Realizzare.

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Notando che nessuno nella stanza rideva insieme a me, mi ammutolisco e spalanco gli occhi. Sposto lo sguardo su tutte le persone nella sala. Non una faccia divertita o un mezzo sorriso, solo facce serie. Secondo loro io dovrei essere nipote del dio degli dei, dovrei essere figlia di Ercole. Dovrei essere figlia di un semidio. Ma che poi, anche se fosse? Sono una ragazza normalissima, non mi cambiava molto saperlo o meno. Non sto capendo.

"E voi vi aspettate che io vi creda davvero, voi pensate che io, Blair Beverly, sia figlia di un semidio e nipote di un Dio. Ma fatemi un piacere, se anche tutto questo fosse vero vi state sbagliando, io sono una persona normalissima." faccio questo discorso impegnandomi per non scoppiare in una risata. Non è possibile nulla di tutto questo.

"Sapevo non mi avresti creduta. Per questo ho portato con me due studenti dell'accademia. Sarah, nipote di Atena, e Perseo, nipote di Poseidone." i due ragazzi nella sala si mettono vicini alla professoressa Davidson e mi guardano, vedendoli così da vicino posso benissimo descrivere ogni singolo dettaglio dei due.

Sarah è alta poco più di me, ha un portamento impeccabile, quasi reale, i capelli castano scuro fanno da cornice perfetta al viso leggermente ovale di un rosa porcellana, i piccoli occhi rotondi sono di un colore che mai avevo visto prima, un color miele quasi splendente, luminosissimi e allo stesso tempo molto scuri. Indossa una divisa blu scuro con dettagli in oro, anche lei sulla mano ha un tatuaggio, un libro con una bilancia sotto.

Perseo invece è parecchio più alto di me, ha occhi blu intenso e capelli neri pece, si nota parecchio la corporatura davvero massiccia, le labbra carnose e gli zigomi taglienti. La sua divisa è diversa da quella di Sarah, è di un celeste intenso con le rifiniture argento, sulla sua mano a differenza delle altre, c'è un tridente, simbolo decisamente inconfondibile. Non appena i suoi occhi incontrano i miei però non posso fare a meno di provare un filo di disprezzo nel modo in cui mi guarda.

"Ciao Blair, sono Sarah, so che se confusa sono stata anche io nella tua stessa posizione, non ci credi, o forse non ci vuoi credere, so bene come ci si sente, finchè non arrivi in accademia non ti muoverai dalla tua ideologia ne sono certa, io fino a qualche mese fa ero come te; Perseo invece è sempre stato a conoscenza della sua natura." Sarah mi parla in tono pacato, ma noto una luce nei suoi occhi dorati, questa ragazza mi ispira fiducia, e il mio sesto senso non sbaglia mai.

"Professoressa le ricordo che Ares ci sta aspettando per la lezione di difesa." queste sono invece le prime parole che sento uscire dalla bocca di Perseo. Una voce calma ma piena di sdegno, profonda ma allo stesso tempo quasi fastidiosa a causa di quel tono irriverente.

"Lo so Perseo. Bene Blair, hai esattamente 20 minuti per preparare le tue cose, ora che ti abbiamo trovata è tempo che tu venga in accademia con noi, devi imparare a sfruttare le tue abilità e conoscere le tue origini. Da oggi inizia la tua vita in Accademia." Queste sono le ultime parole che escono dalla bocca della donna.

Guardo sbalordita i miei e imploro loro di fare qualcosa, mamma si lascia solo riempire gli occhi di lacrime e papà dopo essersi alzato mi poggia le mani sulle spalle e mi guarda fissa degli occhi, conosco quello sguardo, è il classico sguardo di quando non vorrebbe fare qualcosa ma decide di ignorare quel sentimento per un bene maggiore.

"Ci hai resi fieri fino ad oggi. Va Blair, e scopri chi sei veramente, non sarà facile, ma è necessario, se questa è la tua strada lo capirai li, se non dovesse esserlo invece puoi sempre tornare e noi saremo sempre qui per te ad aspettarti. Noi non possiamo trattenerti e non possiamo evitare questo, lo abbiamo promesso. Un giorno farai grandi cose, e noi saremo in prima fila a dirti che siamo fieri di te. Le valigie in realtà sono già pronte, manca solo quella dei tuoi oggetti personali."

Poco dopo finisco di mettere l'ultimo libro nello zaino di pelle. Carica batterie, libri, foto, computer e astuccio con gli acrilici. Anche lo zaino è pronto. Per tutto il tempo in cui ho riordinato le mie cose ho pensato a tutto e a niente. Un silenzio surreale colmava la stanza nella quale mancavano alcune cose, oggetti che ormai erano disposti in maniera ordinata nelle valige e nello zaino. Con un ultimo sospiro guardo la sala a me tanto cara e chiudo la porta. Passo poi in fianco alla mia libreria e anche li ne chiudo la porta, ammetto che il cuore in quel momento ha fatto un saltino di tristezza.

Mi sembra chiaro che una persona con del sale in zucca avrebbe mandato tutto a quel paese, avrebbe rifiutato l'offerta urlando a tutti quanti quanto in realtà fossero pazzi. Ma una parte di me sapeva bene che quello a cui andando incontro era il mio destino e ero quasi sicura che che stavo facendo la cosa giusta affidandomi al mio istinto.

Ecco di nuovo che mi trovo in cima alle scale, chissà quando le avrei scese di nuovo. Stringo la spallina dello zaino e scendo.

Davanti all'ingresso ci sono mamma e papà che si stringono l'un l'altra come se fossero la cosa più preziosa al mondo. E onestamente, per me lo sono. Mi avvicino a loro e decido di dire la frase che più li farà star bene nonostante al momento risuoni nella mia testa come una barzelletta.

"Grazie Mamma, grazie Papà, so che tutto questo ha un senso, vi scriverò sempre e spero di tornare presto. So che mi volete bene." dopo un abbraccio intenso esco dalla porta di casa, prendo una grande boccata d'aria e salgo nella Berlina nera davanti al vialetto della mia casa.

La professoressa è alla guida e nel posto del passeggero davanti è seduta Sarah. Con mio grande, anzi, grandissimo piacere mi siedo dietro vicino a Perseo che non mi degna di un singolo sguardo.
Quasi mi infastidisce il fatto che io non possa piacergli. Nella mia vita ho sempre fatto una buona impressione a tutti. Sono sempre stata simpatica e ho sempre avuto quel tocco magico anche con il più introverso che mi ha permesso di socializzare e rendermi piacevole agli occhi delle persone.
Devo aver fatto notare il mio sguardo accigliato tanto che il ragazzo in fianco a me si volta leggermente e alza un sopracciglio interrogativo. In tutta risposta decido che il signore nel marciapiede che porta a passeggio il cane sia decisamente più interessante.
Così mentre sono assorta nel turbinio di pensieri che mi affollano la testa la Davidson interrompe il silenzio che si era creato da ormai i 10 minuti di viaggio che abbiamo già fatto.

"Bene Blair, come avrai capito stiamo andando in Accademia. Li ci saranno ad aspettarti altri ragazzi come te, voi appartenete tutti alla seconda generazione, incontrerai nipoti di tutti gli dei dell'olimpo. Ti avviso già del fatto che tu sei unica in confronto a quasi tutti loro, infatti sarai l'unica discendente di Zeus, così come Perseo è l'unico discendente di Poseidone e Paride di Ade. Questo agli occhi dell'accademia non ti rende diversa o speciale. Ti verrà spiegato tutto da Nestore, attuale preside dell'accademia."

E così in poco tempo mi ritrovo a percorrere un lungo viale alberato che finisce ai piedi di una villa suntuosa di dimensioni mai viste in vita mia, Buckingham Palace in confronto sembra uno sgabuzzino.

Mentre i miei sensi si assopiscono a causa della bellezza che mi si sta presentando davanti gli occhi sento un respiro caldo che si avvicina al mio orecchio, e Perseo con voce profonda sussurra:

"Benvenuta all'accademia, discendente di Zeus."

E poi così, senza salutare o senza degnarmi di uno sguardo di troppo, lo sento aprire la portiera e trascinare il suo corpo fuori dalla macchina. E concedendomi un ultimo sguardo curioso noto che dal colletto della divisa azzurra spunta un disegno inciso sulla pelle, la repentinità della mia fugace occhiata però mi lascia con una curiosità amara in fondo allo stomaco.

Una fastidiosissima scarica di energia percorre ogni singola vertebra della colonna vertebrale.

A differenza del mio corpo però non rispondo.

Thunder and TidesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora