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La conversazione è continuata tra me e Lovel senza problemi, mentre Jackson è rimasto in silenzio tutto il tempo ad ascoltare passivamente. Ciò che ne è pervenuto, è molto meno rassicurante di quanto ci si potrebbe aspettare. A quanto detto da Lovel, sta per avvenire qualcosa di grandioso che è anche il motivo per cui ci troviamo qui. Non ci ha potuto dire molto altro, perché sembra che nemmeno lui e quelli che si stanno occupando degli stessi compiti di raccattare le persone attorno all'isola, ne siano a conoscenza.

Ha spiegato che dagli accenni fatti è qualcosa di inimmaginabile e che noi siamo la tessera mancante per completare una cosiddetta opera di salvataggio. Non so cosa pensare, Jackson non ha mosso un muscolo: silenziosamente è rimasto incantato a guardare Lovel parlare e non ha commentato nemmeno una volta. Nuovamente cerco di immaginare il traffico che si sarà annodato nel suo cervello, sicuramente fa venire i brividi e lui ne è abituato. Come un eschimese abituato al freddo glaciale mentre io per prima morirei assiderata.

Quello che ha spiegato Lovel è molto ansiogeno e nemmeno io riesco a predire come reagirò. Alla mia domanda su cosa dovremmo aspettarci, ha scrollato le spalle. Dopodiché ha detto allegramente che qualsiasi cosa sia non comincerà finché non troveranno tutti i rimanenti.

Ora c'è solo un silenzio che, traboccante dei nostri indicibili pensieri è pesante. Il silenzio con Lovel non è stato pesante finora e desideravo che continuasse così. Ho continuato a sorseggiare il cappuccino mantenendo la quiete che si è creata spontaneamente. Non so che pensare, non voglio nemmeno farlo. Mi giro a guardare Jackson che ha gli occhi persi da qualche parte per la stanza, pensando qualcosa di personale o a quanto ci ha appena detto Lovel.

Il suo viso è piatto, come sempre. Barba e baffi iniziano a ricrescergli e vorrei dirgli che non sta molto bene e che dovrebbe radersi ma tacerò, la sua bocca piccola è ordinata e le sue mani sono intrecciate sulla superficie del tavolo. Sebbene provo a guardare nella sua stessa direzione trovo il nulla. Lovel si alza scusandosi, dicendoci di dover andare al bagno. Scappa via tra le persone.

"Allora, che ne pensi?" ho rotto il silenzio cercando di parlare con Jackson.

Non ha risposto subito. Ha taciuto ancora un po', ma ha abbassato un po' il capo facendomi capire che non mi sta ignorando, sta solo provando a formulare la sua risposta. Ogni volta che Jackson deve dire qualcosa, ha sempre un che da non rivelare mai. Sono sicura che quando troverà una persona, quella persona che non lascerà mai e non lo lascerà mai, quando troverà quella persona che sarà il suo salvagente in mezzo all'oceano in cui rischia ogni giorno di affogare, rivelerà a lei l'ultima virgola che rimane nel retro della sua mente, rivelerà a quella persona l'oscurità dell'angolo più tetro e giuro su di me che se quella persona dovesse poi fargli del male in seguito, sarò pronta a farle passare le pene dell'inferno, se ci sarò.

"Che devo pensare." ha ribattuto non staccando gli occhi dall'attraente nulla. "arrivato ad oggi penso di essere pronto a tutto." ha continuato, parla con il contagocce lui. "anche a morire." sussurra.

"Non buttarti giù." non mi è sfuggita quell'ultima affermazione che davvero: mi mancava sentire tale cosa dalla sua bocca.

Vorrei dirgli altro, molto altro. Ma sembrerei troppo amichevole per un legame di poco conto come il nostro. E sebbene so che infondo ci sono altre parole che vorrei rivolgergli, aprendo la bocca mi ritrovo come sempre senza niente da dire, con una lingua paralizzata e quella che comunemente la gente empatica chiama compassione.

Quello che sento per lui è qualcosa di troppo strano, non implica niente di romantico e sentimentale - non è da me, sarei già fuggita da tale sentimento se fosse stato così. Vorrei abbracciarlo quando fa quella faccia sgretolata, sconsolata, quando sente in sé che niente al mondo vale e che nessuno farebbe più nulla per lui. Certuni dicono che le cose vanno dette perché la vita è una, altrimenti si starà con i rimpianti; "rischia, che i rimpianti sono peggio" diceva una frase che prima della galera leggevo spesso su internet. Se ora dicessi tutto quello che mi passa per la mente che lo riguarda non riuscirei più a guardarlo in faccia per anni o forse per sempre. E ora vorrei dirgli che, a parte morire, farei qualsiasi cosa per lui.

L'Isola dei PerdutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora