quattro

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Due giorni costretta a letto e a vedere Lavinia fare entra ed esci dalla stanza. è mattina e ho deciso di alzarmi finalmente - mi chiedo chi l'abbia esortata e costretta a portarmi cibo e acqua; ho capito che c'è una mensa qua da qualche parte, in questa fortezza, così chiamata da Lavinia. Fuori dalla porta della stanza c'è solo un corridoio metallico e nient'altro, da nessuna delle due parti si vede la fine e non saprei se andare a destra o a sinistra.

Ormai è circa mezz'ora che aspetto che Lavinia torni per chiederle almeno da che parte mi consiglia di andare. Il nostro rapporto già non è affatto dei migliori, per forza: è troppo concentrata su sé stessa. Non ci vuole l'acca di scienze per capire che è un'assassina probabilmente anche psicopatica. Mi inquieta averla nella stanza, non vorrei che in un impeto di rabbia mi uccidesse. Al contempo non riesco ad andare d'accordo con lei e la cosa è ufficialmente reciproca.

Non ci sono finestre in questa stanza, niente che mi possa mostrare il mondo esterno, ma sono ancora sull'isola, questo lo so. Il ticchettio dell'orologio è tetro nelle mie orecchie, nel silenzio crepato da quel costante correre delle lancette. Ma mi chiedo io, che ha il tempo da correre così tanto, da cosa scappa sempre, di cos'ha paura? Sembrava ieri che eravamo quell'allegro gruppetto di nove, ieri eravamo quei cinque ragazzi allegri con un panino in mano passeggiando sul marciapiede che si rovesciava sugli scogli del mare, ma sono passati due anni, forse qualcosa di più.

Come se fossero sole passate ventiquattro ore, sono passati due anni chiusa dentro una cella d'isolamento affinché mi dimenticassi l'odore della gioia, il significato di quei giorni che si sono tramutati in ricordi che talvolta spolvero, quelli felici e nostalgici. Altri sono mostri intoccabili: sono errori, fatali lezioni di vita da cui ho ricavato alcuni comandamenti per me stessa; primo fra tutti: non innamorarti mai più prima dei vent'anni. Non è un gioco da ragazzi, ma diciamo che finora gli ho tenuto faticosamente fede.

Faticosamente perché ho incontrato tanti ragazzi che avrebbero quasi potuto essere idonei, azzarderei persino un degni di una mia almeno piccola attenzione, ma sono sempre fuggita dall'istinto di cedere. Quando realizzavo che diventavano già chiodi fissi in un giorno m'impegnavo anche in cose che detestavo profondamente per scacciarli via dalla mia mente.

Invece, la questione di Jackson è sempre stata radicalmente diversa. Non c'è mai stato nulla di particolare tra me e lui, c'era semplicemente uno strano contatto che di comune accordo abbiamo sempre ignorato. C'era una mia inspiegabile voglia di aiutarlo per ricevere solo dei 'grazie', ma io non volevo nient'altro. La sua gratitudine, sperando fosse vera, era già abbastanza per me. A parte questo c'era il vuoto. Parlavamo raramente, semi-inesistenti conversazioni di parole sdrucciole e dosate. Qualche sguardo furtivo che scivolava invisibile tra l'attenzione di molti altri quando eravamo ai poli opposti della stanza di media grandezza con le pareti gialline. In quei momenti sentivo soltanto l'altalenare dei miei pensieri, divisi in una lite se mi stesse fissando o avesse gli occhi su di me perché era chiuso nella sua mente, quindi non si stava nemmeno accorgendo di star guardando me.

Ogni volta che gli altri parlavano di lui, capivo sempre di più che era una persona interessante. Tra me e lui ci sono sempre stati atti di ordinaria amministrazione, mai nulla di eclatante. Eppure sì, ci sarebbero interi capitoli da rovesciare e trasformare in libri su quel ragazzo contorto.

Lavinia invece piomba nella stanza facendomi scapolare i pensieri dal piedistallo e facendoli così rompere come vasi di porcellana. Si stupisce vedendo che non sono a letto ma seduta sulla sedia della scrivania. Odio dovermi affidare a lei ma è la sola persona che mi circonda al momento.

"Devo per forza chiederti qualcosa." spiano l'inizio di una conversazione che tanto si trasformerà in astio grezzo. "una volta uscita da questa stanza dove dovrei andare?"

L'Isola dei PerdutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora