lavorare. Mi manchi così tanto" disse talmente forte, che persino chi era ancora in stanza, avrebbe potuto sentirlo.

"Oh tesoro, ma non ce n'era bisogno..." mormorò Kurt, nella sua presa, guardando al di là delle spalle di Adam. Fissò Blaine senza alcun ritengo e continuando a tenere lo sguardo fisso su di lui, si alzò sulle punte per prendere il viso di Adam, tra i suoi palmi e baciarlo dolcemente sulle labbra.

Blaine strinse i pugni, sentendo la rabbia ribollirgli nel cervello e odiò Kurt al punto che avrebbe voluto urlare davanti a tutti quanto avesse 'amato' quel suo 'tesoro' la sera prima, sul suo letto, ma decise che non gli avrebbe dato questa soddisfazione e li oltrepassò, avviandosi alla classe di storia della musica.


"Ehy aspetta!" la voce forte di Adam, lo bloccò, facendolo voltare con un leggero ghigno sulle labbra, totalmente innervosito dal solo fatto che gli stesse rivolgendo la parola.
"Si?" chiese, sbattendo le ciglia, fingendo innocenza.
"Scusami, sono un maleducato." Rispose Adam, con voce totalmente gentile, lasciando la presa di Kurt, per avvicinarsi a Blaine di qualche passo. "Ti ho travolto, mentre parlavi con Kurtie e non mi sono nemmeno presentato. Io sono Adam e tu sei...?" continuò porgendogli la mano.

Blaine lo fissò per un momento, in uno sguardo leggermente confuso e semi-disgustato e prima che potesse rispondere, Kurt si avvicinò ad Adam, passandogli una mano intorno al busto, in un abbraccio protettivo.

"E' Blaine, tesoro. Te ne ho parlato." Disse subito, fissando Blaine con occhi assassini.
"Ah certo, Blaine, il tuo ex giusto?" chiese, tranquillo, come se fosse la cosa più naturale del mondo che loro tre stessero beatamente conversando. Aveva ancora la mano tesa e Blaine decise di porgliela, provando quasi a stritolargliela.
"Sì. Il suo ex." disse, alzando le spalle in fare ovvio, continuando a tenergli la mano. Adam fissò il loro punto d'unione e sorrise a Blaine prima di ritirala.

"Bella presa amico! Kurt mi aveva detto che avresti studiato qui, ma non so perché me n'ero totalmente dimenticato." Spiegò, scrollandosi nelle spalle, facendo arcuare le sopracciglia di Blaine, in un'espressione poco convinta.
O stava fingendo o era davvero stupido.
Come poteva sorvolare sul fatto che il suo fidanzato avrebbe passato almeno sei ore al giorno col suo ex, col quale aveva condiviso due interi anni?
"Si bhè, ho iniziato ieri" rispose Blaine, continuando a ghignare a Kurt, che gli ordinava, con uno sguardo intimidatorio, di andarsene il prima possibile.
Ovviamente non lo avrebbe accontentato.

Lo aveva sfidato.

Aveva baciato quel biondo spilungone, fissandolo, mostrandogli quanto non gl'importasse di lui e Blaine aveva recepito il messaggio. Lo avrebbe accontentato, gli avrebbe mostrato quanto anche a lui non importava delle loro stupide smancerie e soprattutto gliene avrebbe fatto pentire subito.

Se Kurt voleva giocare, avrebbero giocato.

"Come ti trovi?" chiese, ancora gentile e totalmente ignaro degli sguardi di fuoco che Blaine e Kurt si stavano mandando, Adam.
"Oh meravigliosamente. E' una scuola davvero stupenda e poi..." si bloccò, passando per un attimo lo sguardo da lui a Kurt, prima di tornare ad Adam, con un sorriso falso "l'accoglienza è stata davvero una sorpresa. Oserei dire, epica."

"Ok tesoro, Blaine deve andare" lo bloccò Kurt, con la sua voce stridula, segno che era nervoso, dopo avergli lanciato un ultimo sguardo, pieno di rabbia e interponendosi tra Blaine e Adam, cingendogli i fianchi.

Blaine fissò quei movimenti e non riuscì a non abbassare lo sguardo sul sedere di Kurt, che, costretto in quella tuta da danza classica, era uno spettacolo al quale non poteva rinunciare, seppur Kurt stesse sussurrando rivoltanti parole dolci al suo ragazzo.

"Si, devo andare. E' stato un vero piacere, Adam" sibilò, guardando ancora le spalle di Kurt. Adam si spostò dalla presa ferrea del suo ragazzo, per avvicinarsi a Blaine, porgendogli di nuovo la mano, continuando a tenere una tranquillità della quale Blaine gli stava invidiando.
"Anche per me, Blaine" disse, gentile mentre Blaine distrattamente ricambiava il saluto e, senza nemmeno guardare di nuovo Kurt, diede loro le spalle, incamminandosi alla sua lezione.


Kurt gli trapassò la schiena con lo sguardo, pensando che non appena lo avesse incontrato lo avrebbe ucciso, poi si rese conto di quanto quella maglietta aderisse sulle spalle di Blaine, mostrandone ogni contrazione, mentre si muoveva, allontanandosi da lui e non riuscì nemmeno a capire cosa gli stava dicendo il suo ragazzo all'orecchio, preso da Blaine e da quella maledetta maglietta bianca.

"Co-cosa?" balbettò, allontanando lo sguardo dalla figura di Blaine, oramai in lontananza.
"Ho detto, che sai che non mi piace fare il ragazzo protettivo e geloso..." sussurrò Adam, portandogli le mani al viso, studiando i suoi occhi, che sembravano avessero un velo di lucidità che non riusciva a spiegarsi. Kurt notò quanto gli occhi verdi di Adam lo stessero praticamente interrogando e sbatté le palpebre in fare innocente.
"Mmm... ma?" chiese, mordendosi il labbro inferiore, leggermente nervoso.
Adam sospirò, accarezzandogli le guance coi pollici, dolcemente. "Ma, ho visto il modo in cui ti guarda e... credo che sia meglio che tu stia alla larga da lui" sussurrò, anche leggermente pentito di ciò che gli stesse chiedendo.

Era sempre stato attento a non pesare troppo su Kurt. Non voleva tagliargli le ali e non voleva che si sentisse oppresso, ma quel ragazzino aveva qualcosa di totalmente sbagliato. Aveva finto indifferenza e gentilezza soltanto per capirci qualcosa in più e... Aveva capito. Quel Blaine voleva di nuovo Kurt e, se non fosse stato attento, avrebbe potuto anche avere le carte per riprenderselo.

In fondo Kurt gli aveva detto che era stato il suo primo vero amore, l'unico prima di Adam e sapeva che avevano continuato a sentirsi, seppur soltanto come amici. E, da come gli raccontava Kurt, erano semplici conversazioni di circostanza. Giusto per non buttare all'aria tre anni di amicizia. Ma gli occhi di quel ragazzo, il modo in cui lo aveva quasi fulminato con lo sguardo, gli avevano fatto capire che non era andato oltre.
Era lì per riprendersi quello che ora era suo e non glielo avrebbe permesso.

Kurt sorrise amaramente e per la prima volta si rese conto di ciò che era successo.

Lo aveva tradito.

Aveva tradito Adam e lo stesso Adam aveva paura di Blaine. Non era mai successo che gli mostrasse gelosia prima, ed ora riusciva a vedere tutta la sua frustrazione in quegl'occhi blue e luminosi che non riuscivano a mentire.
Si avvicinò piano, baciandogli leggermente le labbra, sentendo il cuore spezzarsi, per la presa dolce ai fianchi, che gli stava rivolgendo il suo ragazzo.

"Non preoccuparti. E' innocuo" sussurrò soffiando contro quelle labbra che profumavano di caffè.
Adam sospirò, annuendo poco convinto. "Ti fidi di me?" gli chiese serio Kurt, sentendosi ancora più uno stronzo, perché non stava avendo nessun problema a sussurrargli quelle parole dolci, sapendo che in realtà Adam avrebbe sbagliato e di grosso a fidarsi di lui.
Adam annuì, però, subito, con convinzione. "Amore, mi fido ciecamente di te. E' di lui che non mi fido. Mi ha quasi spezzato la mano, prima..." ridacchiò, rilassandosi.

Si fidava di Kurt. Di certo non era il primo che gli faceva la corte e, seppur si trattava del suo ex ragazzo, se Kurt non glielo avesse concesso, Blaine non se lo sarebbe ripreso.

Kurt sentì un colpo allo stomaco al quel "ciecamente" e abbassò lo sguardo, allontanandosi dalla presa di Adam, fermando l'istinto di scappare, prima di piangere davanti ai suoi occhi.

Adam notò lo sguardo improvvisamente triste di Kurt e tornò a prendergli il viso, guardando quegl'occhi azzurri resi ancora più chiari, essendo lucidi.

"Ehy, scusami tesoro. Non stiamo litigando. Mi fido di te e ho sbagliato. So che non gli lasceresti farti nulla, senza il tuo consenso." E Kurt, a quelle parole, continuò a contorcersi.

Era un bastardo.

Adam era perfetto e lui gli aveva fatto ciò che aveva tanto odiato che gli avesse fatto Blaine, ma il problema era che non riusciva a pentirsene del tutto, anzi...

Per tutta la notte, chiuso nella sua stanza di Bushwick, aveva annusato quel maglioncino grigio che gli aveva rubato, mentre metteva a posto la sua stanza. Il suo preferito.

E profumava di Blaine. Kurt profumava di Blaine.

Averlo sul suo corpo, di nuovo, lo aveva segnato. E lo aveva voluto così tanto che non riusciva ad odiarsi del tutto, per ciò che aveva fatto.
Adam era meraviglioso e gli si stringeva il cuore, pensando a ciò che era successo, ma la questione era che si stava parlando di... Blaine e per Kurt, qualsiasi cosa riguardasse Blaine, non gli sembrava mai sbagliata, seppur lo fosse, totalmente.

Annuì comunque al suo ragazzo, tanto per sentirsi meno stronzo nel rassicurarlo. "Certo che non stiamo litigando" rispose, sospirando. "Noi non litighiamo mai. Non scusarti. Però non preoccuparti, Blaine è... un amico adesso. Forse il tuo occhio da finto ragazzo non geloso, che, in realtà, so che, quando mi arriva un sms, prova a vedere chi me l'abbia mandato, ha percepito Blaine come una minaccia, ma non lo è" sussurrò, stupendosi di se stesso e della leggerezza con la quale stesse risolvendo la situazione.

Forse Kurt Hummel stava davvero cambiando e la sua paura più grande era che la presenza di Blaine, lo avrebbero reso, di nuovo, e per sua stessa volontà, una persona diversa.

"Hai ragione e non provo a vedere chi ti manda i messaggi per gelosia, sono solo curioso..." rispose, facendo inarcare un sopracciglio di Kurt, che ruotò gli occhi, scuotendo la testa, assolutamente poco convinto.
"Ok, ok. Io ci provo a trattenermi, ma in realtà non sono poi così un grande attore vero? Mi domando come mi abbiano preso a Broadway" ridacchiò, toccando la punta del naso di Kurt, prima di lasciargli un piccolo bacio.
"Bhè perché hai dei bei capelli!" scherzò Kurt, scompigliando quella distesa bionda, facendolo ridere. "Ora devo proprio andare, ho lezione di canto tra pochi minuti..." sussurrò, stringendosi a lui qualche attimo, respirando il suo profumo che, per sua grande sfortuna, non era nemmeno lontanamente vicino a quello al lampone di Blaine.
Chiuse gli occhi, scuotendo la testa a quel pensiero. A lui non doveva interessare il profumo di Blaine, era con Adam in quell'istante e Blaine doveva dimenticarlo per sempre.


Si era tolto quel dente, aveva avuto la sua 'ultima volta', ma adesso doveva smetterla di pensarci, o avrebbe sul serio fatto qualcosa di cui si sarebbe pentito, avrebbe deluso Adam e non voleva.

Lui voleva stare con Adam.

Perché lo faceva stare bene, perché era un ragazzo perfetto e perché era ciò che aveva sempre desiderato. E non avrebbe permesso alla sua fissa per... il corpo di Blaine, di rovinare il loro rapporto.






****************








Cinque ore dopo, stremato da una giornata quasi completamente dedicata alla danza, ma fortunatamente lontana da Blaine, si avviò agli spogliatoi, per godersi una lunga doccia calda, prima di tornare a casa in treno.

Era spesso solo in quelle docce in comune visto che, dopo le lezioni, la maggior parte degli studenti, si rintanava nei dormitori, preferendo una calda stanza, al posto dei comuni anonimi spogliatoi, forniti dalla Nyada.

Si rintanò nella doccia, canticchiando il motivetto di musica classica, che aveva dovuto sorbire per tre lunghe ore, quando due voci all'esterno, attirarono la sua attenzione.

"Bhè, è stato esilarante. Ti rendi conto che hai ricevuto una standing ovation, Tibideaux compresa?" urlò una voce maschile, leggermente acuta e sonoramente esaltata.
"Mmm, ho avuto solo fortuna" rispose una voce roca e imbarazzata, una voce che Kurt Hummel conosceva fin troppo bene.
"Dai Blaine non fare il modesto! La tua versione acustica di 'Teenage Dream' è stata una cosa pazzesca!" continuò l'altro, mentre Kurt, chiuse gli occhi mordendosi le labbra.

Aveva cantato quella canzone, nella sua prima lezione nella 'camera circolare' ?

"Grazie, John, davvero, ma non è stata così speciale" sussurrò Blaine, in completo disagio. Quel ragazzo, conosciuto il giorno prima a lezione di danza, erano ore che gli correva dietro e lo riempiva di complimenti. Era anche carino ma lo stava elogiando al punto che si sentì andare a fuoco.

"Blaine Anderson, ti prego. Ho avuto la pelle d'oca dalla prima nota. Tu sei un portento."

Kurt sentì una piccola risata imbarazzata, segno che Blaine si stesse rendendo conto di avere un potenziale ammiratore davanti agli occhi e decise di agire. Chiuse l'acqua della doccia e, coprendosi di un solo piccolissimo asciugamano, lasciando con cura il lungo accappatoio, dietro la porta della doccia, uscì fingendo di non accorgersi dei presenti.

Entrambi si zittirono alla vista di Kurt che, davanti lo specchio, si spalmava lentamente una crema sul viso.

"Kurt" sussurrò Blaine, pensando seriamente che quella scuola sembrava troppo grande dall'esterno, ma in realtà ovunque si girasse, si scontrava sempre nella persona che meno aveva bisogno d'incontrare, come se vivessero in un piccolo appartamento di provincia.

Era arrivato alla conclusione che avrebbe potuto sopravvivere se solo avesse passato il minor tempo possibile in sua compagnia.
Quelle cinque ore lontano da Kurt erano state un'epifania.
Aveva bisogno di non incontrarlo, aveva bisogno di rintanarsi nella sua musica e di dedicarsi completamente allo studio e ce l'avrebbe fatta.

E invece, ogni volta che lo incontrava, provava tante di quelle emozioni contrastanti che non riusciva davvero a spiegarsi come diavolo facesse Kurt per fargli quell'effetto.

E poi... si rendeva conto che era uscito in un luogo pubblico praticamente nudo?

Quell'asciugamano sembrava sull'orlo di un precipizio e Blaine era convinto che molto presto sarebbe caduto, mostrando ciò che era suo ad un qualsiasi idiota come John.

"Hey Blaine, non ti avevo visto" sibilò Kurt, non staccandosi dallo specchio, spalmandosi la crema, fingendo di non aver notato nemmeno l'altra persona, in quel bagno.

Blaine squadrò la sua schiena, fissando quelle goccioline che, maleficamente, scendevano dai suoi capelli, fino a perdersi lungo tutta la sua spina dorsale e sentì un brivido che gli partì dalla nuca, fino ad arrivargli alle unghia dei piedi.
Quella distesa candida e profumata era tutto ciò che riusciva a vedere in quell'istante e quasi non si rese conto che quel petulante di John lo stesse strattonando.

"Blaine scusami, puoi passarmi il tuo gel? C'è Lucas che aspetta fuori e a meno che tu non voglia che io resti, mi sa che devo raggiungerlo" disse John allusivo, guardando Blaine quasi pregandolo con occhi.

Blaine arrossì di colpo, ma ghignò quando Kurt scosse la testa, bloccando un attimo le sue mani, per guardare dallo specchio quell'idiota che si stava decisamente prendendo troppa libertà su Blaine.
Finse di non accorgersi che lo stesse guardando dallo specchio e tornò ad affaccendarsi con la crema, attendendo con ansia la risposta di Blaine.

"John, mi piacerebbe passare altro tempo con te..." sussurrò Blaine, passandogli il suo gel al lampone, poggiandogli una mano sulla spalla, che John prese subito come un 'sì, ti prego portami in camera', "Ma, vedi, purtroppo, ho già un appuntamento... con un amico." Disse scandendo bene le parole, mordendosi le labbra per non ridere agli occhi di Kurt, sbarrati su di loro, dallo specchio. "La prossima volta?" chiese poi, tanto per infastidire Kurt. In fondo, dopo la scenetta romantica di quella mattina, aveva bisogno della sua rivincita.

John sorrise e si sistemò velocemente i capelli, prima di restituirgli il gel.
"Okay. La prossima volta non mi scappi però!" disse, prima di lasciarlo nel bagno, correndo fuori dal suo accompagnatore.

Blaine sorrise pensando che mai gli avrebbe concesso un appuntamento. Era carino, ma non era il suo tipo e il fatto che volesse dar buca ad un altro per correre dietro a lui, non gli andava proprio a genio come comportamento.

Sistemò la sua borsa, dandosi una veloce occhiata allo specchio, notando Kurt ancora fermo al suo lato e, senza dire una parola, si voltò piano verso la porta d'uscita.
Avrebbe voluto dire qualcosa, qualunque cosa, ma avrebbe buttato all'aria tutto il teatrino che aveva costruito con quel John, improvvisato alla perfezione, giusto per far ingelosire un po' Kurt, ed andava contro le sue convinzioni.

Doveva Ignorare Kurt.


Respirando rumorosamente uscì dalla porta, chiudendosela alle spalle, appoggiandocisi con la schiena. Non riusciva a muoversi. Le sue gambe non collaboravano nemmeno a passetti piccoli e lenti.

Non voleva muoversi.

Sentiva ancora la sua presenza, stando attaccato a quella porta e se si fosse allontanato avrebbe perso quella sensazione meravigliosa, di essergli vicino.

E ci provò davvero, con tutto se stesso.
Ripeté almeno dieci volte a bassa voce"Devo ignorare Kurt - Devo ignorare Kurt - Devo ignorare Kurt - Devo ignorare Kurt - Devo ignorare Kurt", ma l'unica cosa che il suo corpo gli suggerì di fare, fu di abbassare di nuovo quella maniglia, spalancando la porta.

E trovarsi Kurt a pochi centimetri dal suo viso, segno che anche lui se ne stava ad aspettare la mossa dell'altro, al di là della porta, lo fece uscire di testa.

Ogni 'Devo ignorare Kurt' sparì e lasciò andare la sua borsa, in un tonfo sordo sul pavimento, calciando quella porta per richiuderla, prima di correre verso di lui, portare le mani al viso di Kurt, stringendo le sue guance rosse e calde, e avventarsi sulle sue labbra.

Kurt che aveva passato gli ultimi venti secondi con la mano su quella maniglia, combattendo contro l'istinto di corrergli dietro, seppur fosse mezzo nudo, respirò rumorosamente preso alla sprovvista da quel bacio.

Era un semplice tocco, le labbra di Blaine sulle sue. Si stavano accarezzando senza nessun accenno di sensualità o esagerazione. Semplicemente stavano respirando l'uno l'aria dell'altro, ma stava andando a fuoco, anche per quel semplice sfioramento, e dovette allontanarsi per prendere fiato.

Blaine al distacco dalle labbra di Kurt, si rese immediatamente conto di ciò che avesse fatto e odiandosi con tutto se stesso, guardò Kurt con occhi ricchi di scuse e di tristezza e si allontanò da lui, prendendo la borsa ed uscendo di corsa da quel bagno.


Come diavolo gli era venuto in mente?


Aveva passato un intero giorno a controllarsi dal non correre in ogni classe, per cercare lo sguardo di Kurt, anche soltanto per un secondo.
Aveva deciso che la notte precedente era stata uno sbaglio. Semplicemente non si vedevano da troppo tempo e ne avevano passate troppe insieme per ignorarsi, così presi da un istinto primordiale, erano finiti su quel letto, senza nemmeno pensare alle conseguenze.

Blaine, in realtà, ci aveva pensato, ma avere Kurt sotto di lui, cancellava ogni prerogativa e Kurt sapeva l'effetto che gli faceva, ogni volta, quindi era stato lui ad annullare ogni pensiero sulle eventuali conseguenze delle loro azioni.
E poi, in fondo, era lui che era fidanzato, era lui che aveva lasciato Blaine, che ci aveva provato con tutte le sue forze a farsi perdonare ed era lui che aveva appena baciato il suo attuale ragazzo davanti ai suoi occhi.

Era tutto nelle mani di Kurt e Blaine doveva fare in modo che non manovrasse la situazione o sarebbe caduto ogni volta ai suoi piedi. Come aveva appena fatto.

Soltanto il pensiero che Kurt fosse lontanamente infastidito, dalle avance del suo compagno John, gli aveva fatto ribollire il sangue nelle vene, tanto che non era riuscito a fermare l'istinto di avventarsi su di lui. E aveva sbagliato.
Doveva smetterla subito. Era soltanto il loro secondo giorno e di questo passo avrebbero sicuramente ingigantito qualcosa che poteva essere benissimo gestita.

Avevano fatto sesso, si erano divertiti e semplicemente doveva finire come era iniziata.
Niente rimorsi o ripensamenti. Era successo e dovevano soltanto fare in modo che non accadesse più. Blaine doveva fare in modo che non si ripetesse e di certo gettarsi su Kurt, coperto di un misero asciugamano, non era l'inizio giusto.



Salendo di corsa le scale del suo dormitorio, una vibrazione dalla sua tasca, lo bloccò.
Guardò quello schermo e sorrise al vuoto.

"Hey, divo di Hollywood. Come stai?" disse al telefono, arrivando alla porta della sua camera.
"Oh bene, se non fosse per il fatto che il mio migliore amico, è soltanto da due giorni a New York e ha già deciso di ignorarmi." Scherzò Sam, ridacchiando al telefono.

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