Il signor Tomlinson, allertato dall'avvocato riguardo a ciò che era successo, aveva ripreso l'aereo non appena era atterrato, preoccupato per il figlio e irato verso i colpevoli. Aveva passato la notte tra aeroporti e sedili di aerei, arrivando a Londra per le nove di mattina, precipitandosi alla sua villa.
Era presente soltanto il giardiniere, che non era entrato, ma la porta di casa era chiusa ma non bloccata. Tomlinson la aprì con cautela, immaginando che Louis fosse ancora a letto, visti gli eventi della serata precedente, quindi in camera sua. Si meravigliò alla vista del soggiorno, disordinato soltanto in alcuni punti, colorato di vestiti qui e lì. Con le sopracciglia aggrottate, analizzò ciò che aveva di fronte: la maglia di Louis era stata lanciata sul divano, mentre a terra giacevano i suoi pantaloni, una camicetta di raso rosa pallido e una gonna blu notte, che non riconosceva. Immaginò che il figlio si fosse portato a casa qualcuna delle sue amiche per tenergli compagnia e consolarlo dopo gli eventi, sorridendo amaro del fatto che suo figlio fosse così avulso a ogni tipo di regola o responsabilità.Camminava lento, Mark Tomlinson, sapeva cosa avrebbe trovato e di certo non fremeva dalla voglia di vedere suo figlio a letto con una sconosciuta, o peggio ancora, qualcuna di quelle ragazze che frequentava quando andava per discoteche e locali vari. Non era la prima volta che succedeva, e Mark non riusciva a comprendere come fosse stato possibile che suo figlio, con la sua separazione dalla moglie di un paio d'anni prima, fosse cambiato tanto. D'altronde Louis era stato un adolescente come gli altri, scapestrato, ma contenibile, fino a quando aveva finito gli studi e si era rifiutato di proseguire con l'università, e quindi seguire le orme di suo padre, chiudendosi invece in se stesso e collezionando pile di avvisi e minacce di arresto, imparando quali posti erano i peggio frequentati e trascorrendo una buona parte delle sue giornate lì. Era cambiato radicalmente, ma Mark non riusciva a incolpare il divorzio, dato che le figlie non avevano dato segni di squilibrio, pur essendo nella fase pre adolescenziale o poco più. Era stato Louis, poi, a chiedere di stare con il padre, mentre Johannah, a cui il ragazzo era legatissimo, si era ritrasferita a nord nello Yorkshire, con le figlie.
Si appoggiò sullo stipite della camera da letto di Louis, gli occhi prima sul cartello che il ragazzo aveva appeso qualche anno prima, che vietava l'entrata a genitori e sorelle impiccione, poi su ciò che si trovava sul letto a due piazze: vedeva il volto di Louis, piuttosto disteso, ancora addormentato, poi sulla sua spalla la testa castana e riccia della ragazza, poggiata su di lui con un braccio sul petto del ragazzo. Erano coperti soltanto a metà, cosicché Mark riusciva a vedere chiaramente la schiena nuda della ragazza e il petto di Louis, nelle stesse condizioni. Una maglia di suo figlio era vicino al corpo della ragazza, ma oltre a quello Mark non captò altro, alzando gli occhi verso il soffitto mentre prendeva fiato.
"Quante volte devo dirti che non voglio che ti porti le tue sgualdrine a casa mia Louis?!" Gridò, mentre i due venivano svegliati di soprassalto. La ragazza emise un gridolino, andando istintivamente a prendere le coperte per coprirsi fino al collo e spostando lo sguardo prima su Louis, poi su Mark, che spalancò gli occhi, colto da un mix di sorpresa e rabbia.
Angie aveva il cuore in gola, il terrore sul volto, ma Louis, dopo il primo momento di shock, ricacciò la testa sul cuscino, sbuffando sonoramente.
"Dovresti essere dall'altra parte del mondo, cosa ci fai qui?" Gli domandò scocciato, stringendo il bacino di Angie sotto le coperte.
"Ero preoccupato per mio figlio che non sa stare fuori dai guai! E tu, ti avevo detto di fargli da avvocato e assicurarti che non facesse casini, non di buttarti nel suo letto alla prima occasione come fossi una puttanella! Fuori!" Urlò Mark, mentre Louis avvicinava ancora Angie a lui. Tanto quanto era arrabbiato Mark, lo era Louis, ma Angie in quel momento era fumante di rabbia.
"Mi senta bene, signor Tomlinson, non accetterò che-
"Angie, calmati, me la cavo io, sul serio" Sussurrò Louis al suo orecchio, poi le scoccò un bacio sulla guancia, prendendo la sua mano, mentre con l'altra la aiutava a rimettere la maglia che aveva tolto durante la notte. Non appena poté, incapace di pensare, Angie si alzò e prese la via della porta, lasciando la mano di Louis e arrivando fino al salotto per prendere le sue cose.
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Trouble - Louis Tomlinson
FanfictionTutti, nell'area aristocratica di Londra conoscono i Tomlinson. Conoscono il prestigio e la ricchezza di questa famiglia, sanno che le proprietà di East London hanno tutte la stessa firma. Tutti a Londra conoscono l'erede ribelle, la pecora nera di...