Non appena mi sveglio ho la sensazione di aver dormito anni interi, perciò mi ritrovo ad ammettere a mio malgrado di non dispiacere questo letto nonostante non sia quello di casa.
Dopo aver passato decine di minuti a rotolarmi nelle coperte tiepide prendo in mano il telefono per vedere l'orario. L'appuntamento con Sarah e gli altri è alle 9.00 quindi mentre sto per sbloccarlo spero con tutto il mio cuore di non essere in ritardo.
6.30.
Sono decisamente in anticipo. Non volendo perdere la buona abitudine quindi apro una valigia a caso e per pura fortuna trovo il completo per andare a correre. Per quanto voglia farlo non so se sarebbe effettivamente una buona idea. Non conosco il parco, non conosco le strade.
La probabilità di finire per vagare in eterno per il giardino è molto alta.
Alla fine dei conti però si vive una volta sola. E se questa dovrà essere l'ultima corsa della mia vita me ne farò una ragione.
Appena finito di elaborare queste teorie fataliste, raccolgo i capelli corvini in una coda alta, metto le cuffiette e esco solo dopo essermi nuovamente persa nei corridoi stranamente avvolti da una nebbia silenziosa.
Apro una porta laterale e finalmente sbuco in giardino. Il sole è già pronto a colorare il cielo di un arancio fuoco.
Destra o sinistra?
Mi guardo intorno cercando di memorizzare il più possibile quello che sarà il mio percorso.
Poi nelle cuffie inizia Thumbs e una carica di energia mi spinge a iniziare a correre. E così faccio. Dimentico di fare qualsiasi cosa che non sia rompere il muro dell'aria. Sento di essere piena di forze e vuota di pensieri. Sono talmente assorta nel mio mondo che noto a malapena le statue nel giardino e le siepi minuziosamente potate.
Mi fermo dopo 20 minuti davanti a un laghetto che riflette le luci della mattina illuminando anche gli alberi che lo circondano.
Prendo finalmente una grande boccata d'aria. Riempio ogni singolo angolo dei polmoni e trattengo quell'aria fresca e pulita il più possibile.
Poi scoppio a piangere non appena l'aria viene rigettata fuori.
Piango perché la mia vita fino a quel momento è sempre stata una farsa.
Ho sempre vissuto in una bugia. E non ho nemmeno avuto il coraggio di mostrare alle persone il fatto che questa cosa mi abbia fatta appassire dentro.
Il coraggio che mostro alle persone è totalmente apparente. Non capisco come io possa sostenere ancora a lungo la bugia più grande che sto raccontando in primis a me stessa.
Piango perché nessuno mi ha mai chiesto davvero come sto.
E piango perché i miei veri genitori sono morti. E per questo non avrò mai l'opportunità di conoscerli.
Non capisco se tutto ciò abbia senso. Cos'è che mi hanno davvero nascosto.
Riprendo fiato e mi siedo in un masso che si affaccia sul lago.
Attraverso gli occhi lucidi mi sembra di vedere tutto ancora più nitidamente.
Cerco di rendere nitide anche le mie idee.Mi è sempre stato insegnato che stare male va bene.
Ma non se sei Me.
Blair Beverly non ha il coraggio di star male. Non ha il tempo per star male. E soprattutto non ha le forze per sopportare il dolore.
Quindi lo spegne.E così faccio anche ora.
Prendo un respiro profondo, come se l'aria pulita possa purificare la mia anima così come fa con i polmoni.
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Thunder and Tides
FantastikCome reagiresti se ti dicessero che in testa alla tua discendenza ci fosse una Divinità dell'Olimpo? Se tutto quello che leggi nei libri di storia fosse vero? Se gli intrighi olimpici fossero veri. Blair, ne è la prova vivente, così come altri tanti...