capitolo uno.

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Ci sono due tipi di persone al mondo, quelle che riescono a vivere una vita normale seguendo la legge e quelli che la legge non riescono proprio a sopportarla. Jonah faceva parte del secondo gruppo, non era facile per lui stare alle regole, fin da quando era bambino aveva avuto dei disturbi comportamentali tra cui anche l'uccisione di animali. I suoi genitori lo mandarono da diversi psicologi ma nessuno era riuscito a cambiarlo.

Ed eccoci qui mentre Jonah, un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi azzurri, osserva la ragazza legata nei sedili del passeggero della sua auto. Era indeciso su cosa farci con lei, non sapeva se ucciderla direttamente o se divertirsi un po' prima. Avrebbe potuto portarla a casa sua ma qualcuno avrebbe potuto vederlo, e in fin dei conti lui l'aveva rapita, trascinata in auto, legata e messo del nastro adesivo sulla bocca. Non poteva neanche lasciarla andare, sarebbe sicuramente andata alla polizia. La guardava ghignando, amava il modo in cui gli occhi della ragazza lo osservavano con paura, lo faceva sentire vivo. E fu proprio in quel momento che gli venne un'idea: poteva portarla in un hotel.

Prima di partire con la macchina la minacciò, spiegandole che se non avresse fatto tutto quello che lui le diceva, avrebbe ucciso i suoi cari. La ragazza tremante, annuì semplicemente mentre lui le tolse il nastro adesivo dalla bocca. « come ti chiami tesoro? » chiese lui mettendo in moto, « Anneka» rispose la corvina a bassa voce. « Come hai detto? non ti sento.» ghignò il moro per la voce flebile dalla paura della ragazza. « Anneka» ripetè lei, questa volta più forte.

«Bel nome, perché non mi racconti qualcosa? Una barzelletta magari.» il moro si morse il labbro, cercando di non scoppiare a ridere, gli piaceva far sembrare che tutto fosse normale, anche se per lui quella era davvero la normalità. Non ci trovava niente di male nel rapire una ragazza. Anneka si accigliò confusa, non capiva come potesse chiederle una cosa del genere in quella situazione, ma pensò che se non lo avrebbe assecondato ci sarebbero state delle ripercussioni. « Uhm, non saprei, non sono brava in queste cose.» rispose cercando di usare un tono più gentile possibile, « è un vero peccato, ti piace la musica?» domandò Jonah cambiando argomento, la corvina tremante gli rispose di sì, che amava la musica. « Anche io sono un appassionato di musica, mi piace soprattutto il rock.» spiegò lui, guardando dritto la strada e dando ogni tanto uno sguardo sullo specchietto retrovisore per vedere cosa la ragazza stesse facendo, ma lei stava semplicemente fissando i suoi piedi. « Anche a me piace il rock.» disse la corvina, spostando il suo sguardo sulla testa del ragazzo.

« Bhe, allora è un'ottima notizia perché sto per mettere "a little piece of heaven" degli avenged sevenfold, li conosci?» chiese mettendo la canzone dallo stereo della macchina, Anneka annuì dicendogli che era una delle sue canzoni preferite. « È piuttosto ironico che sia così visto che la canzone parla di un'omicidio e di stupro.» ridacchiò lui, gettando uno sguardo sulla ragazza che deglutì spaventata. Voleva ucciderla? O addirittura stuprarla? Non poteva saperlo con certezza ma era terrorizzata. Anneka non gli rispose e guardò fuori dal finestrino, mentre Jonah fermò la macchina e si girò verso di lei. « Ora io vado a prenotare una stanza d'hotel mentre tu te ne stai qui buona e non fai assolutamente nulla, non ti azzardare a scappare. » disse il moro guardandola freddamente negli occhi, lei annuì mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Sperava che quello fosse solo un brutto sogno e che di lì a poco si sarebbe svegliata. Ma non era così.

Jonah scese dall'auto e chiuse a chiave le portiere della macchina, Anneka lo capì immediatamente e le sue speranze di poter scendere e iniziare a correre sparirono in un secondo. Non poteva scappare, nemmeno se lo avesse voluto con tutta se stessa.

a little piece of heaven. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora