Inizia a fare freddo. Dovrebbe essere dicembre inoltrato se non sbaglio, ma non ci metterei la mano sul fuoco poichè il calendario lo guardo di rado. Più che altro è nonna, con il mutare dei suoi vestiti, delle sue scarpe e dei pasti che prepara, a farmi percepire il cambio stagione.
In realtà, io sento sempre freddo tranne che nelle più calde giornate di luglio. Però so distinguere il fresco dal freddo pungente dell'inverno. Come se non bastasse, le pubblicità natalizie sono ovunque in tv ed è impossibile sfuggirvi. Giocattoli, utensili da cucina e da giardino, videogiochi e tanto altro viene ripetutamente schiaffato in faccia agli ascoltatori giusto per sfinirli con le richieste insistenti dei figli avidi di giochi nuovi.
Sorseggio il tè proprio mentre nonna esce di casa salutandomi. Onestamente, parlo così poco che quasi non ricordo il suono della mia voce, di quando era limpida e vivace, non roca come adesso. Mentre riappoggio la tazza sul tavolino mi accorgo dei capelli sparsi sul pavimento. Iniziano ad accumularsi quindi tra qualche giorno nonna li raccoglierà, di nuovo. Di positivo c'è che non si lamenta come i miei genitori. Gliene sono infinitamente grata, anche se non penso di averglielo mai detto.
Suonano alla porta e mi alzo solo perchè l'altro giorno nonna mi ha avvertito che sarebbe potuto arrivare un pacco per lei in settimana.
"Salve, la signora... Hastings?" mi chiede a tratti la fattorina leggendo il nome sul taccuino.
"Sono la nipote" rispondo allungando le mani per prendere lo scatolone. Cosa avrà mai ordinato di così grande?
Lei annuisce e me lo passa, ma pesa più di quanto pensi e mi ritrovo a cedere inavvertitamente.
"Attenta" dice gentilmente mentre si precipita a sostenerlo. Con un patto silenzioso mi aiuta ad appoggiarlo sul tavolo della cucina. La ringrazio in un soffio di voce prima che sorridendo torni al suo lavoro.
Nel pomeriggio, nonna torna con due buste piene di spesa.
"Sono a casa, tesoro" annuncia chiudendo il portone e smistando il bottino in cucina "Oh, grazie per il pacco. Finalmente è arrivato il ferro da stiro che aspettavo" la voce arriva sommessa qui in salotto, ma sorrido debolmente mentre stringo Alfred in braccio e torno a prestare attenzione alla tv. Non so se sia un film o una serie, ma la protagonista è una bambina. Non sono più in grado di reggere un ferro da stiro... Non pesa di certo poco, ma anni fa ero capace di molto meglio. Un cucciolo lecca la padroncina appena conosciuta e lei ride di gusto mentre prega la mamma di tenerlo. Tiro giù le maniche della felpa fino oltre le dita. Mi faccio sempre più ribrezzo. Ora l'altra sua mamma la abbraccia e convince la compagna a tenerlo con uno sguardo supplicante e amorevole. Stringo i denti e metto il cappuccio come se potessi scomparire grazie a quel gesto. La scena si sposta nel loro giardino e-
"Mi aiuti?" nonna spegne la tv e mi sventola davanti un lenzuolo matrimoniale sorridendo. Sospiro e acconsento perchè so che la tv spenta non ammette repliche. Nonna usa quel metodo solo quando strettamente necessario, un codice che indica le faccende che non riesce più a fare da sola. Il mondo gira ma lo ignoro e provo a piegare al meglio quel lenzuolo che sembra pesare come il ferro da stiro. Mi tremano le braccia ma le maniche larghe lo nascondono bene.
"Grazie tesoro" continua a sorridere mentre lo va a sistemare al piano di sopra "Ah, puoi mettere la tazza nel lavandino che così la lavo? Se vuoi, c'è anche la merenda pronta sul tavolo" si blocca sulle scale per non dovermelo urlare da sopra. Ormai sono in piedi, non mi costa molto arrivare in cucina. Prendo la tazza e attraverso la stanza come una lumaca che sta facendo la più ripida delle salite. Se avessi acqua da sprecare, suderei persino. Schiudo le labbra e rimango di sasso quando mi giro e noto quanta fatica ho fatto in così pochi metri. Assottiglio le labbra e mi volto verso il rumore di vetri infranti.
"No!" Sebastian è in piedi davanti al lavandino con un asciugamano in una mano e l'altra tesa verso il bicchiere ormai in terra.
"State bene, cari?" domanda nonna dal piano di sopra
"Sì Marielle, ma ho rotto un bicchiere. Scusami" Sebastian risponde a voce alta, mortificato, mentre guarda quei cristalli come se potesse aggiustarli con il pensiero. Intanto Nicole gli passa la paletta mentre comincia a spazzare. Ma quando sono entrati quei due?
"Oh, tranquillo. Anche a me sfuggono ogni tanto" e non era falso, le mani di nonna cominciavano a perdere la loro forza, specialmente la mattina presto.
"Il pavimento è già sgombro, Marielle" la aggiorna Nicole una volta ripulito l'inconveniente. Mi sento un'estranea in casa mia. Ho ancora la tazza in mano quando loro si accorgono di me, lì immobile sulla soglia della cucina. Silenziosamente passo e appoggio la tazza, poi faccio retromarcia.
"Marielle ha fatto questa per te" Nicole mi porge cauta due fette di crostata. La marmellata sembra essere all'albicocca. Annuisco per ringraziarla e afferro il piatto a due mani, andando a mangiarlo in sala lontana dai loro occhi.
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Ămors
ChickLitIl curioso viaggio alla ricerca di se stessi è tortuoso e lungo, ancora di più se lo si compie da soli. Tuttavia, ognuno di noi ha diritto al proprio lieto fine personale. Ma siamo davvero disposti a soffrire per realizzarlo? Nulla arriva senza un...