'Segui il tuo cuore', dicono. Ma non è sempre facile, e non è sempre senza conseguenze. Era un sabato pomeriggio, ci eravamo dati appuntamento in centro, in una zona lontana sia da casa mia che da casa sua. Stavamo attenti a non farci vedere, ma neanche troppo. Non capivo a volte il suo essere così tranquillo, nella situazione nella quale si trovava. Stavamo passeggiando, io aggrappata al suo braccio, quando lo sentii irrigidirsi. Gli chiesi cosa avesse visto, ma non ebbe nemmeno il tempo di rispondermi; vidi una ragazza venire verso di noi con uno sguardo allucinato, gesticolando nei nostri confronti.
'Francesco che caxxo combini? Chi è questa??'
Lui fu pronto a rispondere: 'Calmati Lucia, è solo una mia collega che mi ha chiesto se la accompagnavo a comprare dei libri, aveva bisogno di consigli'
Sapevo che la sua ragazza non si chiamava Lucia, quindi probabilmente si trattava di un'amica o della sorella di lei.
'E allora cerca di tenere altri atteggiamenti in pubblico, non ci fare vergognare... Diglielo tu stasera a mia sorella, altrimenti glielo dico io'.
'Massì Lucia, a parte il fatto che non c'è nulla da dire, glielo spiego io, stai tranquilla e non fare scenate'
La ragazza se ne andò rivolgendomi occhiate piene di risentimento, e come biasimarla. Lui era diventato un pezzo di ghiaccio.
Facemmo due passi in silenzio fino ad un muretto dove appoggiarci. Non mi guardava negli occhi.
Iniziò lui a parlare. Disse: 'Mi dispiace molto... Abbiamo rischiato troppo... Siamo arrivati ad un punto in cui devo prendere una decisione. È meglio se non ci vediamo più. Ci pensavo già da un po'. Mi sento in colpa, e mi piaci tanto, troppo... mi sono spinto oltre con te proprio per questo, ma non posso stravolgere la mia vita.'
Io gli feci un cenno con la mano e mi voltai per andarmene. Lui mi chiese, spiazzato: 'Non mi dici nulla?'
Io gli risposi soltanto:
'Tutte le strade terminano allo stesso punto, Francesco. Nella disillusione.'
E mi incamminai verso casa.