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Con la mia solita puntualità arrivo in tempo agli studi dove mi sta aspettando la mia insegnante per una lezione extra, a detta della produzione

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Con la mia solita puntualità arrivo in tempo agli studi dove mi sta aspettando la mia insegnante per una lezione extra, a detta della produzione.

Cerco disperatamente la sala 5 in mezzo alle decine di porte presenti in questo studio e quando la trovo, la apro lentamente per evitare di far rumore, non sapendo se ci fosse già qualcun altro a lezione.

"Vieni, vieni" mi dice Veronica sorridendo, mentre io mi blocco sul posto quando vede Alberto appoggiato alla sbarra vicino allo specchio.

Mi sorride anche lui ed alza un braccio per salutarmi.

"Buongiorno" mi limito a dire "che succede?" chiedo subito dopo aver posato il borsone sul pavimento.

Mi avvicino al plexiglas mentre sento lo sguardo di Alberto bruciarmi addosso e sono sicura che il mio viso in questo momento sarà rosso dalla vergogna.

"Come stai tesoro?" mi chiede Veronica con la sua solita dolcezza.

"Bene maestra, lei come sta?" chiedo.

"Lei? Tu" mi rimprovera ridendo ed io sorrido, un po' perché ricordo la sua frase quando ci siamo viste in saletta la prima volta dove mi disse di darle del tu e mai del lei perché di sentirsi vecchia proprio non le andava e un po' perché in questo momento ho la testa completamente in confusione per la presenza di Alberto che non ha smesso di togliermi gli occhi di dosso da quando sono entrata.

"Io sto bene" aggiunge Veronica "volevo vederti perché ne ieri ne oggi ho avuto la possibilità di essere in sala con te e quindi ci tenevo a capire come stavano andando le prove" mi dice poi.

Annuisco. "Bene maestra, potrebbero andare decisamente meglio però" ammetto.

"Hai un pezzo sui tacchi questa settimana giusto?" mi chiede poi, sedendosi accanto allo stereo.

Annuisco ancora una volta. "È quella la cosa che potrebbe andare meglio" dico.

"Perché?" mi domanda. "Alberto tu intanto siediti pure, li c'è una sedia." aggiunge poi, indicando la sedia davanti allo specchio.

Sussulto nel sentire il suo nome, poi improvvisamente ritorno con la mente sulla domanda della maestra. "Giulia mi dice che sono troppo frenata, sia per la paura che ho di poter cadere dai tacchi e sia dalla paura di esprimere la mia sensualità." dico, ricordando le parole della Pauselli.

"Come mai hai paura di esprimere la tua sensualità?" mi domanda ancora, mentre io mi siedo.

"Più che una paura, è una cosa che non ho mai fatto in pubblico. Io non sono abituata a sentirmi bella, ne tantomeno a mostrare la mia femminilità davanti a tutti" sussurro l'ultima frase, abbassando lo sguardo.

"Hai qualcosa in meno alle altre?" mi chiede, poggiando i gomiti sulle ginocchia.

"Forse tante cose" ribatto.

𝗘 𝘁𝗶 𝘃𝗼𝗿𝗿𝗲𝗶 𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲|𝖠𝗅𝖻𝖾 𝖾 𝖲𝖾𝗋𝖾𝗇𝖺.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora