In casa Ferro non si era mai respirata così tanta tranquillità in una volta sola; l'atmosfera era colma di beatitudine che si cullava perfettamente sul leggero respiro di Manuel che era appoggiato col volto sul cuscino, rivolto nella traiettoria di Simone.
Nessuno dei due ci avrebbe mai scommesso una lira circa il loro essere lì, insieme, abbracciati, in quel letto dopo la notte passata insieme.
Simone sarebbe stato lì ore ed ore, in silenzio, a guardarlo dormire beatamente - i suoi lineamenti erano ancora più dolci e soavi in tale circostanza.
Ci avevano messo un po' per capire di esser pronti a mettere a rischio la loro amicizia, per provare a coltivare l'amore. Era un rischio, un enorme rischio, però entrambi vollero azzardare.
Per adesso era andato tutto bene anche se, paradossalmente, questa cosa era iniziata soltanto sedici giorni prima.
Lo sapevano solo loro ed andava bene così. Tanto agli occhi di tutti già erano Simone e Manuel quindi una base di verità c'era.
Giorno per giorno, avevano detto di viverla così. Senza piani, senza progetti che creassero paura nei loro cuori.
Soltanto Simone e Manuel, giorno per giorno, minuto per minuto.
Così sarebbero riusciti a capire quale era la forma più adatta per Manuel, per poter smettere di essere un mero filo d'erba in mezzo ad un enorme prato formato da tanti fuscelli come lui.
Manuel voleva essere qualcosa di più. Aveva vissuto diciotto anni nella paura di trovare sé stesso - quello vero - quindi, adesso, avrebbe dovuto far cadere la maschera. Giorno per giorno, senza fretta.
Simone era tranquillo, finalmente, e il suo cuore aveva trovato un po' di pace. Era stato grato al suo, ormai, ex fidanzato per essere stato comprensivo verso di lui; Molti, al posto suo, si sarebbero comportati diversamente, avrebbero privilegiato i propri sentimenti per egoismo e per paura di rimanere soli. Riccardo invece era stato coraggioso, aveva lasciato trapelare la bontà che risiedeva nel suo cuore, agendo secondo ciò che avrebbe reso felice Simone. Lui non sarebbe potuto essergli più grato e sperava che qualcuno sarebbe riuscito a concedergli tutto l'amore che si meritava; sicuramente Simone sarebbe stato lì, l'avrebbe aiuto se ne avesse avuto bisogno, dato che erano rimasti in buoni rapporti per volere di entrambi.
Dante e Anita lo sapevano di loro, più o meno - mi madre nun s'è accorta de niente Simò, tu padre si, è troppo avanti quell'uomo. Simone si era lasciato scappare una flebile risata ripensando a quel discorso.
Strano come, tutti tranne loro, già avessero capito dello strano rapporto che li legava.
Quei due erano simili, erano esseri fragili che, fortunatamente, avevano trovato qualcuno che riuscisse a rendere il proprio animo più coraggioso, meno timoroso e più preparato ad affrontare la sfida più grande di tutte - la vita.
Nessuno sapeva quanto sarebbe durata quella cosa ed andava bene così. Non c'erano pressioni incombenti che rendessero obbligati gesti e comportamenti. A dirla tutta, nessuno dei due aveva mai azzardato a chiedere cosa fosse quella cosa. Erano semplicemente loro, racchiusi in una bolla impercepettibile agli altri.
Quel piumone gli faceva caldo ma, questo, non era importante, Simone non si sarebbe mosso nemmeno di mezzo centimetro, quasi temesse di poter perdere un singolo secondo per visionare il beato sonno di Manuel.
Aveva i capelli arruffati, la mascella rilassata senza mezzo filo di barba e una mano vicina al cuscino di Simone. Durante la notte non si era spostato di una virgola, stava bene lì, con quel ragazzo, in quella forma.

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Another Love
Fanfiction» I wanna take you somewhere so you know I care But it's so cold and I don't know where ♪