➤ Tre.

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WELL ...bentornata Indigo !
Sono così dispiaciuta di averla accantonata per così tanto tempo, ma come sapete ho avuto e continuo ad avere parecchie traduzioni di cui occuparmi :(
MA sentivo davvero tanto la mancanza di questa storia, in particolare perchè è una delle uniche het rimaste e ho deciso di riprendere ad aggiornarla. Non so dirvi che cadenza settimanale avranno i capitoli ma prometto che da adesso, gli aggiornamenti saranno frequenti.

Inoltre, ho deciso di caricare un header a ogni inizio capitolo per non dover diventare scema a trovare un contenuto multimediale per ogni capitolo...che ne pensate? Vi piace?

Buona lettura!!

Ros.

Avevo dieci anni, correvo intorno a casa mia come una pazza. Sentii dei passi e le urla di protesta alle mie spalle ma non importava, mi stavo divertendo.

"Ara Fey torna immediatamente qui!" Mio padre mi inseguiva ma io ero troppo veloce. Corsi, facendo il giro del tavolo e ridacchiai. Mi fermai solo quando udii un forte grido proveniente da mio padre e un tonfo mentre cadeva a terra.

Mi voltai e mi affrettai a raggiungerlo, spaventata della possibilità che potesse essersi fatto molto male. "Mi dispiace padre, ti ho fatto male?" Le lacrime inondarono i miei occhi al pensiero che potesse morire.

"Sto bene Ara, ho solo sbattuto sullo spigolo del tavolo, tutto qui." Disse mio padre, sorridendo nonostante il dolore. "Potresti smetterla di correre e venire con me? C'è una persona importante che vorrei farti conoscere." Scossi la testa e osservai mio padre rimettersi in piedi. Allungò il braccio e lasciai che avvolgesse la mia piccola mano, guidandomi.

Uscimmo fuori di casa e sentii la presenza della sicurezza alle nostre spalle. Ci accomodammo sui sedili posteriori di un'auto e subito dopo partì. Non avevo idea di dove fossimo diretti e io non l'avevo mai chiesto, mio padre non era un grande fan delle domande.

Ci vollero circa dieci minuti di viaggio per giungere la nostra destinazione. Aveva tutto l'aspetto di un edificio pieno di uffici, tuttavia pareva abbandonato, come se da oltre un decennio non ci avesse messo piede nessuno.

Strinsi la mano di mio padre ancora più forte mentre avanzavamo in direzione di quel complesso. Avevo paura. Avevo letto storie di fantasmi e visto film dell'orrore quando lui non era a casa, quindi sapevo cosa volevano dire gli edifici abbandonati. Le persone ci morivano dentro.

E mentre l'esterno di quel fabbricato era un disastro, l'interno che vidi non appena le porte si aprirono, mi suggerì quanto invece fosse ingannevole. L'interno del palazzo era nuovo, quasi futuristico. I muri erano interamente neri e decorati con una luce lineare blu brillante, sprigionata dalle crepe sul muro.

Più avanzavamo, più vedevo scorci delle stanze interne. Ognuna era differente e sembrava avere uno scopo speciale. Vidi una donna, con indosso un camice da laboratorio che trasportava un vassoio con delle provette in una stanza, due ragazzi avvolti dalle divise di karate che combattevano l'uno contro l'altro; sembrava che non ci fosse fine a ciò che questo edificio conteneva.

Nel momento in cui raggiungemmo una grossa porta doppia alla fine del corridoio, ci fermammo e mio padre annuì alla guardia piazzata di fronte all'entrata. All'apparenza le porte si schiusero autonomamente, ma io sapevo che era stata la guardia a premere un pulsante.

C'era un ragazzo al suo interno, sembrava giovane...non tanto quanto me, ma non era nemmeno adulto. Era in piedi di fronte a un grosso uomo corpulento, il doppio di lui, e appariva pronto per combattere.

𝐈𝐍𝐃𝐈𝐆𝐎 | BTS (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora