Desiderio Insaziabile

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"Stia zitta Jones, o sarò costretto a licenziarla."
"Uhm... licenziarmi per cosa?"
"Perché parla troppo. Sa, con questa bocca potrebbe fare tante altre cose molto più interessanti." disse, baciandomi nuovamente.
"Tempo al tempo, dottore." dissi, staccandomi da lui. Volevo farlo penare un po', sentire quanto mi desiderasse.
"Va bene Jones. Ora venga nel mio ufficio, devo farle vedere una cosa."

Una cosa? Non vorrà mica...?

"Ma come capo, nel suo ufficio? Non le sembra un po' avventato?"
"Cos'ha capito Jones? Devo farle vedere un progetto su cui dovrà lavorare. Quindi lei è una di quelle che sta sempre a pensar male?"
Scoppiò a ridere, mentre io diventai rossa come un peperone. Lo seguii nel suo ufficio, poi mi sedetti di fronte a lui. Si sedette anche lui e iniziò a parlare. Il suo tono tornò quello duro di sempre, che, un po' mi vergogno a dirlo, mi faceva eccitare anche di più.

"Allora, bisogna organizzare un ballo di beneficenza, e ho bisogno del suo aiuto un po' per tutto..."
"Cosa intende per tutto?"
"Il menù, gli ospiti, come sarò vestito..."
"Devo scegliere io cosa indosserà?"
"No... beh... può darmi un consiglio." disse, alzando lo sguardo e incrociando i miei occhi, leggermente imbarazzato, sorridendo.

"I soldi a chi andranno?" chiesi allora, cambiando argomento.
"A un'organizzazione benefica che aiuta i bambini nelle zone di guerra."
"Wow, è un gesto molto bello."

Lo pensavo sul serio. Non credevo che i ricconi pensassero davvero ai più poveri dall'alto dei loro attici. Cioè... il suo non sembrava solo un gesto fatto per la sua reputazione, ma anzi un sincero e disinteressato aiuto a chi più ne aveva bisogno.

"È una tradizione ormai. Lo teniamo da cinque anni ogni autunno."
"D'accordo, la aiuterò molto volentieri."
"Non era una richiesta, Jones... più che altro era un ordine. Sa, sono pur sempre il suo capo." disse, sorridendo, volendomi stuzzicare.
"Oh... sì giusto, mi scusi." risposi, facendo un mezzo sorriso.

Possibile che quando fai lo stronzo sei ancora più affascinante?

"Bene... ora possiamo concentrarci su altro." disse, alzandosi e venendomi incontro con fare malizioso.
"Allora era solo una scusa?" gli chiesi, alzandomi.
"Vedo che sei perspicace." disse, avventandosi sulle mie labbra, tenendomi stretta saldamente a sé, come se aspettasse quel momento da una vita intera, come avendo paura tutto finisse da un momento all'altro.

"Davvero... non ti sembra avventato, qui in ufficio?" dissi, affannata, staccandomi da lui dopo pochi attimi.
"Un ufficio, un ascensore... il passo è breve." rispose, sorridendo, riavventandosi sulle mie labbra. Mi lasciai andare. In fondo lo desideravo, esattamente quanto lui desiderava me. E così mi trascinò a sé, sedendosi sulla sua sedia, mentre io al contempo mi accomodai su di lui, attorcigliando le mie coscie attorno al suo bacino. Continuammo a baciarci come due quindicenni in piena fase ormonale. Le sue mani ora stavano velocemente sbottonando i bottoni della mia camicetta. Cominciò a palparmi i seni, mentre sentii la sua erezione premere sotto di me.

"Micheal... se continui in questo modo non riusciremo a fermarci." sussurrai.
"Mi piace quando mi chiami così." disse mordendosi il labbro inferiore.

Ohh tu mi farai impazzire...

"E comunque... chi ha detto che dobbiamo fermarci?" mi chiese con voce profonda.
"Vorrei farti notare che siamo nel tuo ufficio."
"Mhhh... si." disse, continuando a baciarmi il collo.
"Ed io sono la tua segretaria." continuai.
"Ti ricordi di chi è quest'intera azienda, giusto?" disse, riprendendo l'assalto alle mie labbra per farmi tacere. A quel punto persi completamente il poco buon senso che mi era rimasto. Cominciai a sbottonargli i pantaloni, poi mi tolsi la gonna e mi sfilai le mutandine. Mi misi a cavalcioni sulle sue gambe, entrando dentro di lui. Iniziai ad urlare immediatamente dal piacere, non aspettandomi di sentirmi bene a tal punto. Quelle urla uscirono senza che neanche me ne accorgessi.

"Jones non sai quanto mi piaccia... ma così ci sentirà tutta l'azienda." mi sussurrò all'orecchio, divertito, poco prima di tapparmi la bocca con una mano. Aumentai il ritmo, sempre più forte.
Dopo pochi minuti, però, qualcuno bussò alla porta.

"Ferreri, sono Stevenson." sentimmo la voce di un uomo.
"Sì, dammi un minuto." gli rispose Micheal, in preda al panico.

"Cosa cazzo faccio?" sussurrai, tentando di mantenere la calma.
"Non riuscirai mai a rivestirti in tempo, mettiti qui sotto." rispose, indicando la scrivania.
"Sei sicuro?"
"Preferisci farti vedere?"
"Non puoi semplicemente mandarlo via? Sei pur sempre tu il capo dei capi in fondo!"
"È un affare importante. Sbrigati."

Infastidita, feci come mi aveva detto. Lui si rimise i pantaloni e la giacca, poi si diede una sistemata ai capelli scompigliati.

"Puoi entrare." disse all'uomo che nel frattempo stava aspettando fuori la porta.
"Buonasera dottor Ferreri."
"Stevenson, che piacere vederti." disse, alzandosi e stringendogli la mano. Poi si rimise a sedere, e cominciarono a parlare di un nuovo autore promettente.

Annoiata dalle loro chiacchiere, non potei fare a meno di notare quanto lì sotto fosse tutto ancora... perfettamente pronto. E così mi venne un'idea malsana, ma conoscete tutti bene Ivy Jones e sapete che quando le vengono queste idee non si ferma davanti a nulla. Così lentamente, cominciai a sbottonargli nuovamente i pantaloni. Lui si ammutolì per qualche istante, capendo le mie intenzioni.

"Tutto bene?" disse il povero Stevenson, preoccupato dal suo silenzio.
"S-sì certo... stavo dicendo che mi sembra un'ottima proposta-"

Glielo presi in mano , prima cominciando solo a toccarlo, e poi lo misi in bocca. Lo sentivo agitarsi, come per chiedermi di fermarmi.

Così impari a non fermare tutto sul più bello...

"...poi il tasso di interesse non è così elevato, quindi credo davvero sia l'offerta più vantaggiosa, non crede?"
"N-non so. Dovrei parlarne meglio con il mio c-commercialista-a"
Mi guardò sotto la sua scrivania.
"Ehm... va tutto bene dottor Ferreri?"
"Sì, scusa è che ho un dolore allo stomaco che purtroppo non vuole FERMARSI." sottolineò l'ultima parola. Poi continuò:
"Stevenson, terrò in considerazione l'offerta e ti farò sapere meglio nei prossimi giorni."
"È sicuro? Sa volevo farle vedere anche le proiezioni dei possibili profitti e-"
"S-sì certo... magari un'altra volta. Buona serata Stevenson." disse, cercando di far finire il colloquio il prima possibile.
"Buona serata." disse l'uomo, levandosi finalmente dai piedi. Nel frattempo io sotto la scrivania continuavo il mio lavoro.

"Jones, tu sei completamente pazza." disse, non appena fu certo fossimo rimasti soli.
"Cosa c'è, non ti piace?" dissi, continuando.
"Lo sai che non è ciò che intendo..." disse, emettendo un gemito di piacere.
"Se non fai silenzio ci scopriranno." dissi allora, ridendo.
"Ti piace prendermi per il culo, vero?"
"Da morire."

I still love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora