Hellsett

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Il ragazzo aprí gli occhi, ma riusciva a muovere solo quelli.

«Bentornato, Zeleric

Dinanzi a lui sorgeva una figura alta, dallo sguardo corrucciato ma saggio, muscolosa, maschile, dai capelli lunghi e albini.
Indossava una semplice rettangolo di stoffa drappeggiato attorno al corpo.
Un fisico scolpito con la precisione di Michelangelo, come un dio della mitologia corporale che studiava quando andava a scuola, su Tsuki.

«Tu... Ti ho già incontrato?» chiese il ragazzo.

«Quando sono scappato dal pianeta Vegeta...» continuò, rispondendosi da solo.

La figura annuì per poi incrociare le braccia, guardando fisso il suo interlocutore.

«Alla fine, in un certo senso, hai raggiunto la libertà. Non del tutto, ma é un passo avanti. Devo dire che stai andando bene.» affermò la figura, dalla voce possente.

«Sto andando bene...? Davvero?» chiese il ragazzo.

«Sí. Anche se ti stai abbattendo troppo. É il tuo passato che ti fa stare così, sbaglio?»

Il ragazzo distolse lo sguardo, fissando una parte indefinita del buio color nero pece che faceva da sfondo alla loro tranquilla quanto ambigua chiacchierata.

«Penso che sia un sí.» affermó la figura.
«Sai, anche io ho passato quello che hai passato tu.»

Kyle lo squadró di nuovo dalla testa ai piedi, come se avesse bisogno di confermare se i suoi occhi stessero vedendo giusto.

Ritornó a guardarlo in viso, dal basso verso l'alto.

«Tu hai ucciso...?»

La figura fece qualche passo verso il ragazzo, poi si abbassó sulle ginocchia e sollevó Kyle con la stessa delicatezza di una madre col proprio bambino.

«Tantissimo» affermó.

«Chi?»

«Saiyan... Proprio come te.»

Silenzio.

«E ti diró di piú: anche io so come ci si sente dopo, quando la tua anima viene stravolta e non sei piú tu, ma sei un'altra persona.»

Kyle deglutí. «Che intendi dire...?»

L'uomo chiuse gli occhi e fece un bel respiro.

Forse non era facile per lui parlare di queste cose. O magari si stava preparando per scegliere le parole adatte, così da toccare con delicatezza le corde piú interne del ragazzo.

Poi li aprí, guardando intensamente il saiyan che teneva tra le braccia.

«Tu porti un peso addosso che però non senti tuo. Ma questo é sopra le tue spalle, sempre pronto a farti sforzare per fare due passi, volare o colpire l'avversario. Questo senso di colpa ti ha lacerato nel profondo e ti consuma così tanto da riuscire a farti mettere in dubbio qualsiasi frase e qualsiasi azione, anche delle persone di cui ti fidi di piú. Metti in dubbio tutto perché il tuo stesso malessere appartiene ad azioni che ha fatto qualcun'altro ma di cui tu, adesso, hai tutte le responsabilità.»

Si emozionó sentendo quelle parole, poiché si sentí perfettamente capito senza neanche esprimere il suo stato d'animo.
Tiró su con il naso, con le lacrime che percorrevano piano piano il suo viso.

Dragon Ball - Saiyan Revenge™Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora