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Tutti ormai si erano rintanati nelle proprie camere da letto insieme ai propri compagni dopo essersi augurati a vicenda la buonanotte.

Jeongin e Chan si erano distesi assieme sul letto continuando a guardarsi e a studiare l'uno le caratteristiche e i lineamenti dell'altro.

Jeongin iniziava a volersi esternare di più con il ragazzo che stava analizzando ogni dettaglio del suo viso, o almeno credeva lo stesse facendo. Voleva che tra di loro ci fosse una chimica, per la quale bastava uno sguardo e capirsi tra di loro. Proprio come le auto, quando il guidatore schiaccia sul freno e quest'ultimo con uno solo tocco ordina alle ruote di fermarsi. Voleva che si alimentassero tra di loro proprio come dei comandi di un'auto alimentavano il tutto.

-Hyung.- il moro interruppe quel silenzio che si era creato nella stanza.

Chan annuì per intendergli che lo stava ascoltando.

-Ricordi quando la scorda volta mi ero svegliato piangendo?- chiese il minore titubante sperando che il più grande ricordasse la cosa.

-Mmh. Me ne vuoi parlare?- chiese Bang Chan ricevendo la conferma da parte di Jeongin che annuì.

-Quando ero in prima superiore, a metà dell'anno. Avevo conosciuto un ragazzo, mi piaceva e gli piacevo. Quando avevamo deciso di fidanzarci la questione era degenerata parecchio. Ha iniziato ad abusare fisicamente e mentalmente di me, cosa di cui ne risento fin'ora. E ciò si è sviluppato diventando un incubo che mi perseguita quasi tutte le notti.- quando finì di parlare iniziò a respirare in modo accelerato.

Chan sentì l'universo cadergli addosso nel sentire quella storia.

-Ecco perché non riesco a sopportare il contatto fisico.- iniziò a piangere alzandosi a sedere, venendo seguito poi da Chan che lo strinse in un abbraccio da dietro.

-Ma solo con te mi sento a mio agio.- si rigirò Joengin poggiando la testa sul petto del suo tutor che si sentì sollevato nel sentire quelle parole.

Chan iniziò a collegare i pezzi di tutti gli avvenimenti. L'incubo, il pomeriggio quando Seungmin aveva detto che lui non era fatto per Jeongin e quindi l'aveva lasciato andare.

-Va tutto bene ora. Finché sarò qui con te, nessuno potrà farti del male. Sia mentalmente che fisicamente.- strinse così il corpo del ragazzo tra le sue possenti braccia.

Rimasero così per una lunga sequenza d'ore, si erano fatte le 22 di sera e loro erano seduti in quella camera a godersi l'uno il calore dell'altro.

-Prima, cosa intendevi con quella canzone?- chiese all'improvviso Joengin facendo riapparire il ricordo di quella serata nella mente di Chan.

-Sometimes all I think about it's you.- ripetè quella frase il minore, con il suo marcato accento coreano.

-A volte l'unica cosa che pensi sono io? Non dovresti pensarmi sempre?- rise.

-Hey! Come fai ad aver tradotto la canzone! Avevi detto di non saper parlare l'inglese.- si sorprese Bang Chan ricordandosi le volte in cui Jeongin chiedeva a Felix e il sottoscritto di parlare in coreano perché era difficile per lui capire l'inglese.

-Heh. L'inglese lo so, ma mi infastidisce continuare ad ascoltarlo e cercare di tradurre tutto nella mia mente.- schioccò la lingua sorridendo.

-Ma tornando al nostro discorso. Di cosa stavi parlando con quella canzone?- si sporse il moro a toccare ed ad attorcigliare i capelli biondi del maggiore tra le sue dita.

-Niente, niente di importante.- si distese Chan portando al suo fianco Jeongin che non voleva smettere di indagare sul significato di quella canzone e gli sguardi che si scambiavano.

-Non mollo. O me lo dici o vado a dormire con Seungmin.- fece per alzarsi il minore ma venne trascinato nuovamente giù.

