Part 5

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Louis non perse tempo, si avvicinò ad Angie non appena lo sguardo della ragazza si spostò su di lui, capendo al volo che qualcosa non andava. Angie strinse la mano sul polso di lui, usando una forza che neanche lei credeva di avere, nascondendo il volto sulla sua spalla, dimentica del dolore che poco prima aveva provato, lacrime che nuovamente minacciavano di scendere sui suoi zigomi.
"Hey hey hey non piangere, respira" Tentò di dirle Louis, accarezzandole piano la testa, come se Angie fosse una bambina. Trascorsero alcuni minuti, in cui Angie tentò di stabilizzare il respiro contro la spalla di Louis, che la sostenne muovendo delicatamente la testa contro quella della ragazza.
"Non capisco, non capisco, cosa vogliono da me?" Angie domandò, cercando di seguire quello che Louis le aveva suggerito, senza molto successo. Stava cercando di mettere insieme i pezzi, ma non ci riusciva. Perché avrebbero dovuto minacciarla perché ritirasse l'accusa, poi richiedere un preappello? Era illogico, non aveva alcun senso. Ma aveva paura, Angie, forse insolitamente troppa per il suo carattere.

"Da te niente, ma non vogliono screditarsi, non vogliono perdere la faccia, e tu stai tentando di fargli proprio quello. Non possono permettere che una sciocca piccola neolaureata lo faccia." Le spiegò il ragazzo, prendendo il viso di Angie tra le mani e toccandole la fronte con le labbra.
"Devo ritirare l'accusa Louis, devo farlo. È solo un tentativo di mettermi pressione questo, e io sto cadendo sotto questa pressione. Devo togliermi di mezzo e lasciare le cose come stanno" Disse Angie quasi d'un fiato, stringendo senza accorgersene la mano di Louis, che di getto nuovamente la baciò, colto da chissà quale desiderio.
"Angie, è una tua scelta, ma non devi farla così, condizionata dalla paura. Ti ho già promesso che non arriveranno nemmeno a sfiorarti, a costo di stare con te giorno e notte - le mormorò serio, per poi aggiungere con una mezza risata - non che mi dispiacerebbe passare giorno e notte con te spugna"
Angie accennò una risata forzata, poi abbracciò Louis, mormorando un grazie sulla sua spalla.
"Bene, ora che ti sei calmata, mi aggiorni su come va la spalla. E la testa. Immagino avrai bisogno di caffè" Continuò Louis, aiutando Angie a sedersi e spostandole i capelli per rivelare un colorito ancora tendente al viola su gran parte della spalla, appena meno gonfia della sera precedente.
"Se fosse qualcosa di grave starei urlando, te lo garantisco... È solo una brutta botta. Però hai ragione, ho fame e bisogno di caffeina. Ci vestiamo e andiamo al bar all'angolo, prima che io vada in studio, o sei troppo fighetto per certi luoghi di serie b?" Tentò di sdrammatizzare Angie, guardando l'espressione preoccupata di Louis cambiare mentre alzava gli occhi al cielo e sbuffava divertito.

Quel giorno in ufficio, Angie si lasciò convincere a portare avanti la causa, nonostante la fastidiosa sensazione di paura che l'uomo le aveva lasciato addosso il giorno precedente. Erano passate le sei di pomeriggio quando uscì dallo studio, sorprendendosi e quasi spaventandosi alla vista di un ragazzo, vestito di nero, poggiato al palo della luce oltre la strada. Louis alzò gli occhi non appena Angie chiuse il portone, affrettandosi a spegnere la sigaretta e attraversare la strada per raggiungerla.
"Esattamente da quanto tempo sei qui?"
"Da abbastanza per sapere che sei una stacanovista avvocato, perfino la segretaria è uscita prima di te" Si lamentò Louis, prendendo una nuova sigaretta dal pacchetto che aveva in tasca e mettendola in bocca, ignorando lo sguardo truce di Angie.
"Odio il fumo" Gli confessò, stringendosi nel blazer e spostando lo sguardo sulla vetrina che stavano sorpassando, mentre Louis sbuffava sonoramente.
"Sei un impiastro. Scommetto che non hai mai fumato in vita tua. Non si giudica qualcosa che non si conosce, non lo sai Angie?"
"Tu hai una visione molto strana della mia persona Tomlinson"
"Provami il contrario allora miss perfezione" Louis sfidò Angie, tendendole la sigaretta accesa, un sopracciglio alzato e il suo solito ghigno sulle labbra. Angie continuò a camminare, reprimendo il desiderio di interrompere quella farsa con un bacio, che sarebbe stato alquanto inappropriato. Stavano diventando davvero troppe, le volte in cui si trovava a voler baciare quel ragazzo che le camminava a fianco.

Trouble - Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora