➤ Cinque.

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"Jungkook! Jungkook!" Cercai ovunque. Corsi fuori di casa chiamando il suo nome, urlando a pieni polmoni.

"Ara!" La voce di mio padre mi raggiunse. "Ara vieni qui!" Non era solo, c'erano delle guardie insieme a lui.

"Jungkook!" Percepii le corde vocali graffiare le une sulle altre e probabilmente il giorno dopo mi sarei ritrovata senza voce. Le braccia di mio padre mi avvolsero e crollai, con le lacrime a precipitare dagli occhi.

"Ara se n'è andato, non c'è più piccola," Mio padre mi accarezzò i capelli mentre piangevo contro il suo petto.

"No, no, no, non può essere morto. Me l'ha promesso, me l'ha promesso," Singhiozzai. Jungkook non poteva essere morto, era il nostro soldato migliore, il nostro uomo migliore. Aveva appena compiuto diciotto anni, aveva così tanta vita di fronte a sé.

"Mi dispiace piccola." Mio padre mi baciò la testa. Mi accoccolai tra le sue braccia per un po', piangendo fino a non farcela più. Infine mi trasportò dentro casa e mi fece sdraiare sul mio letto. E quando se ne andò continuai a piangere, e lo stesso feci ogni notte dopo.

Jungkook non aveva mai lasciato la mia mente.

-

Sobbalzai in un letto. Mi guardai attorno freneticamente e notai di essere in una stanza bianca. Una goccia d'acqua mi colpì la mano e aggrottai le sopracciglia, guardandola. Tremando, appoggiai una mano sul mio viso e sentii le lacrime, avevo pianto. Quello stupido ricordo.

La porta si aprì ed entrarono Namjoon e Jungkook, accompagnati da un altro ragazzo che non avevo mai visto. Tutto quello che potevo notare, era quanto fosse di bell'aspetto, il che non era una buona cosa in una situazione del genere.

"Ho bisogno di parlare con te, ma prima," Namjoon spinse Jungkook in avanti. E fu in quel momento che riuscii a vedere meglio il suo volto. Lo avevo davvero incasinato; aveva tagli e lividi lungo le guance e il labbro era spaccato. Accanto a lui, Namjoon pareva stare bene ma ero certa avesse delle botte sotto la maglietta per via della sedia. "Tu e Jungkook dovete parlare e gli dirai tutto quello che è successo da quando se n'è andato."

"E perchè dovrei farlo?" Sbuffai. Il ragazzo accanto a Namjoon fece un passo avanti con un'espressione assente sul viso.

"Lui è Taehyung." Namjoon gli diede una pacca sulla schiena. "E' l'hacker più intelligente che abbiamo mai avuto." Inarcai un sopracciglio nel sentirlo. Taehyung sembrava un soldato, non qualcuno che siede dietro un computer sbloccando codici tutto il giorno. Aveva le spalle ampie e i lineamenti duri del suo viso lo rendevano a tutti gli effetti un killer. I capelli rossi rendevano la sua pelle ancora più ambrata e i suoi occhi trapassavano la mia figura come se non scherzasse affatto.

"L'aspetto può ingannare." Namjoon ghignò, percependo il mio dubbio. "Monitora ogni stanza presente in questa casa, ogni stanza nella tua casa e ogni abitazione o angolo di Seoul." Sgranai gli occhi. Com'era possibile? "Se vuoi che scaviamo noi e raggiungiamo il tuo passato traumatico da soli..." Iniziai a respirare un po' più pesantemente. Chi sapeva cosa avrebbero davvero trovato se avessero cercato per davvero. Probabilmente, cose che non volevo vedessero la luce del sole. "Altrimenti il mio suggerimento è quello di parlare con Jungkook, qui."

"D'accordo." Scossi la testa, lanciando un'occhiata a Namjoon. "Il bel ragazzo non può rimanere però." Feci cenno in direzione di Taehyung. E nonostante il suo duro aspetto esteriore, lo vidi arrossire e fu come guardare una persona completamente diversa. Improvvisamente appariva carino e coccoloso, qualcuno che avresti semplicemente strizzato...e un po' mi ricordava Jimin ogni volta che rideva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 19, 2022 ⏰

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𝐈𝐍𝐃𝐈𝐆𝐎 | BTS (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora