➤ Quattro.

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"Jungkook sei così fastidioso!" Urlai alla mia guardia del corpo. Aveva sedici anni, solo cinque anni in più di me e già si comportava come un adulto con un qualche potere su di me. La me di undici anni non approvava.

"Ara devi andare a scuola." Mi trascinò con sé, afferrandomi un polso. Stava tentando di portarmi a scuola, ma io non volevo andarci. La scuola era inutile, la odiavo e odiavo che Jungkook dovesse accompagnarmi.

"Invece no." Smisi di camminare e lui fece lo stesso. Non era sua intenzione trascinarmi sul terreno ma notai che ci stesse quasi pensando. "Mi dici sempre quello che devo fare. Non sei migliore di me, cosa ti fa credere che puoi permetterti di farlo?" Aggrottai le sopracciglia. Non eravamo mai andati d'accordo, era sempre un battibeccarsi e litigare di continuo. Jungkook era sempre presente e lo odiavo.

"Ara, ti trascinerò se devo," Jungkook alzò gli occhi al cielo e io gli lanciai un'occhiata di sfida come per dire 'non lo faresti'. Jungkook ghignò e con un solo strattone aveva ripreso la sua marcia trascinandomi per un braccio lungo tutto il marciapiede. Ringhiai nel processo e immaginai di dover andare a scuola.

Non mi stava trascinando sul terreno come avevo pensato. L'unica parte del mio corpo che toccava terra erano i piedi, e il rumore delle mie scarpe che scrostavano il marciapiede era l'unico udibile, insieme a quello dei passi di Jungkook.

"Non sei divertente." Piagnucolai.

"Sei una pigna nel culo." Jungkook si voltò, lanciandomi un'occhiataccia. Non aveva smesso di trascinarmi e continuò a farlo per tutto il tragitto fino a scuola.

E non appena mollò la presa dal mio polso, scappai, nella speranza di potermi allontanare da lui ma pur sapendo che sarebbe stato assolutamente in grado di riacchiapparmi.

Corsi per la strada. Degli pneumatici stridettero e mollai un urlo non appena vidi di fronte a me; un'auto stava venendo verso di me. Un paio di braccia forti mi avvolsero il busto e improvvisamente percepii dell'erba soffice. Il cuore era sul punto di uscirmi dal petto ma ero viva.

"Sei così stupida, Ara." Jungkook sospirò. Mi lasciò andare e cominciò a controllarmi per assicurarsi che non mi fossi fatta male. Non avevo né tagli né botte ma ero sicuramente spaventata.

Jungkook mi accarezzò una guancia con le dita e chiuse gli occhi. "Stai bene?" Mi domandò, riaprendo gli occhi. Mi ci volle un minuto per farlo, ma poi annuii. Jungkook si rialzò, estese una mano per me e questa volta la afferrai.

Mi accompagnò lungo tutta la strada all'interno della scuola fino ad arrivare nella mia classe, come al solito. Questa volta però mi scortò fino al mio banco, guadagnandosi alcune occhiate dalle persone attorno a me. E non appena mi misi seduta, lui si accucciò, guardandomi con occhi dolci.

"Se vuoi tornare a casa, basta che vai in ufficio e io verrò a prenderti." Sussurrò. Rimasi scioccata dalle sue parole, tuttavia annuii lentamente. "Passa una buona giornata a scuola, Ara." Si alzò e poi andò via. E mentre lo faceva, le ragazze in classe mia ridacchiarono, probabilmente vittime di una cotta per il ragazzo più grande.

Io rimasi a fissarlo con un'incrollabile curiosità. Questa era la prima volta, da quando avevo conosciuto Jungkook un anno prima, in cui mi salvava la vita.

-

"Cosa facciamo?" Chiese Hoseok. "Com'è possibile?" Si passò le dita tra i capelli con fare agitato.

"Non è possibile che sia Ara." Yoongi scosse il capo.

"Pronto?" Intervenni. "Sono ancora qui."

𝐈𝐍𝐃𝐈𝐆𝐎 | BTS (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora