Capitolo 3

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Nemesi

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Nemesi



Come ogni mattina sobbalzai dal sonno per colpa del suono persistente della sveglia. Per fortuna Kyle mise fine a quella tortura. Il lato del letto di Jacob era vuoto. Gli piaceva svegliarsi molto prima così che poteva fare tutto con calma che dormire qualche ora in più e sentirsi sotto pressione per la paura di arrivare in ritardo a lavoro.
Sbadigliai e mi stiracchiai sul corpo di Kyle.

<<Un po' di spazio per cortesia>> ridacchiai alle sue lamentele il che mi fece ottenere una brutta occhiataccia da parte sua.

Mi spostò dal suo corpo con delicatezza e si liberò dalle coperte per alzarsi dal letto.

Appena capii che stava andando verso il bagno scattai in piedi, per un attimo la mia vista si offuscò per lo scatto improvviso ma non ci diedi tanta importanza e lo superai chiudendo la porta del bagno a chiave così che non sarebbe potuto entrare.  

<<Dai Nems fa andare prima me, tu ci metti un eternità>> la sua voce rauca mi provocò dei brividi lungo la schiena per i pensieri sconci che iniziavano a palesarsi davanti ai miei occhi.

<<Kyle ci sono sette bagni in questa casa, trovatene uno>>.

Lo sentii sbuffare. <<Ma la tua doccia è migliore>> decisi di ignorarlo o non avremmo più smesso di discutere.

Quando sentii il suono dei suoi passi farsi sempre più lontani e la porta della mia camera chiudersi tirai un sospiro di sollievo.

Mi preparai in fretta, di solito me la prendevo più con calma ma non avevo voglia di perdere tempo quella mattina a malapena avevo voglia di andare a scuola. Mi ero svegliata con il piede storto quella mattina senza motivo.

Ringraziai il cielo di non aver incrociato mio padre mentre uscivo di casa. Non ero pronta alla sua paternale, ormai era passato quello che era successo alla cena perché persistere?

Ringraziai mentalmente Kyle che alleggerì le lezione tra una battuta e l'altra da renderle abbastanza scorrevoli e meno noiose. Per la prima volta fui grata di avere delle lezioni in comune con Kyle.
Il trillo della campanella fece fare i salti di gioia al mio stomaco che brontolava da tutta la mattinata.

A passo spedito mi diressi in mensa, alcuni ragazzi avevano già occupato dei tavoli, mi scrutai intorno alla ricerca del viso familiare di Ryan il mio migliore amico.

Mi spuntò un sorriso appena notai la sua figura ricurva con il viso coperto da un grande libro seduto ad un tavolo più appartato.

Presi posto di fronte a lui. <<Terra chiama Ryan>> richiamai la sua attenzione giocosamente.

Metà del suo viso sbucò da dietro la copertina del libro facendo intravedere i suoi occhi neri come la pece. <<Non sto leggendo, mi sto nascondendo da Amelie>> bisbigliò mentre si osservava intorno con fare irrequieto.

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