Leda riuscì a rintracciare Joel due ore più tardi. Era seduto su una panchina, nei giardini che si affacciavano sul porto di Charleston. Lui non la guardò quando gli si sedette accanto. Dopo alcuni minuti, ruppe un silenzio imbarazzato.
"Non riesco a capire... Perché tu vedi le cose così come le vedi?"
"Non lo so, tesoro mio. Suppongo che sia un dono. O forse la si potrebbe considerare una maledizione. So solo che era un talento che mio padre possedeva e che, in qualche modo, mi ha trasmesso. Uno che ha fatto di lui un così bravo detective. Poteva parlare con chiunque e intuire che cosa era stato a motivarlo e perché."
"Leda Henderson, tu mi sei entrata nel sangue..."
Joel si decise a guardarla, con lo sguardo incupito dal dolore.
"E non sono interamente sicuro che mi piaccia."
Lei chinò la testa e annuì.
"Capisco..."
Anche se era ferita, cercò di non mostrarlo.
"Forse è il motivo per cui tanti poliziotti preferiscono fare coppia tra di loro," disse lei piano, agitando una mano in un gesto impotente. "Non soltanto capiscono che è un lavoro che richiede sacrifici, ma non finiscono per sentirsi come la maggior parte delle persone... come se vivessero sotto un microscopio."
"Non è quello che intendevo, gioia," replicò Joel e l'attirò a sé. "Non mi hai mai fatto sentire come se vivessi sotto un microscopio. Soltanto..."
Gli sfuggì un sospiro di pura e semplice frustrazione.
"Tu vedi troppe cose. E, per chissà quale motivo, la tua visione è molto più chiara della mia."
Lei gli si rannicchiò vicino, con la gola così chiusa da avere difficoltà a parlare.
"Joel, tu sei troppo coinvolto nel problema, tutto qui. Io riesco a vederlo perché ho un distacco emotivo."
Ma non era così. Non quando si trattava di Joel. Ad un certo punto, negli ultimi quattro mesi, era diventato il suo mondo, e non riusciva ad immaginare di vivere senza di lui. Oppressa dalla tristezza, si augurò di non mettersi a piangere. Joel le prese il mento e la costrinse a voltarsi e a guardarlo.
"Devi smetterla adesso," le disse con dolcezza. "Devi capire che non ho il genere di legame con i Powell che tu vorresti. E i tuoi tentativi di crearlo sono inutili perché i miei progetti non sono cambiati e non cambieranno."
"Joel..."
Lui la interruppe senza esitare.
"Smettila, Leda, ti prego. È inutile discuterne. Puoi continuare a stare con me... altrimenti la facciamo finita adesso. In ogni caso, questo tuo desiderio di unire le due famiglie non funzionerà. Mai! Tra di noi c'è troppo astio perché possa succedere."
"Tra di voi non c'è nessun astio, Joel," obiettò Leda con veemenza. "C'era astio tra te e tuo padre, e tra i tuoi genitori. Ma hai conosciuto i tuoi fratelli e le tue sorelle soltanto cinque mesi fa. Non c'è motivo per cui tra voi non possa stabilirsi un rapporto positivo. Non lo capisci, tesoro? Dipende soltanto da te. Se lasciassi perdere la tua vendetta e prendessi in considerazione di lavorare con loro, invece che contro di loro..."
Lui la bloccò ricorrendo al mezzo più efficace a sua disposizione. La baciò. Mentre il bacio di prima era stato dolcemente persuasivo, quello fu imperioso, lasciando a lei la scelta se seguirlo... oppure tirarsi indietro.
Ma Leda non poteva tirarsi indietro. Era troppo tardi, perciò si arrese, in modo totale. Inclinò la testa contro la sua spalla e gli si offrì, accettando di essere posseduta, rabbrividendo per l'abilità con la quale lui riusciva ad eccitarla.
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CAMBIARE PER AMORE (6 LIBRO - LA SAGA DEI POWELL)
ChickLitLA SAGA DEI POWELL - LIBRO 6/6 Uniti da passioni e potere. Divisi da un segreto ancestrale. Per Joel Turner, figlio illegittimo di Reagan Powell, è arrivato il giorno della vittoria. Lui, che non ha mai posseduto nulla di quello che hanno ricevuto...