-No...aspetta.- l'australiano iniziò a cercare qualche scusa per far rimanere quella piccola volpe al suo fianco.

-Parli pure signor Christopher.- iniziò a ridere Jeongin non riuscendo a mantenere un'espressione seria.

-Senti.- Chan prese la mano del moro e la portò sulla parte destra del suo petto. A contatto con il cuore. Il che batteva all'impazzata.

-Stai avendo un infarto?- chiese Jeongin spaventato dalla velocità dei battiti del cuore del suo hyung.

-Shimkoong.- rispose l'altro sorridendo. Per Joengin fu qualcosa d'istinto ritrarre la mano nel sentire quella parola.

Per quante volte l'ha utilizzata gli sembrava strano che qualcun'altro la dicesse, quando semplicemente era ed è un esclamazione.

-Questo è quello che il mio cuore fa quando ti vede Jeongin. Per quanto riguarda la canzone... era una dichiarazione indiretta.- si girò con la schiena in giù e unendo le sue mani dietro la testa.

-Mi piaci Innie.- si girò con il capo sorridendo al ragazzo che era a dir poco scioccato.

Non riusciva a metabolizzare quelle frasi dette a raffica e con un significato così profondo.

-Aspetta un attimo...- Jeongin si alzò dal letto e girò avanti e indietro sotto lo sguardo perplesso di Chan che aspettava una risposta.

Quando finì il suo giro riguardante le sue presunte teorie tornò sul letto e si mise sotto le coperte, portandosele poi sopra la testa.

-Che risposta è questa?!- chiese Chan indignato e ridendo a causa della buffa situazione.

-Inniee~.- si stese anche lui avvicinandosi all'esile corpo della sua cotta e abbracciandolo da dietro.

-Mi piaci anche tu.- borbottò il ragazzo chinando il capo.

Bang Chan sentiva che il suo cuore stesse per balzare fuori dalla cassa toracica e non poterci più tornare dentro.

Aumentò la presa attorno alla vita del moro scansando le coperte da sopra la loro testa e iniziando a riempire il collo di Jeongin di piccoli baci.

-Mi piaci un sacco, se non lo sapessi.- ripetè quest'ultimo girandosi e afferrando le guance del biondo e facendosi avanti per lasciargli un bacio casto sulle labbra.

Aveva sempre sognato di toccare quelle soffici labbra e sentirle sulle sue per almeno dieci secondi.

Il bacio fu approfondito dal più grande che spinse la testa verso Jeongin e attirandolo a sé il più possibile per poter sentire tutto il calore che il suo corpo emanava.

Si baciarono per un qualche secondo più del dovuto, staccandosi e ammirando l'uno gli occhi dell'altro.

-Sei bellissimo.- commentò Bang Chan non potendo fare a meno di sorridere nel notare le guance rosse e i capelli arruffati di quella volpe mora che si ritrovava davanti.

-Anche tu.- sorrise il minore tornando a poggiare le sue labbra sopra quelle del suo tutor.

-Hmph, shimkoong. La parola adatta per quello che mi fai sentire.- commentò Bang Chan stringendo a sé la sua piccola cotta e sorridendo.

Dormirono così. Godendosi l'uno il calore dell'altro, ma godendosi più di tutto l'uno il battito accelerato dell'altro.

➶︎ 𝓣𝓱𝓮 𝓔𝓷𝓭 ➶︎


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sobs- mi mancherà sta storia anche se è stata corta. Mi sono affezionata ai personaggi e al mio modo di scrivere, che ha superato il normale questa volta:D

Grazie per chi ha supportato questa piccola storia e per chi la supporterà in futuro<3


Lasciate una stellina e un commento per far raggiungere a diversx STAYs questa storia.

-your Wren<3

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! 𝓢𝓱𝓲𝓶𝓴𝓸𝓸𝓷𝓰 ¡ - 𝓒𝓱𝓪𝓷𝓙𝓮𝓸𝓷𝓰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora