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Una stanza. Un letto. Morbidità. Questo è quanto sento non appena riapro gli occhi. La stanza è temperata, la testa duole. I ricordi sono più sfocati della mia visione ora che apro gli occhi dopo non so quanto. Ricordo la spiaggia di notte e il sonno, ricordo i lupi e... Jackson. Dopo due anni ho rivisto Jackson, non credevo nemmeno che sarebbe arrivato un momento tale.

Sento il dolore chiaro alla caviglia, stringo gli occhi odiando immensamente il dolore fisico. Mi mordo anche il labbro inferiore maledicendomi mentalmente per avere fatto l'enorme stupidata di pretendere di aiutarlo senza pensare. Che cosa pensavo di fare? L'eroina? No, sono debole. Non so cosa mi stessi aspettando da me in quel momento. Me ne vergogno quasi.

Devo comunque capire dove mi trovo prima. Cerco di mettermi seduta, ma il dolore si arrampica lentamente in lungo e in largo sotto la pelle. Sapevo che non eravamo da soli, lui non mi credeva. Accanto a me c'è un letto e sotto le coperte c'è qualcuno che sta dormendo. Sollevo un sopracciglio, riconoscendo una ragazza - ci mancava che era di nuovo un ragazzo - mi accorgo anche di stare indossando dei pantaloncini in tuta grigi e una canottiera bianca. Ritornano le canottiere bianche, ma almeno non per stare sotto una camicia da carcerati.

Non ho neanche il reggiseno. Penso - spero - che sia almeno stata questa ragazza a prendersi cura di me. Sono ripulita, la mia bruciacchiante ferita è fasciata e sul bianco spicca una pozzanghera ordinata di rosso vivo. Non provo nemmeno a muoverla, il dolore è lancinante da ferma, non oso immaginare come potrebbe prendere a fuoco se la spostassi anche solo leggermente. Una scottatura farebbe meno male, forse. Ma non importa quanto mi possa concentrare nel cercare di ricordare il viso del ragazzo che mi ha soccorso, i miei pensieri tornano su Jackson e se non sono su di lui, sono sul dolore del morso.

Mi sbatto la testa contro il muro mentre cadeva all'indietro, altro dolore. Sembra che almeno per oggi non ho altro che posso provare. Dolore, dolore, dolore. Non so se preferirei essere più ferita emotivamente che fisicamente al momento, ma facciamo che vorrei soltanto stare bene e basta. Chissà Jackson come sta: la sua lotta è stata pazzesca e i segni sulla pelle non potranno che restare. Spero che comunque non ci sia nulla di esageratamente grave, mi odierei per non avere fatto abbastanza.

Scivolo sul letto, la testa torna sul cuscino, gli occhi sul soffitto bianco e penso. Meglio: ricordo. Il rivolo di ricordi riaffiora da un foro nella montagna che ho in testa e penso alla prima volta che ci siamo visti, ad ogni momento che abbiamo trascorso insieme, alle risate che ci siamo scambiati senza sapere, senza poter immaginare che sarebbero state le uniche. Mi si spezza il cuore se solo penso che avrei voluto fare qualcosa di più all'epoca.

La ragazza nel letto accanto si muove un po', mugugna e poi apre gli occhi mentre la fisso indifferente. Lei mi guarda, sembra studiarmi più che altro. Sembra star cercando di capire chi sono. Si siede con le gambe penzoloni e si stropiccia gli occhi: ha un piercing al naso, un anellino. Ha gli occhi verde lime e lunghi capelli rossi lisci.

"Ben svegliata Aislin Evander." la sua voce grave irrompe nella stanza creando sulla mia stessa pelle una strana sensazione di gelo.

Sembra tutto così irreale. Ogni cosa da quando siamo arrivati qui. Non so nemmeno dire se questa ragazza mi sia famigliare o no. Ho la pelle d'oca.

"Come sai come mi chiamo?" chiedo sollevando un sopracciglio.

Lei cammina verso una scrivania provvista di specchio. La domanda la raggiunge mentre ammira il suo viso riflesso. Non so cosa ci sia da ammirare: non è brutta ma non c'è bisogno di essere così vanitosi. Afferra qualcosa posato sulla superficie e lo solleva.

"La tua cartella medica." ribatte acida prima di farla cadere senza alcuna delicatezza sulla scrivania di nuovo.

Non ha unghie, ha artigli. Se anche lei è un'ex carcerata, avrà avuto il suo tempo per farsele crescere indisturbatamente.

L'Isola dei PerdutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora