Tutti hanno quei momenti in cui le domande nella testa sono più delle risposte. Tutti cercano di zittirle nei modi più disparati quando si trovano con la schiena al muro: shopping, dipendenze, cibo e disturbi alimentari e chi più ne ha più ne metta. Tutti credono di poter smettere quando vogliono. Tutti pensano di essere al comando di loro stessi e desiderano arrivare al fine settimana per poter scegliere volontariamente di perdere il controllo e staccare la spina. Tutti pensano ad oggi, fottendosene del domani perché tanto è lontano, astratto, inconsistente. Tutti fanno e pochi pensano. E quelli che pensano lo fanno senza un criterio, senza una guida, senza un freno, finendo nell'abisso più buio e pericoloso mai creato dall'essere umano: la mente.
Non sono qui per farmi bella agli occhi degli altri, chi dovrei prendere in giro? Sono l'ultima della lista nella classifica di coloro che sanno ciò che fanno, ciò che vogliono e come vogliono realizzarlo. Come a scuola, prima all'appello e ultima ad aprire bocca. Esprimere la mia opinione non è mai stato il mio forte, soprattutto in pubblico. So qual è il mio posto, me lo sono preso tanto tempo fa grazie ad anni di lavoro. E a dimostrarlo ci sono questa tv di pochi pollici accesa su un canale a caso che trasmette serie tv a ruota, la coperta di lana a quadri che mi ricopre e il peluche che ho stretto in mano. Alfred mi ha accompagnato per tutta la vita e so che non mi abbandonerà molto presto. Il tè che mi ha fatto la nonna ormai si è raffreddato. Non so da quanto la tazza stia su quel tavolino, forse mezz'ora, forse un'ora... forse di più. Chi può dirlo ormai? Per me il tempo è un unico flusso che scorre, quasi trovo superflua la sua suddivisione convenzionale in secondi, ore, giorni. Tutto ciò solo perché fa comodo a noi che l'abbiamo inventato, ma io non credo sia davvero così. La gente che mi conosce pensa che io abbia 21 anni, ma si sbaglia: io sono senza età, un tutt'uno con la me bambina e la me futura. La mia presenza in questo attimo non determina la mia età perché il tempo è un unico infinito momento. O almeno, così mi piace pensare.
Sorseggio la bevanda dalla mia tazza preferita mentre guardo la tv in silenzio. So di non star veramente seguendo il programma, i miei occhi sono qui ma guardano dentro e non fuori. Vivo così il 90% del tempo. Bella storia, eh? Per quanto penso, so anche come io sia finita qui. Ma la vera domanda non è come io sia arrivata a questo punto. Piuttosto, voglio davvero uscirne?
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Eccomi qui, scusate l'assenza alquanto lunga. Come tutti, in questo periodo ne ho avute parecchie da fare. Non so quando aggiornerò le altre storie incomplete, sto anche pensando di cancellarle in realtà, però è ancora da vedere. Intanto, pubblico questo primo capitolo perché l'idea che ho avuto in questi giorni mi piaceva parecchio e non volevo finisse nel dimenticatoio come tante altre. Spero solo di avere la forza di portare a termine almeno questa storia. La sto scrivendo di pancia e non so come e quando finirà, ma se mai avrete qualcosa di carino da dirmi non trattenetevi. Perché, conoscendomi, potrebbe essere vitale per la mia motivazione a scrivere e quindi per la continuazione della storia.
Ci vediamo al prossimo capitolo!
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Ămors
ChickLitIl curioso viaggio alla ricerca di se stessi è tortuoso e lungo, ancora di più se lo si compie da soli. Tuttavia, ognuno di noi ha diritto al proprio lieto fine personale. Ma siamo davvero disposti a soffrire per realizzarlo? Nulla arriva senza un...