"Ti prego Will! Non posso farcela"
Il giorno della sfilata era arrivato e, nonostante le innumerevoli prove, io non mi sentivo minimamente pronta.L'ansia stava divorando il mio stomaco, le mani mi tremavano e giusto per non farci mancare nulla, sentivo che un mal di testa atroce stesse per arrivare.
Non potevo, sapevo di essermi ripromessa che ci sarei riuscita, che avrei spaccato ma...
Semplicemente non potevo."Oh cristo, Mad" Will mi tirò letteralmente fuori dal letto usando tutta la forza che non sapevo nemmeno possedesse.
Mi stava guardando agonizzante e sul punto di impazzire.
Credeva che mi fossi convinta, che alla fine non avrei fatto storie e sarei salita su quella dannata passerella, ma in fondo lui sapeva che il dubbio...la sensazione di inadeguatezza non mi avrebbe lasciata.
"Tu non ti rendi conto di quanto sei sexy, sul serio. Se non ti conoscessi da quando portavi il pannolino io stesso proverai a entrarti nelle mutande"E lui ci provava, mi rassicurava, mi sorreggeva e io non riuscivo a essere per lui quella che voleva.
Mi alzai, scrollandomi le sue mani dal corpo, cercando inutilmente di conservare quel briciolo di dignità che mi rimaneva.
E io dovevo farlo, nonostante la paura per lui ci sarei riuscita.Questa sfilata non rappresentava solo una svolta per me ma anche per lui, un'occasione per entrambi di diventare quello che avevamo sempre sognato.
Allora mi convinsi, per lui, per noi.
"Va bene Stellina, andiamo"Iniziò letteralmente a saltellare più euforico che mai e non potetti fare a meno di sorridere perché vederlo felice, dopo tutto quello avevamo passato mi riempiva il cuore di gioia.
"Okay pallina, su forza!
Ti voglio pronta in dieci minuti, Hermes non aspetterà noi"
E così fu, corsi come un fulmine, mi preparai nel minor tempo possibile e in meno di quindici minuti eravamo già in macchina.
Una vecchia, ma bellissima, Cabriolet d'epoca di Will gentilmente regalatagli dal nonno.Corse, sfrecciò per le strade di New York, ad accompagnarci per tutto il tragitto c'era Rihanna che ci dava la carica.
Potevo farcela, avrei spaccato.
Dieci minuti dopo eccoci fuori all'imponente entrata della sede centrale di Hermes, sentivo l'ansia crescere sempre più.
Ci lanciammo una veloce occhiata e poi entrammo, mano nella mano."Madelaine, dove diamine eri finita?"
Ciao anche a te Kylie, un piacere vederti come sempre.
Era furente, ma non me ne curai particolarmente.
Le andai semplicemente incontro abbandonando la mano confortevole di Will
"Ora sono qui, dimmi cosa devo fare"
E lo so, che se avesse potuto mi avrebbe fatta fuori seduta stante, trovavo la scena abbastanza divertente a dire il vero."Muoviti, la sfilata sta per iniziare, ti rendi conto? Mancano esattamente trenta minuti e tu ancora non hai sistemato nemmeno i capelli"
Iniziò letteralmente a correre davanti a me, farfugliando parole incomprensibili come "Per colpa di questa, verrò licenziata" ma anche questa volta non me ne curai.
Tralasciai addirittura il fatto che mi avesse chiamato "questa", troppo presa dal fantastico mondo che mi circondava.L'edificio di Patrick Thomas rappresentava tutto ciò che avevo sempre amato, trasudava eleganza da tutti i pori.
Non era pacchiano e nemmeno troppo articolato, era di uno stile semplice ma rendeva impossibile non rimanerne estasiati.
"Madelaine muoviti!"
Fu la voce di Kylie a riportarmi con i piedi per terra con la sua voce stridula, sentivo fosse vicina all'esaurimento nervoso.Lanciai un'ultima occhiata divertita a Will che in risposta rise, ci addentrammo l'uno al fianco dell'altra ancora di più all'interno del magnifico edificio.
Sentivo urla di persone correre avanti e indietro.
Modelle e modelli che stavamo quasi per piangere, modellisti sul punto di una crisi di nervi.
Credevo che mi sarei spaventata davanti a quella visione, che sarei scappata a gambe levate e invece...
Mi sentivo più a casa che mai.
Era questo il mio posto, lo sentivo.Corsi da una modellista che si stava sbracciando per attirare la mia attenzione, le lasciai fare tutto quello che voleva con me, è così feci con tutti gli altri.
Ero nelle loro mani e mi lasciai completamente andare, facendomi inghiottire dall'aria che si respirava li, carica di adrenalina, tensione e felicità.
Mi trascinarono in giro e solo a lavoro finito potei guardarmi, e cazzo.
Cazzo!Avrei potuto conquistare il mondo vestita in questo modo.
I miei lunghi capelli rossi erano raccolti in una coda altissima, sembrava avessi fatto un lifting facciale per quanto quest'acconciatura mi tirasse i lineamenti del viso verso l'altro.
Il trucco era semplice ma incredibilmente espressivo, richiamava il rosso del vestito, non avevo il viso particolarmente truccato e il pallore che mi ha sempre accompagnata era ancora piuttosto presente facendo in modo che il rosso sangue del vestito formasse un incredibile contrasto con la mia carnagione.E poi c'era l'abito, il più bello che avessi mai visto e mai indossato, fasciava il mio corpo alla perfezione.
Non era corto bensì abbastanza lungo e se non fosse stato per i tacchi vertiginosi probabilmente sarei inciampata in esso, mi rendeva estremamente sensuale e mi infondeva quel grado in più di sicurezza di cui avevo assolutamente bisogno affinché potessi sfilare.Sapevo il mio turno si avvicinasse, la capo stilista spingeva le modelle verso l'ingresso alla passerella, il panico stava per arrivare.
Avevo perso anche Will, non lo vedovo da quando ero stata inghiottita dai modellisti ma io avevo bisogno di lui.
Non c'era tempo, il capo mi spinse davvero poco delicatamente verso l'entrata
"Vai, forza! È il tuo torno"Panico, ecco l'unica cosa che sentivo
E lei dovette percepire il mio stato d'animo, letteralmente tremavo, perché mi guardò e sorrise lievemente
"Sei incantevole, vai"
E con un'ultima spinta mi trovai a percorre il corridoio che mi avrebbe portata sulla fatidica passerella.
Camminavo con compostezza ed eleganza, con una grazia che non sapevo mi appartenesse.
Avevo svuotato la mente, non pensai a nulla semplicemente rimasi con lo sguardo fermo davanti a me senza guardare le centinaia di persone sedute, non mi curai di nulla nemmeno dei potenti fari che quasi mi annebbiavano la vista.Camminavo, fiera con il mento alto e la grazia di un angelo.
Nulla mi avrebbe fermata.
Li sentivo addosso gli occhi adoranti delle persone è mai mi ero sentita così viva, così potente.Posai solo per un secondo lo sguardo sul pubblico ed è li che lo vidi.
Due occhi verdi come lo smeraldo più prezioso dell'universo, non riuscivo a capire che aspetto avesse, non vedevo nulla oltre ai suoi occhi eppure aveva un qualcosa di estremamente familiare. E quello mi bastò, ne rimasi incantata, non avrei mai voluto distogliere lo sguardo.Ricordavano maledettamente gli occhi di lui, sapevo fosse impossibile.
Lui era morto.Purtroppo la passerella era quasi finita e se non avessi voluto trovarmi con il culo per terra avrei fatto bene a tornare indietro.
E così fu, ripercorsi la passerella con calma, senza agitazione come se quell'incontro di sguardi non fosse mai successo, come se me lo fossi immaginata
Eppure io li sentivo i suoi occhi su di me, bruciarmi fin dentro le ossa.
Non mi fermai neanche una volta e semplicemente tornai dietro le quinte come se nulla fosse...ma dentro stavo bruciando.

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Fire on Fire
ChickLitEstratto dal capito 6: "Non farlo, non toccarmi" Sembrava quasi che stesse supplicando. Ma stavamo parlando di Harry, ed era fuori discussione che lui potesse anche solo prendere in considerazione l'idea di supplicare qualcuno. Ma la sua espressione...