Note: siamo già a più della metà della storia.
Questo capitolo fu davvero tosto... my poor Blaine.
Buona lettura
Vale.
"Ti chiedo soltanto una cosa..."
"Cosa?"
"Fa che si dimentichi di me."
La prima cosa di cui Blaine Anderson si rese conto, era che aveva freddo. Tanto freddo.
La seconda era che era ancora nudo, soltanto un leggero strato di cotone del suo lenzuolo, copriva il suo corpo che stava tremando.
La terza era che era solo e, anche se non poteva vederlo, lo sapeva.
Sapeva di esserlo. Era solo.
Rotolò nel letto, tastandolo ad occhi chiusi con una mano, sentendolo freddo al tatto, cercando qualcuno che evidentemente... non c'era.
Anche se aveva promesso che ci sarebbe stato.
Non aveva il coraggio di aprire gli occhi. La consapevolezza di essersi reso conto del suo corpo disteso su un letto mezzo vuoto, che avrebbe dovuto essere occupato da un'altra persona, non gli diede il giusto coraggio per farlo.
Ma doveva.
Doveva imparare ad apprendere dai suoi errori.
Così, con un nodo alla gola, stringendo le labbra, dandosi del totale e irrecuperabile idiota... li aprì, sapendo perfettamente che sarebbe potuto accadere.
Kurt non sarebbe rimasto. Non per lui.
Volendo a tutti i costi punirsi per la sua stupida speranza che aveva riposto in Kurt, la sera prima, si voltò per fissare il vuoto davanti a sé, odiandosi a morte per avergli creduto ancora.
E, col cuore esausto di provare dolore, restò interi, interminabili minuti, guardando il lato destro del letto, dove Kurt era solito dormire.
Al posto di un anonimo lenzuolo bianco, avrebbe dovuto esserci lui.
Lui che aveva promesso che non lo avrebbe abbandonato.
Lui che, un tempo, non lo avrebbe mai lasciato.
Lui che ancora una volta lo aveva spezzato.
E invece...
Soltanto il suo profumo alla vaniglia, era testimonianza che in quel letto, Kurt, c'era stato, sul serio.
Ma, in fondo, c'era d'aspettarselo.
Il nuovo Kurt non manteneva le promesse. Il nuovo Kurt semplicemente si prendeva ciò che desiderava e poi lo buttava come se fosse un giocattolo del quale s'era stufato. E Blaine si sentì irrimediabilmente stupido ad aver creduto che fosse cambiato.
O semplicemente si sentì stupido, ad aver voluto fingere di credere che Kurt potesse cambiare.
Lui sapeva che Kurt non ci sarebbe stato. Non era nemmeno così tanto una sorpresa per Blaine.
Oramai aveva imparato a convivere con questo nuovo ragazzo che a volte sembrava non conoscere. Era stato soltanto debole a cadere nella sua trappola di nuovo.
Ciò che non si aspettava, però, era di trovare un piccolo foglietto piegato, adagiato sul cuscino che aveva ospitato il meraviglioso viso di Kurt.
Spalancò le palpebre, non appena lo notò, mentre metteva a fuoco i particolari del nulla, che si paravano ai suoi occhi, e si mise immediatamente a sedere, prendendo quel foglio con mani tremanti.
Il nuovo Kurt non aveva mai lasciato un biglietto, né un sms. Nemmeno una scusa scarabocchiata su un kleenex.
E questo fece accendere in lui una piccola, minuscola scintilla di speranza.
Forse aveva sbagliato ad arrivare a conclusioni affrettate. Forse Kurt era semplicemente andato via per qualche attimo...
O, forse, avrebbe semplicemente dovuto smettere di sperare e lasciare che le parole restassero lì, incise su quel foglio, abbandonando, una volta per tutte, l'idea di poter rivivere ogni cosa da capo.
Kurt non era pronto per farlo.
Non gli aveva promesso di lasciare l'idiota che lo aspettava a New York. Non gli aveva nemmeno accennato di volerci pensare.
Forse era semplicemente stupido continuare a sperare in qualcosa che sembrava avvicinarsi, senza riuscire mai a raggiungerla sul serio.
Era inutile e doloroso.
E questa volta – ne era convinto – avrebbe perso a priori.
Lo amava. Non aveva più dubbi.
Aver fatto l'amore in quel modo, aveva riaperto il suo cuore, lasciando che quell'amore, che non era mai sparito, nemmeno un istante, tornasse ad urlargli che non sarebbe sopravvissuto senza Kurt.
Ed ora... era stanco. Non sarebbe riuscito a combattere ancora.
Mentre lo guardava spingersi dentro di sé, regalandogli ancora quella meravigliosa sensazione di sentirsi suo e soltanto suo, aveva già capito che, se quel gioco avesse dovuto riprendersi, lui non avrebbe partecipato.
Non ne avrebbe avuto la forza.
Ma in fondo, era inutile cercare di combattere contro il suo cuore.
Lo sentiva. Riusciva a sentire i suoi battiti cambiare e fremere, ogni volta che puntava gli occhi a quel biglietto.
Forse Blaine avrebbe voluto smettere di sperare seduta stante e scappare via da quella stanza il prima possibile, ma il suo cuore glielo impedì.
Non era pronto a lasciarlo andare, non senza prima aver letto cosa c'era su quel biglietto.
Così raggruppò l'ultimo pezzetto di forza che possedeva e lo fece.
Lesse, lasciando che il suo cuore si spezzasse un altro po', soltanto perché oramai non aveva più voglia di restarsene intatto. Non dopo aver capito di averlo perso di nuovo...
E questa volta per sempre.
Ciao piccolo...
***
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Just a Mistake?
RomanceSettembre 2013. Nyada. New York City. Kurt Hummel, quella tiepida mattina di settembre, girò distrattamente per la NYADA, preoccupandosi di non inciampare nel caos che lo circondava. Matricole sognanti. Nuovi professori. Nuovi corsi da seguire. Un n...