6. Il ragazzo inghiottito

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   -Guarda Sunny, la nonna era proprio così.

-Davvero?...Era proprio bella! Ecco perché l'hai sposata!

-Sai, tu le somigli parecchio. E hai in te la stessa scintilla di vita che animava lei.

   Con le mie piccole mani presi quella scultura che era troppo pesante per me. Volevo vederla da vicino, volevo capire come fosse nonna Daria, perché non l'avevo mai conosciuta. Il nonno, come al solito aveva dato il meglio di sé creando un altro capolavoro.

-Sei sicuro che vuoi che la dipinga io?- dissi non sentendomi all'altezza.

Il mio ricordo si fermava lì. Non andava oltre. Pareva che qualcosa, come una grossa gomma, avesse cancellato alcune parti della mia infanzia.

     -IL RAGAZZO INGHIOTTITO-
 

 -Come avevi detto che si chiamava quel ragazzino precipitato giù dalla casa abbandonata?

-Di quale ragazzino stai parlando, Sunny?

-Ci teovavamo come sempre alla "casa". -dissi usando il termine di quando eravamo bambini. -…Io, te e Roby e tu hai raccontato la storia di un ragazzo che era caduto giù, nel dirupo…avevi detto che si chiamava William?…

-Scusami ma… sono passati anni: come posso ricordare quello che ti ho detto tanto tempo fa?- disse lui stranamente agitato.

-Avevi detto che il suo viso era bianco come la morte…-continuai arricchendo le mie parole di particolari nel tentativo di fargli venire in mente di chi stessi parlando.

-Ehi, ho detto proprio così?! Certo che tu hai una memoria incredibile!

-Bé no, a quanto pare. -dissi ripensando alle parole di Liam. -…Quindi non ricordi proprio niente?

-Mi spiace…- rispose alzando le spalle. -…ma se la cosa è così importante per te chiederò a mia madre, un avvenimento come quello i vecchini lo ricordano sicuramente.

-Già, io proverò a chiedere alla mia.

-…Intanto sono io che devo chiederti una cosa PULCE…- disse mettendosi di fronte a me.

I suoi occhi fissarono le mie labbra. Compresi che voleva chiedermi che fine avesse fatto la mia cicatrice.

D'istinto mi coprii la bocca. Tentai poi di tranquillizzarmi.

-Ho capito che vuoi dirmi. Sai con un po' di trucco si fanno miracoli!

-E'…praticamente scomparsa!...- balbettò lui per niente convinto.

-Te l'ho detto. Ho imparato a usare bene il trucco!...

-Senti…- continuò Dani notando la mia esagerata agitazione. -Lo sai che puoi dirmi tutto, vero? Intendo dire che se hai qualcosa che ti turba o hai bisogno di aiuto io…

-Sì lo so, basta fischiare!...- sorrisi.

-Anche le cose che mi hai detto alla "casa", qualche giorno fa, su Kiria, sul suo presunto fratello, su quel passero…Ogni tanto ci penso e…oggi mi hai chiesto questa cosa…Che stai combinando Sunny?... Va tutto bene?

Attesi per pensare a cosa dire poi notai la sua impazienza.

-Io sto benissimo. Non preoccuparti per me…- tentai di rassicurarlo. -Lo so che sei un mio amico e che sarai sempre presente.

-Se poi cambi idea…posso essere anche di più di un amico…- scherzò lui tornando quello di sempre.

-Scordatelo!

Lo abbracciai forte. Mi dispiaceva avergli mentito, ma sentivo che era meglio lasciarlo fuori da tutta quella storia.

Passai l'intero pomeriggio in biblioteca a consultare gli annali di Falldown, dove erano riportate le cronache del paese. Non riuscii a ricavarci niente se non un forte mal di testa. Pensavo che quel ragazzo precipitato giù poteva essere Liam e che in realtà non era morto come tutti pensavano, e forse, proprio per questo era sempre nascosto nella bottega e nessuno sapeva della sua esistenza. Non mi era ancora chiaro però, perché  non lo ricordassi. Dopotutto se quelle sculture le avevo fatte non solo col nonno, ma anche con lui, avrei dovuto avere almeno qualche flash nella mia mente. Eppure, per quanto mi sforzassi, ritornavo sempre ad un punto morto. Tutto ciò era veramente frustrante per me.

I Misteri di Falldown-1. Lo scultore di gessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora