3.

193 12 2
                                    

Mi sveglio tra le urla dei miei compagni che come sempre, al contrario mio, di prima mattina sono belli gioiosi e pimpanti

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi sveglio tra le urla dei miei compagni che come sempre, al contrario mio, di prima mattina sono belli gioiosi e pimpanti. Mentre io, avrei bisogno di cinque tazzine di caffè e di circa tre ore per connettere con la realtà e capire che sia iniziato un altro giorno.

Sento la voce di Dario e Carola che bisbigliano cose che non riesco a capire.

"Buongiorno dormigliona" dice con delicatezza Carola, avvicinandosi a me per schioccarmi un bacio sulla guancia. La abbraccio istintivamente e mando un bacio anche a Dario che è sul letto a fissarci.

"Buongiorno a voi, cuoricini miei" dico dolcemente, mentre anche Dario si avvicina per salutarmi.

"Dormito bene?" chiede quest'ultimo, alzando un sopracciglio.

Lo guardo stranita, spostando lo sguardo prima su di lui e dopo su Carola velocemente. "Si, perché?" dico incerta.

Scoppiano entrambi a ridere girandosi di spalle ed io mi stranisco completamente perché non ne capisco il motivo.
Mi alzo instintivamente dal letto e infilo le ciabatte, controllando l'orario sulla sveglia presente sul mio comodino.

Mi giro nuovamente sui miei compagni che sembrano essere ritornati di nuovo seri e alzo un sopracciglio avvicinandomi a loro. "Si può sapere cosa c'è da ridere?" chiedo poi.

Dario e Carola si lanciano uno sguardo d'intesa prima di ritornare a fissarmi. "Davvero ce lo stai chiedendo?" dice Dario, sedendosi sul mio letto.

"Sentite, sapete che non amo i giri di parole perciò arrivate immediatamente al dunque" sbotto sedendomi accanto a lui.

"Ieri sera siamo rientrati in camera perché io volevo prendere il mio quaderno degli appunti e quando abbiamo aperto la porta ci siamo ritrovati te e il ricciolino biondo stesi sul tuo letto a dormire. Vicini vicini, direi quasi abbracciati. Eravate così carini." mi spiega Carola con aria sognante.

Salto immediatamente dal letto e porto le mani sul volto. "Mi state prendendo in giro?" dico, ma in realtà è più quello che mi auguro.

Entrambi scuotono la testa sorridenti. "Ma come ho potuto? Cosa cazzo mi è passato per la mente?" grido iniziando a camminare velocemente per la stanza, mentre i miei amici mi guardano confusa.

"Non prenderla così dai. Conoscendoti sarà sicuramente capitato e non rispondermi con la scusa del fidanzato perché appunto quello fidanzato è lui. Non dovresti fasciarti la testa con queste cose." dice Dario, mentre io lo ascolto davvero poco e niente perché troppo agitata.

"Ho bisogno di un caffè, di una sigaretta, di riprendermi e di stare un attimo da sola. Scusate." dico uscendo velocemente dalla stanza.

Arrivo in cucina e seduto al tavolo trovo proprio il ricciolino biondo, attento ad addentare un biscotto.
Mi blocco sul posto quando lo vedo, indecisa sul ritornare di nuovo in camera o restare lì.
Poi penso al fatto che viviamo sotto lo stesso tetto e che avrei potuto ignorarlo e cercare di non incontrarlo per qualche ora ma per sempre decisamente no.

Faccio qualche passo in avanti cercando di fare il meno rumore possibile, ma riesce comunque a sentire il suono dei miei passi ed immediatamente alzo lo sguardo.

Mi sorride istintivamente quando mi vede e tutto quello che vorrei fare è, onestamente, sparire perché non so come affrontare un qualsiasi discorso con lui senza pensare al fatto che fino a poche ore prima eravamo sul mio letto a dormire abbracciati come fossimo una coppia di fidanzati.

"Buongiorno" mi sussurra, senza mai distogliere lo sguardo.

"Buongiorno" rispondo con un filo di voce, avvicinandomi alla cucina.
Butto giù un sorso di succo all'ace che trovo sul bancone e sussulto quando sento un braccio sfiorare la mia schiena.

Sento il respiro di Albe sul mio collo e i suoi ricci che ricadono sulla mia spalla scoperta, mentre lui posa la tazza nel lavandino e i biscotti nel mobile in alto.

Non mi giro a guardarlo, fino a quando lui si ferma sul posto, posa le mani sul bancone della cucina e si volta verso di me.

Mi giro lentamente e abbastanza in imbarazzo, faccio scontrare i nostri occhi.

"Che c'è?" domando in maniera fredda.

"Probabilmente non ti va di parlarne, ma volevo solo dirti che non mi aspettavo potessi essere così... carina con me ieri sera. Sono stato bene, avrei passato volentieri tutta la notte abbracciato a te, a continuare a chiacchierare. Ma so che non sarebbe stata la cosa giusta." dice.

Annuisco, mentre il mio cuore impazzisce. "Non dovrà ricapitare. Lasciamo le cose così come stanno. Se restiamo distanti sarà meglio per tutti." aggiungo.

Lui annuisce, oserei dire con uno sguardo quasi deluso e sparisce dalla cucina, a passo lento, senza proferire parola.

Forse, anzi, senza forse, non era quello che volevo.
Se dicessi che non sono stata bene, che quel ragazzo non mi fa uscire fuori di testa, che non lo trovo bello, intrigante ed incredibilmente affascinante, direi una bugia.
Non posso mentire a me stessa, ma posso farlo con lui. Posso farlo perché ha una persona fuori che lo aspetta ed io non posso permettermi di mancarle di rispetto.

Se restiamo distanti sarà meglio per tutti.

𝗘 𝘁𝗶 𝘃𝗼𝗿𝗿𝗲𝗶 𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲|𝖠𝗅𝖻𝖾 𝖾 𝖲𝖾𝗋𝖾𝗇𝖺.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora