Persone

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Il lato positivo di abitare in campagna è l'assenza di persone, la mancanza di rotture di scatole, di domande inopportune e sguardi indiscreti. Non come la città in cui sono cresciuta, lì era un vero e proprio incubo. Un mare di gente con sempre qualcosa da dire, sempre un posto dove andare, sempre qualcosa da fare come se fosse l'ultima prima di morire. Mi sale l'ansia solo a pensarci.

Il mio meccanismo di difesa blocca la reazione distogliendo l'attenzione dall'argomento. Noto che la luce che entra dalla finestra è sempre più fioca e il mio te è finito. Tolgo il volume alla tv perché la pubblicità mi sta dando sui nervi. Sia la realtà che questa scatola parlante sono entrambe piene di gente falsa che recita fingendosi felice. Non lo sopporto. Come se nessuno avesse problemi, come se nessuno piangesse mai o rimpiangesse il giorno in cui è nato. Da quando l'umanità è diventata così poco umana, così fastidiosamente ipocrita?

Non parlo con le persone anche perché il mio essere schietta e brutale non è popolare. Prima, quando interagivo, finivo sempre per risultare maleducata e inopportuna. Dopo che ho smesso di rispondere, sono diventata irrispettosa e arrogante. Tanti giri di parole per dire che la gente ama rompere il cazzo qualsiasi cosa tu faccia e troverà sempre modi nuovi per venderti le stesse balle di prima. Vorrei poter consigliare a qualcuno di non cambiare per gli altri, ma sono la prima testimone di quanto sia impossibile. La relazione con gli altri ti cambia a prescindere che tu lo voglia o meno, l'unico consiglio che potrei dare è di farlo in modo da sopravvivere. 

Sopravvivere. Questo sta un gradino più in alto di dove mi trovo io adesso, o forse anche qualcuno più su. Dove mi trovi io di preciso non lo saprei spiegare. Ma cosa importa poi? Non so quanti gradini ho sceso, ma so che quaggiù qualcuno deve aver staccato la luce perché è buio pesto. E capisco anche tutti coloro che non vogliono avvicinarsi perché hanno paura di quel buio ignoto. Se non fossi quaggiù io in primis, non credo andrei a visitare qualcun altro in questo posto angusto.

La nonna ancora non è tornata. Era andata al mercato, ma ormai sta salendo la luna. Vero è che a febbraio ancora fa notte presto, ma la nonna non fa mai tardi a meno che non abbia comprato parecchie cianfrusaglie. Sbuffo pensando che, se così fosse, Sebastian si fermerà a cena. Non perché sia una brutta persona o mi dia fastidio la sua presenza, bensì perché il suo essere qui mi fa sentire in dovere di abbandonare il pigiama e tirarmi a lucido. Cose che so già che non avverranno, ma che comunque la mia coscienza cerca di far venire a galla. Torno a fissare la tv per affogarla.


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