Introduzione

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Non era stato facile per me entrare a far parte del campo della moda. Avevo lottato con le unghie e con i denti per riuscire a guadagnarmi il minimo rispetto, per poter dire la mia.
Avevo per anni aspettato il mio turno, imparato a parlare quando potevo e, quando invece la mia voce sapevo non sarebbe stata minimamente ascoltata, a tacere.
Ero partita dal guardare le sfilate su una vecchia televisione chiusa all'interno della mia stanza, creavo abiti con vecchie camicie di mio padre e abiti sporchi di mia madre, avevo lottato basandomi solo sulle mie forze per essere ammassa alla facoltà di economia e in seguito alla specializzazione in marketing della moda, tutto cercando di onon gravare mai sulle spalle dei miei genitori e quindi pagando le rette completamente da sola spaccandomi il culo per cercare di arrivare a fine mese senza che mi staccassero la corrente. Una sola persona non mi aveva abbandonata, stando al mio fianco passo dopo passo, condividendo le spese e amandomi più di quanto io potessi mai desiderare, William.
Veniva dal mio stesso pesino troppo piccolo e stretto per entrambi, condividendo la mia stessa passione dalla tenera età di quattro anni, lottando insieme per crearci un nome, un titolo, stando sempre l'una al fianco dell'altro.
Tutto quello di cui ora disponevo io lo avevo guadagnato, lo avevo sudato.
Quindi no, non sarei finita a fare la modella dopo aver passato oltre sei anni a combattere.
"Perfavore Mad, ragiona. È l'occasione della tua vita"
Sospirai, credevo che almeno lui, il mio migliore amico sarebbe riuscito a capirmi.
"Will, non ho nulla contro le modelle davvero, le adoro ma non io. Non dopo aver studiato anni per essere qui"
Era sul punto di piangere, lo vedevo dal suo viso che stava per esplodere e dall'occhio sinistro che iniziò improvvisamente a tremare, chiaro sintomo che volesse sul serio sgozzarmi e lasciarmi sul divano a morire.
Mi guardò come solo lui sapeva fare, con le mani intrecciate alle mie cercando di non avere un esaurimento nervoso
"Amore dolce, non è che devi sfilare e fare foto per una pubblicità di pannolini. È Hermes, cogliona"
Cercavo sul serio di non ridere, ma era troppo buffo con la faccia rossa dall'esasperazione.
Strinse forte le mie mani come a sostenere la sua tesi "HERMES!" urlò ancora.
Lo sapevo bene che fosse Hermes e che probabilmente accettare avrebbe fatto si che mi introducessi definitivamente nel campo della moda, semplicemente però non potevo, non riuscivo. Io non ero in grado di sfilare come un angelo di Victoria's Secret, non possedevo metà della grazia e del portamento di cui si doveva necessariamente disporre per poter anche solo prendere in considerazione l'idea di sfilare per Hermes.
"Will, guardami negli occhi e dimmi che non credi anche tu nella mia incapacità di poter sfilare davanti a centinaia di persone"
Occhi dentro occhi, non poteva mentirmi conoscevo troppo bene quello stronzetto e percepivo il suo nervosismo senza neanche che muovesse un suolo muscolo.
Ridacchiò appena, senza però essere realmente divertito, non capì dove volesse andare a parare ma lo lasciai fare.
"Allora è questo il problema pallina? Credi di non esserne in grado?"
Annuì appena come a non voler dimostrare così apertamente una mia insicurezza, non volevo espormi e dargli così modo di psicanalizzare i miei comportamenti.
Ma tutto ciò che notai furono i suoi occhietti vispi intenerirsi e il suo corpo scivolare ancora più vicino al mio.
"Tu non hai decisamente il portamento di Gisele Bundchen"
Stronzo e sincero come sempre
"Sei una merda"
Strinse le sue piccole mani intorno al mio mento e rise, un sorriso che non poteva in nessun modo non coinvolgermi perché Will era Will.
"Fammi finire stronza, non hai il suo portamento ma sei la donna più bella e forte che abbia mai visto e conosciuto, piangeranno per te quando salirai su quella passerella, faranno addirittura dei cori degni di una stadio per il tuo bel culetto stretto in un ambito magnifico D'Hermes."
Non potetti non sorridere a abbracciarlo come a dimostrargli la mia infinita gratitudine, mi accolse, mi strinse e mi rassicurò.
"E se non la faranno giuro solennemente che li ammazzerò tutti, compreso lo stilista stesso"
Risi e lo strinsi più forte
"So che lo farai stellina".
E allora accettai, con la promessa che mai mi sarei sentita inadeguata.
Sarei stata una dea.

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