L'asta di beneficenza

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Mi preparai per l'asta, cercando di non pensare a quanto appena accaduto. Micheal mi diede l'intera lista delle cose da mettere all'asta e i diversi prezzi da cui partire. Così salii sul palco e iniziai a parlare.

"Buonasera signore e signori!" dissi, richiamando l'attenzione. Ma nessuno sembrava neanche minimamente concepire la mia presenza. Toccai più volte il microfono, cercando di farmi ascoltare.
"Prova, uno, due, sa."
Il nulla cosmico. Tutti erano impegnati nelle loro stupide e frivole conversazioni.
"Posso avere la vostra attenzione!" urlai. Riuscivo sempre a incazzarmi molto facilmente.

Finalmente qualcuno si degnò di girarsi e rivolgere l'attenzione al palco.
"Scusatemi, davvero..." dissi, constatando quanto il mio umore non stesse facendo altro che rovinare tutto. Il fonico salì sul palco e mi accese il microfono.
"Oh, sul serio era così semplice?"
Vidi tutta la sala voltarsi alle mie parole.
"Ehm... buonasera signore e signori. Spero vi stiate godendo la serata. Fra pochi minuti daremo iniziò all'asta di beneficenza. Ma prima, come ogni anno, vorrei chiamare sul palco il dottor Ferreri per il suo tradizionale discorso."

Micheal salì sul palco e io mi misi in disparte. Forti applausi riempirono la sala intera.
"Buonasera a tutti." disse, schiarendosi la voce, ancora sommerso da urla e applausi. "Allora... innanzitutto volevo ringraziare tutte le persone che hanno lavorato per rendere eccezionale questa serata. In particolare, tutto il mio staff. E soprattutto, la mia segretaria Ivy Jones." si fermò un istante. "Sono davvero orgoglioso, come ogni anno, di essere partecipe di una così bella iniziativa che permetterà a tanti bambini che vivono in condizioni disagiate nei paesi del terzo mondo di avere cibo e cure mediche necessarie. Ringrazio davvero tutti voi che avete già fatto una donazione e tutti coloro che parteciperanno all'asta. Tutto il ricavato verrà devoluto all'associazione benefica children for future. Direi che ora posso anche smetterla di annoiarvi con i miei discorsi. Che l'asta abbia inizio!" disse, iniziando ad applaudire insieme al pubblico, che si stava dirigendo a prendere le palette per l'asta.
"Bene." iniziai a parlare. "Cominciamo alla grande con questo bellissimo quadro del talentuosissimo artista Jean Paul Guillerme!" dissi, svelando il quadro. "Base d'asta: diecimila euro!"
Le palette iniziarono ad alzarsi in gran quantità. Se c'era una cosa che gli snob altezzosi non amavano fare era perdere. In fondo per loro spendere qualche milioncino in questo modo, non era certo la fine del mondo. E d'altronde, il fatto che parte del ricavato andasse in beneficenza, sembrava come giustificare la loro smania di vittoria. Era una gara a chi spendeva di più, a chi faceva più parlare di sé. E, per quanto la cosa da una parte mi infastidiva, pensai che alla fine quei soldi avrebbero potuto aiutare migliaia di bambini.
"Centoventimila e uno, centoventimila e due, venduto per centoventimila euro! Complimenti!"

L'asta continuò tranquillamente, fino a quando non arrivai sul fondo della lista.
"Bene... adesso mettiamo all'asta... Mary Jo!"

Aspetta, cosa? Ma che diavolo...?

Rimasi spiazzata. Guardai meglio la lista per vedere se ci fosse qualche errore. Poi, vidi dietro di me una donna salire sul palco.

Non può essere così. Non può davvero avermi chiesto di fare una cosa del genere.

Rimasi ammutolita davanti al pubblico, che nel frattempo sghignazzava.
"Quand'è il turno della banditrice?" sentii provenire dalla platea.

In preda al panico, scesi dal palco e mi diressi verso l'uscita. Non mi sarei prestata a un gioco di così cattivo gusto. La folla iniziò a urlare, a fischiare, a lamentarsi. Mentre stavo uscendo, vidi Micheal salire sul palco per cercare di aggiustare la situazione, per quanto fosse possibile.
"La nostra banditrice ha avuto qualche problema. Ma tranquilli ora ci sono io a continuare. Allora... la base d'asta è..."

Uscita fuori, mi sedetti a terra contro il muro dell'edificio. Era davvero tutto reale? Provavo una sensazione di ribrezzo. Vidi Mark uscire e venirmi incontro.

"Tutto bene?" mi chiese, porgendomi la mano per farmi alzare.
"Secondo te?" risposi, per poi accettare il suo aiuto e alzarmi.
"Ivy..." tentò di dire qualcosa, ma lo interruppi.
"Non capisco, solo per me questa è una situazione assurda? State mettendo all'asta delle donne!"
"Non si tratta di mettere all'asta, Ivy. Le ragazze dovranno solo andare a un'innocua cena con chi se le aggiudica."
"Chi se le aggiudica? Ma Dio mio, ti senti?!"
"Lo so, ti capisco perfettamente... neanche a me piace. Ma è una cosa più comune di quanto immagini in questi ambienti."
"Non hanno un minimo di pudore! Pensano di poter comprare qualunque cosa con il denaro?!"
"Hai ragione, ma pensa che è per una buona causa." disse allora.
"Ciò non toglie che sia qualcosa di deprorevole. E anzi, il fatto che Micheal non mi abbia detto nulla mi fa incazzare ancora di più."
"Non l'ha fatto perché ti conosce bene, e sapeva come avresti reagito..."
"Se lo sapeva non avrebbe dovuto neanche lontanamente sognarsi di chiedermi di prestarmi a quest'orribile buffonata!" constatai, infuriata.
"Calmati, per favore."
"Come diavolo faccio a stare calma?!" urlai. Ormai avevo le lacrime agli occhi.

"Non piangere Ivy, ti prego..."
Mi guardò negli occhi per qualche istante, poi di scatto mi strinse tra le sue braccia. Non sembrava un gesto ragionato, anzi. Sembrò quasi l'avesse fatto d'istinto, senza pensarci. Come se le sue braccia avessero scelto volontariamente di avvolgermi.
"Mi dispiace Ivy... mi dispiace così tanto..." sussurrò al mio orecchio con voce rotta.
"C-cosa?" chiesi, confusa.
"Mi dispiace per tutto, per tutto. Mi dispiace per averti fatto soffrire. Io lo sapevo, avrei dovuto dirtelo. Sono stato un coglione. Lo sono stato anni fa come lo sono ancora oggi. Io... io..."
Si staccò dalle mie braccia. "Io non avrei dovuto lasciarti andare..." continuò, guardandomi negli occhi profondamente.
"Mark ti prego, fermati." dissi allora, capendo come la situazione ci stesse sfuggendo di mano.
"Ivy-" ribatté ancora lui.
"Non dire neanche un'altra parola di cui ti potresti pentire."
"Ma Ivy-"
"Buonanotte." lo interruppi, andandomene via.

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