Sam Evans, finalmente, era felice.
Se ne stava seduto al suo tavolino, sorseggiando il suo caffè, guardando con occhi sinceri e felici, lo spettacolo che aveva davanti.
Stava ammirando il vero amore.
O almeno, quello che credeva lo fosse.
Kurt e Blaine stavano guardando entrambi timidamente in basso, imbarazzati come il primo giorno, per qualcosa che il suo migliore amico aveva sussurrato, all'orecchio, di Kurt.
Sorrise, nascondendosi dietro il suo caffè, non potendo credere che fosse ancora tutto esattamente come due anni prima.
Kurt ancora arrossiva, ridacchiando compostamente, con una mano davanti la bocca, ruotando gli occhi, per scappare a quelli di Blaine.
E Blaine, sorrideva imbarazzato, grattandosi la nuca, non riuscendo ancora a capire, dopo tutti quegli anni, come potesse far ridere così spontaneamente la persona che aveva accanto.
Sam pensò che fossero due stupidi.
Entrambi volevano star lontano l'uno dall'altro, ma nessuno dei due riusciva a far a meno dell'altro.
Senza nemmeno volerlo, si erano persino incontrati a Los Angeles.
O meglio scontrati...
"Che diavolo ci fai qui?" Avevano urlato all'unisono, guardandosi ad occhi sbarrati.
Kurt era rimasto per circa tre minuti a fissare Blaine, in silenzio, credendo sul serio di essere morto e di essere arrivato in una specie di mondo parallelo, dove tutto poteva accadere.
Dallo stupore aveva fatto cadere la sua cartellina, nella quale c'era tutto il suo lavoro organizzativo per l'evento di moda, al quale aveva avuto l'onore di partecipare, e nemmeno se n'era reso conto.
Se fosse stato lucido forse avrebbe pianto.
Tutti i suoi perfetti programmi, per i quali aveva speso tutta la notte precedente, cercando di finirli in tempo, erano sparsi un po' ovunque sul pavimento, rischiando di fare da tappeto ai passanti.
Blaine aveva indietreggiato, arrivando a toccare il corpo di Sam - che sembrava il più scioccato dei due - cercando forse un appiglio, visto che sentiva la testa girare.
Aveva iniziato a tremare sul posto, quasi impercettibilmente, forse più per lo shock ricevuto, che per altro.
Nemmeno stava pensando al fatto che fosse scappato da lui e, in nemmeno ventiquattrore, era di nuovo al suo fianco.
Sam istintivamente, sentendo il corpo teso, come una corda di violino, di Blaine, portò le mani alle sue braccia, stringendole piano tra i suoi palmi e poté notare come gli occhi di Kurt si arcuarono, non appena vide le mani di Sam su di lui e immediatamente le allontanò, portandole alla base della schiena di Blaine, dandogli una piccola spinta, per farlo riprendere.
Blaine scosse la testa, tornando in sé, sbattendo le palpebre ripetutamente, per mettere a fuoco la visione che aveva davanti.
"Kurt?" Chiese, come se ancora non fosse convinto che stesse guardando proprio lui. "Che... Che ci fai qui?"
Kurt inspirò profondamente e si abbassò a raccogliere il suo lavoro, sussultando quando Blaine si abbassò automaticamente, a sua volta, per aiutarlo.
Raccolsero tutti i fogli sparsi un po' ovunque, guardando il pavimento, prima che Blaine alzasse gli occhi, per porgere i fogli che aveva raggruppato, a Kurt, che immobile lo stava guardando, piegato sulle ginocchia.
Pasticciò con le labbra, incontrando gli occhi di Blaine, sentendo le guance andare a fuoco, per essere stato beccato a fissarlo.
Non ci stava nemmeno facendo caso. Era soprappensiero. Stava provando a capire cosa diavolo ci facesse Blaine a Los Angeles e soprattutto perché era in giro con Sam, ridendo come due idioti, tanto che si era trovato ad investirlo.
"Sto lavorando." Spiegò, stringendosi con ovvietà nelle spalle, prendendo i fogli che Blaine gli stava porgendo, sistemandoli disordinatamente nella sua cartellina, rialzandosi subito, per evitare quella vicinanza tra i loro volti che lo stava mettendo a disagio.
Blaine strinse le labbra, prendendo un grosso respiro, rialzandosi, trovandosi di nuovo a pochi passi da lui, ma sentendolo distante più che mai.
"Tu, invece, cosa ci fai qui?" Domandò Kurt con la sua solita voce sprezzante, che utilizzava quando c'era qualcosa che non gli quadrava. "Immagino che la vostra passeggiatina, non comprenda nessun impegno lavorativo, o sbaglio?"
Passò lo sguardo da lui a Sam, un paio di volte, prima di soffermarsi con un sorrisino falso e a braccia incrociate sulla sua cartellina, su Blaine, che scosse la testa, in disappunto, odiando quando Kurt tirava le sue somme senza nemmeno provare a conoscere la realtà dei fatti.
Ma almeno, si stava mostrando geloso. Ancora.
"Io e Sam stavamo facendo un giro." Spiegò, tirando gli occhi al cielo, voltandosi verso Sam, strattonandolo per un polso. "Se non ti dispiace, ora continuiamo la nostra passeggiatina. Buon lavoro, Kurt." Biascicò, iniziando a trascinare Sam.
"Andiamo?" Gli chiese, avanzando, superando Kurt, che li guardò ad occhi sbarrati, sentendo il sangue ribollire nel cervello, a quell'assurdo contatto così confidenziale tra i due.
"Do-dove..." Balbettò, a voce bassa e sconfitta, non avendo nemmeno la forza di fermarli.
Stavano avanzando, senza nemmeno averlo degnato di un altro sguardo, lasciandolo lì, in piedi, stringendo la sua cartellina tra le mani.
Sam si stava facendo trascinare con la forza da Blaine, da qualche istante, inizialmente confuso, per essere stato preso alla sprovvista, prima di puntare i piedi sul pavimento, fermando quella stupida fuga del suo amico.
"Blaine, fermati. Ti prego."
Blaine guardò davanti a sé qualche istante, chiudendo poi gli occhi, provando a calmarsi, senza alcuna riuscita, prima di voltarsi verso di lui a testa bassa.
Sospirò sconfitto, alzando poi i suoi occhi rossi, verso quelli di Sam, che sussultò, vedendo il suo amico trattenere le lacrime, ancora.
"Blaine..." Sospirò, avanzando verso di lui, chiudendolo nel suo sigillante abbraccio fraterno. "Non puoi continuare così. E se stai scappando perché credi ancora che a Kurt non importi più nulla di te, stai facendo la cazzata più grande della tua vita." Sussurrò, allontanandosi per guardarlo negli occhi.
"Hai visto come ti ha guardato? O, come ci ha guardato? Pensavo che mi avrebbe tirato la sua cartellina addosso!" Scherzò, facendo sorridere Blaine, che stava tirando su col naso, trattenendo le lacrime. "Blaine, credimi. Kurt ti ama ancora. E' soltanto troppo orgoglioso e spaventato per dimostrartelo."
"Sam, ti prego." Ribatté subito Blaine. "Andrà a vivere col suo ragazzo. Come può essere innamorato di me, se poi vivrà la sua vita con un altro?" Chiese, scuotendo la testa, ancora chiuso nel suo abbraccio.
"E' ovvio." Rispose Sam, sospirando. "Perché vuole provare a dimenticarti. Forse, quella di vivere con...con... Come hai detto che si chiama Peter?"
"Adam."
"Sì, lui. Bhè credo che vivere con Adam sia la sua ultima possibilità. Vuole provarle tutte e, se è arrivato a fare questo passo, è proprio perché ha bisogno dell'estremo, per riuscire a dimenticarti e, da come ti ha guardato, pochi istanti fa, credo che nemmeno arrivare a sposarlo, servirà a qualcosa."
Blaine sentì il cuore accelerare, alle parole di Sam, allungandosi sulle punte, per vedere se Kurt era ancora lì e si stupì di vederlo in piedi, bloccato sul posto, come lo aveva lasciato.
Si allontanò da Sam, stringendogli il braccio, affettuosamente, dandogli una piccola pacca sulla spalla, provando a sorridergli.
"Da quando sei diventato così intelligente?"
Sam roteò i suoi occhi blu, provando a fingersi pensieroso, mordendosi le sue grosse labbra, prima di stringersi nelle spalle.
"Boh." Borbottò, seccato. "Forse mi stai attaccando la tua estenuante e pallosissima intelligenza, da nerd col papillon."
Blaine scoppiò a ridere, tirando gli occhi al cielo, tornando poi a guardare il basso, in imbarazzo.
"Grazie." Sussurrò, stringendo le labbra in un piccolo broncio.
"Per cosa?"
"Ultimamente le uniche cose che riesco a fare, sono piangere e scappare e tu sei ancora qui a rincorrermi, senza chiedere nulla in cambio. Quindi... Grazie." Sospirò, alzando il volto, sorridendogli sinceramente.
"Oh, ma è presto per ringraziarmi." Rispose, sorridendo in modo quasi malefico, facendolo terrorizzare a morte, per quello sguardo furbo, che non prometteva nulla di buono.
"Non ho ancora finito con te." Continuò, prima di stringergli un polso ed iniziare a trascinarlo con la forza, come Blaine aveva fatto poco prima con lui, fin quando non si ritrovarono alle spalle di Kurt, che si voltò di scatto, avendoli sentiti arrivare, con un'espressione che parlava chiaro: anche lui stava cercando di trattenersi dallo scoppiare a piangere in pubblico.
Stava pensando che era impossibile che Blaine fosse lì, con Sam.
Stava pensando che aveva bisogno di qualche giorno per pensare, lontano da tutto e tutti e si era ritrovato il centro dei suoi pensieri proprio lì, dove meno se lo aspettava.
E stava pensando che, forse, doveva smetterla di non credere nel destino, perché sembrava che, il suo, fosse già scritto e, in ogni parte della sua storia, c'era sempre la presenza di Blaine a fargli compagnia.
Studiò, qualche istante Sam che teneva stretto, nella sua grande mano, il polso docile di Blaine, e alzò gli occhi interrogativo, ad entrambi, chiedendosi cosa volessero, ancora.
"Ciao, Kurt. Blaine vorrebbe parlare con te."
Sam s'introdusse sorridente, facendo sbarrare sia gli occhi di Kurt, che quelli di Blaine.
"Io? Io non-" Provò a controbattere, Blaine, ma fu subito fermato da Sam, che si allontanò lasciandolo di fronte ad un alquanto sbigottito Kurt.
"Oh. Tu vuoi parlare con Kurt. Non è vero, Blaine?" Domandò, a denti stretti, indietreggiando, per lasciarli soli, affrettandosi ad avvicinarsi al bar, sparendo totalmente, dalle loro viste.
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Just a Mistake?
Любовные романыSettembre 2013. Nyada. New York City. Kurt Hummel, quella tiepida mattina di settembre, girò distrattamente per la NYADA, preoccupandosi di non inciampare nel caos che lo circondava. Matricole sognanti. Nuovi professori. Nuovi corsi da seguire. Un n...