2. La statua perfetta

326 41 41
                                    


Le strade di Falldown erano sempre le stesse. Strette, buie, ripide e deserte. Ricordo quando correvo come una matta scendendo a tutta velocità. Ero con loro, con i maschiacci e uno di loro, così, per gioco, mi aveva spinta. Il capitombolo che avevo fatto era stato talmente violento che avevo finito per sfracellarmi. Mi ero rotta tre costole, mi si era spaccato il labbro superiore e avevo le mani che sanguinavano. Daniele era stato messo in punizione per più di un mese. Un mese di reclusione, che per lui equivaleva alla morte! La mamma aveva punito anche me. Mi aveva proibito di uscire con quei maschiacci e come se non bastasse, la mia bocca era rovinata per sempre.

    
-LA STATUA PERFETTA-

   Arrivai davanti a casa di Daniele. Lui mi scorse dalla finestra e si precipitò giù ad abbracciarmi.

-Ehi, PULCE!- come usava chiamarmi. -Come te la passi?!

-E tu?

-Sei un incanto! Quanti anni sono passati?...Sei?...

-Sette.

-Caspita quanto sei bella!...Ora si che sembri una ragazza!

-Anche tu adesso sembri un po' più normale!- dissi prendendolo in giro.

Lui si scompigliò i capelli biondissimi, quasi senza pigmento, quasi bianchi. Mi guardò con i suoi occhi grigio topo e mi sorrise.

-Stamattina pensavo a quando tu mi hai spinta procurandomi questa.-dissi indicando la cicatrice sul mio labbro.

-Già. Quanto mi è costata quella bravata!

Lo fissai. Lui era uno dei miei coetanei, il peggior elemento del gruppo! Chissà se era rimasto quel pazzo scatenato che avevo lasciato.

-E gli altri? Che fanno? -chiesi ripensando al resto dei maschiacci, compagni di mille giochi cretini.

-Fanno le solite cose. Anche loro sono cresciuti e...hanno messo la testa a posto. Tutti tranne Roby. Lui non ne vuole proprio sapere di sposarsi.

-E tu? Hai trovato la tua dolce metà?

-Qui a Falldown? Sai che la mia metà fino ad ora non è stata qui...

-Hai ancora quell'idea?... Dani, mettiti l'anima in pace!...Io non ti sposerò mai!- esclamai ridendo.

-Ma noi siamo già sposati!

-Dai smettila! Era un gioco da bambini! E poi se così fosse dovrei essere sposata anche con Giulio e Claudio.

-Quando gli avresti sposati?! Che traditrice!

-Ma se c'eri anche tu al "matrimonio"!

Daniele tornò serio.

-Quanto resterai? Immagino che sei venuta per la celebrazione e poi andrai via.

-Già.

-Sei così felice in quel posto dove abiti adesso?

-No, ti sembrerà strano ma non sono felice.

-Capisco.

-Non vorrai provare a convincermi a tornare come fa sempre mia madre?!

-No. Non potrei mai convincerti, PULCE.

La celebrazione si svolgeva il venerdì. Ero commossa a pensare che l'intero paese si sarebbe fermato per ricordare mio nonno, lo scultore di gessi di Falldown. Quell'anno avrebbe raggiunto settant'anni di onorata carriera, e il sindaco aveva indetto questa specie di festa per rammemorare tutto il lavoro che aveva fatto per rendere bello il nostro paese. Ovunque si potevano vedere le opere del nonno. Fontane, statue, fra cui quella del sindaco stesso. Il paese era pieno di mio nonno. Ci aveva messo l'anima.

I Misteri di Falldown-1. Lo scultore di gessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora