Capitolo 12

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Avevo sempre avuto un grande amore per la scrittura, perché con Francesco non mi uscivano le parole? Avevo l'impressione di aver ceduto troppo presto.
Quella mattina mi ero svegliata con un sospiro. Avevo sognato lui.
Del sogno ricordavo queste parole:
'Un giorno mi hai perso, era quello che volevi'.
Presi il mio taccuino, quello che lui aveva salvato dall'acquazzone quel giorno, salvai su carta quelle parole e aggiunsi di getto:
'In questo vuoti che hai lasciato in me,ho dimenticato di dimenticarti, ho dimenticato di dimenticare'
Sentivo il bisogno di parlarne con qualcuno, chiamai Rebecca che sapeva sempre darmi i consigli più saggi.
Le raccontai tutto, dalla gioia per questa ripartenza inaspettata al sopraggiungere delle perplessità.
Lei mi disse: 'Tu pensi troppo da dove vieni e dove vai, e non sfrutti ciò che c'è nel mezzo. Non avere fretta di capire, di definire. Goditi quello che ti sta dimostrando ora. Un passo verso di te l'ha fatto.'

Francesco non era diventato più presente di un tempo, ormai avevo capito che faceva parte del suo modo di essere e che questo non voleva dimostrare un disinteresse nei miei confronti; lui passava le giornate a prendersi a cuore ogni situazione. Era anche questo che amavo in lui, una generosità infinita verso chi chiedesse il suo aiuto o verso chi ritenesse in difficoltà.
La distanza tra noi non era importante perché i nostri pensieri si materializzavano, cadevano a terra, rimbalzavano gli uni contro gli altri tutto il giorno. Io ero in lui e lui era in me, da mattina a sera.

In breve tempo arrivò il giorno del suo compleanno e decisi di regalargli un libro, uno dei miei preferiti: 'Il ritratto di Dorian Gray'. Passai ore a sottolineare i passaggi che avevo amato, e scrissi una bella dedica:
'Un libro è un messaggio in sé. Grazie per essere inciampato nel mio sguardo e non averlo più lasciato.'

Mi aspettavo che mi chiedesse di passare assieme la serata. Non ci erano state grosse novità dal punto di vista della sua situazione sentimentale; ma poteva inventare una scusa. Invece non mi propose nulla. Quel mattino gli mandai un messaggio di auguri, e mi propose di vederci per un paio d'ore nel pomeriggio;
aveva dei corsi a scuola e poteva trattenersi. Cercai di mascherare la mia delusione; appena salita nella sua auto lo baciai e gli porsi il pacchettino. Mi disse che non avrei dovuto, che la mia presenza nella sua vita era già un regalo bellissimo. Mi fece piacere. Gli dissi di aprirlo e vidi che, se da un lato era stato un regalo gradito, c'era un lieve disappunto nel suo sguardo. 'Cosa c'è?' - chiesi preoccupata.
-Come faccio a portarlo a casa? Con la dedica... Se lo trova Silvia sai che casino...'
Rimasi impietrita. Come poteva dire una cosa del genere, quando mi aveva promesso di chiudere quella storia in tempi brevi?
Mi montó dentro una rabbia che non riuscii a trattenere. Faticai a non scoppiare in lacrime. Gli urlai contro: 'Ma che caxxo stai dicendo? Non dovevi chiudere questa storia? Non mi sembra tu stia facendo nulla, e oltretutto ti preoccupi ancora di non farti scoprire. Mi hai deluso. Di nuovo.'
Uscii dalla sua auto e lui mi seguì tentando di calmarmi, di trattenermi. Io mi divincolavo, volevo solo tornare a casa. Ero arrivata alla mia auto ma lui mi spinse contro la portiera e mi bloccò per le spalle. Il suo sguardo mi inquietava, non l'avevo mai visto così. Mi disse solo: 'Tu non mi tratti così, hai capito?' ed iniziò con foga ad alzarmi il vestito. Io cercai di fermarlo, di dirgli che poteva passare qualcuno ma lui mi bloccava ed in un attimo fu dentro di me, e per la prima volta mi sentii violentata. Sentii qualcosa rompersi in me, le lacrime che avevo trattenuto sgorgarono calde. Chi era quella persona? Avevo l'impressione di non conoscerlo più. Francesco finì in fretta e sembrò rendersi conto del grave errore, perché iniziò a scusarsi, ad asciugarmi le lacrime dicendo: 'Scusa piccola, non capisco cosa mi è preso, ho avuto una giornata pesante, ti ho vista andare via ed avevo bisogno di sentirti mia, puoi capirmi e perdonarmi?'. Supplicava. Ma io non dissi nulla, non ne avevo la forza. Salii in macchina e me ne andai.

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