*ᶻᵉʳᵒ ᵖᵒᵛ*
La matita sfregava insistente sul foglio, a creare quello che ormai era uno scarabocchio. Una settimana intera che Jungkook non aveva l'ispirazione necessaria per disegnare. Abbozzava, scarabocchiava, accartocciava e buttava. Un loop che lo perseguitava ormai da giorni e che non gli dava pace.
Era seduto sull'albero in fondo al cortile della scuola, con la musica nelle orecchie e la matita in mano che picchiettava sul foglio ancora bianco, sperando che le idee venissero fuori per magia. Non era un ragazzo molto attento, all'apparenza: saltava spesso le lezioni perché si accorgeva sempre tardi della fine delle pause; anche ora dovrebbe essere dentro a seguire un'ora di storia, ma il pezzo di carta ancora candido era la sua priorità. D'un tratto il telefono vibro e il corvino, infastidito, lo prese leggendo il messaggio di Tae, il suo migliore, ed unico amico:-Sai che mi piacciono i tuoi disegni, ma sono passati 20 minuti dalla fine dell'intervallo. Sbrigati o ti vengo a prendere a calci-
Era un suo compagno di classe, l'unico a rivolgergli la parola senza volerlo insultare o sgridare. Si sono scontrati il primo giorno e Jungkook fece per sbaglio cadere l'album da disegno. L'altro ragazzo notò le sue opere e iniziò da lì a parlargli e a complimentarsi con lui. Da allora Tae passava a prenderlo, raccontandogli per filo e per segno la mattinata e il pomeriggio precedente, e lo riaccompagnava a casa dopo scuola parlandogli dei momenti in cui non erano assieme durante la mattinata. Jungkook ascoltava e difficilmente gli rispondeva, sia dal vivo sia per chat: scese infatti dall'albero senza neanche rispondere al messaggio e si sciolse i capelli, così da farli ricadere morbidi davanti ai propri occhi. Appena entrato fece poco caso alle occhiate dei compagni e si scusò con l'insegnante, ormai rassegnata. Si accomodò in fondo all'aula, nell'angolo, accanto al ragazzo castano che subito si prese la briga di fargli la ramanzina sottovoce:
"Insomma Kookie. Non puoi fare sempre così, dovresti provare almeno ad impegnarti ad arrivare in orario"
Il corvino rispose con una semplice scrollata di spalle e un sospiro. Non capiva perché Tae ci tenesse tanto a lui: sapeva di non essere amichevole, non comunicava, sembrava non avere emozioni, disegnava e basta, e non faceva manco vedere cosa. Insomma, perché ostinarsi tanto ad essere amico di una persona cosi? Le ore passarono lente, ma fortunatamente per Kook lo fecero e suonata l'ultima campanella si alzò per tornare a casa. Venne affiancato dall'amico, sorridente come sempre.
"Jeon. Anche oggi a fare il piccolo picasso?"
Rise una voce fredda e acida alle spalle dei due. Il castano si girò e vide la chioma bianca di Namjoon: era il miglior studente dell'istituto, in quanto a voti, e grazie alla sua reputazione, era anche presidente del consiglio studentesco. Malgrado ciò che ci si aspetta dal rappresentante degli studenti, era il classico bulletto con giacca di pelle, ghigno sempre in volto e una sfilza di ragazze (e ragazzi) ai piedi.
"Lasciaci in pace, Namjoon-hyung. Non sei divertente"
Tae prontamente si intromise, sperando di finire il prima possibile quella conversazione, spaventato da come potessero andare le cose. Namjoon però rise, accompagnato dal gruppetto di cagnolini che gli facevano da scudo.
"Che c'è Taehyungie? Il tuo piccolo Kookie non sa difendersi?"
Cantilenò il bianco mentre i suoi compagni si battevano il cinque divertiti. Un paio di secondi dopo la risata generale calò un silenzio assordante. Jungkook dava ancora le spalle a Namjoon, che si avvicinò quel che bastava per voltarlo e mollargli un pugno in pieno volto.
"Non darmi le spalle, feccia. Sto parlando anche con te"
A quel gesto Kook alzò piano lo sguardo ignorando il sangue che gli scendeva dal naso. Lo fissò dritto negli occhi e fece una smorfia di disgusto prima di arretrare di un passo e voltarsi intenzionato ad andarsene. Il bianco fece per seguirlo e prenderlo di nuovo, quando una testolina arancione si mise in mezzo. Park Jimin: un giovane ragazzo pieno di talento, dal dolce sorriso e un viso angelico, anche se solo d'aspetto era carino e gentile. Era uno stronzo assurdo, perverso e con una reputazione poco chiara: giravano tante voci diverse su di lui, ma nessuna veramente attendibile. Era un ottimo manipolatore e riusciva sempre a sopprimere e seppellire tutto. Inoltre era ben conscio di come la sua bellezza influiva sul bianco e spesso la usava a suo vantaggio. Namjoon infatti era innamorato di Jimin dal primo anno dell'arancione, malgrado venne rifiutato più volte dallo stesso. Nonostante il suo dubbio agire, Jimin era comunque una persona intelligente, che gli permetteva di non fare il cane di Namjoon, ma giudicare da se. Nel mentre i fue amici sono usciti dall'edificio camminando uno accanto all'altro.
"Smettila."
Tae alzò lo sguardo sul corvino, non capendo il perché della sua affermazione.
"Finirai nei guai."
Continuò allora Jungkook prima di allungare il passo quel che bastava per raggiungere la propria abitazione. Fece un cenno con la mano per salutare il castano ed entrò. Taehyung dal canto suo sospirò appena ritornando a camminare, ora sconfortato. Non voleva stare zitto davanti alle provocazioni di Namjoon. Voleva bene a Kookie: era l'unico che lo ascoltava e non lo credeva strano. Voleva essere abbastanza forte per poter far smettere quelle prese in giro verso il suo migliore amico. Tornò a casa pensando a una soluzione, che però non arrivò, ne durante il tragitto, ne durante il pomeriggio, passato in camera come suo solito a rimuginare sul ragazzo attorno a cui ormai girava la sua vita.

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[× ᴄʜᴀɴɢᴇs ~ ᴠᴍɪɴᴋᴏᴏᴋ | ᴠᴍɪɴ | ᴠᴋᴏᴏᴋ | ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ×]
FanficJungkook, un ragazzo invisibile concentrato solo sui suoi disegni, all'apparenza. in realtà molto attento ai dettagli e con un orecchio ovunque. Taehyung, apparentemente l'opposto del migliore amico, molto chiacchierone e saltellante, con un enorme...