Ci tiene ancora a me?

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Micheal mi accompagnò a casa e se ne andò. Non gli chiesi neanche se avesse voglia di salire, perché, anche se la notte precedente era stata magnifica, non ero dell'umore adatto. Prima di mettermi a letto, provai a scrivere a Mark per restituirgli la felpa.

"È ancora questo il tuo numero?" digitai, e solo dopo qualche minuto ebbi il coraggio di inviarlo.

"Chi sei?" fu la sua risposta.

Uhm... ha cancellato il mio numero? Sul serio?! Beh, potrebbe aver rotto il telefono e aver perso tutti i contatti...

"Mark, sono Ivy."

"Cosa vuoi a quest'ora?"

"Posso chiamarti?"

Dopo pochi istanti il mio telefono squillò.

"Pronto."
"Sì...?"
"Mark..."
"Cosa c'è?" mi chiese, come fosse infastidito.
"Volevo scusarmi per oggi."
"Ivy, davvero, non ce n'è bisogno..."
"Posso capire che tu ci sia rimasto male per la felpa e mi dispiace davvero. Me la sono fatta restituire e-"
"Possiamo parlarne in un altro momento?" mi interruppe, e sentii una risata femminile sghignazzare alle sue spalle.
"Oh... uhm... scusa non... non volevo disturbarti." mormorai timidamente, capendo di aver interrotto sicuramente qualcosa di... beh... avete capito.
"No, ma che dici, non disturbi affatto-" il suo tono diventò improvvisamente più dolce, più rassicurante, come se avesse capito ci fossi rimasta male.
"Dai Mark... torna qui." la voce femminile lo interruppe nuovamente. Voce che, stranamente, mi sembrò alquanto familiare.

Ma certo! È a letto con Elizabeth!

"S-sta tranquillo... n-ne parliamo domani." mormorai, completamente spiazzata, non appena realizzai con chi fosse.
"Tutto bene tra noi quindi?" mi chiese.
"Buonanotte." risposi, chiudendogli il telefono in faccia. Mi aveva fatto tutta la paternale per quella cazzo di felpa e poi mi aveva risposto al telefono mentre era a letto con la sua ex moglie? Era fottutamente serio?

Alla faccia del non stiamo insieme! Intanto te la scopi, brutto stronzo!

Incazzata come non mai, tentai di addormentarmi, cercando di non pensare a quanto avessi voglia di strangolarlo.

Ma in fondo Ivy... cosa ti importa? Tu sei felice, stai con un uomo meraviglioso. E sai perfettamente che lui in tutti questi anni si sarà portato a letto centinaia di ragazze, mentre tu, stupida come sei, non hai mai avuto una storia seria con nessun altro prima di Micheal...

Mi addormentai con la mente annebbiata da quei pensieri. La mattina seguente mi svegliai carica di energie. Mi preparai al meglio per il meeting di quel pomeriggio e mi incamminai verso l'ufficio. Mi fermai a prendere un cappuccino per Micheal e, arrivata, andai subito a bussare alla sua porta per vedere se c'era.

"Si?"
"Sono io." dissi, prima di entrare.
"Buongiorno Jones." disse lui, alzandosi e venendomi incontro.
"Buongiorno dottor Ferreri." risposi, stampandogli un bacio sulle labbra. "Questo è per te." aggiunsi poi progendogli il cappuccino.
"Oh... grazie. Ma non ti avevo detto che non era compito tuo portarmi la colazione?" mi chiese allora.
"E infatti non te l'ho portato in quanto tua segretaria, ma in quanto tua ragazza."
Era la prima volta che pronunciavo quelle parole ad alta voce.

Io sono la sua ragazza, wow.

"Grazie mille." disse allora, sorridendo, stringendomi forte a sé, come volendo che quel momento durasse per senpre. Dopo qualche minuto, finalmente riuscì a staccarsi.
"Per quanto vorrei restare così tutto il giorno, abbiamo del lavoro da fare."
"Uff... va bene." risposi, accennando un sorriso.

Il solito guastafeste...

"Questa è la lista degli invitati." disse, porgendomi un foglio. Lo afferrai e iniziai a leggerlo da cima a fondo.
"Uhm... ma quando l'hai fatta? Stanotte?" gli chiesi, stupita.
"Non riuscivo a dormire."
"E come mai?"
"Cosa vuole sapere Jones, se stavo pensando a lei?"
"Uhm... beh... nel caso fosse così... insomma... potrebbe dirmelo..." dissi, sfoggiando un sorriso spavaldo.
"Non sono affari suoi, Jones." rispose con tono malizioso.
"E va bene. E allora... di quante persone si tratta?" tornai seria.
"Circa quattrocentocinquanta." rispose lui.
"Oh ok... aspetta cosa?!" dissi, realizzando quanto avrei impiegato ad invitare personalmente quattrocento persone.

I still love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora