Brividi.

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E quando il mondo sembra precipitare ecco che mi ritrovo a guardare una sua foto, sfiorare con la punta delle dita lo schermo del telefono e sforzarmi a ricordare come fossero i suoi capelli.

Così mi sentivo in quel giorno di Marzo, quando sembrava che tutto andasse a rotoli. Io e la mia compagna di ballo ci eravamo ufficialmente separati come partner e io ero rimasto solo.
Mia madre stava cucinando quando mi accorsi che mi stava mandando delle occhiate sospette.

《 A cosa pensi?》 Le chiesi.

《 A niente, perchè?》

《 Ti conosco, qualcosa ti preoccupa.》

《 No, davvero amore, niente.》Levò il suo sguardo da me e si concentrò sui piatti.

Lo aveva scoperto al telefono, di me e Chri intendo, all'inizio ne fu sorpresa poi cercò di adattarsi.
Sapevo quanto le costasse leggere dei tweet in cui mi offendevano dandomi del... vabbè avete capito.

Allora ci pensai: 《 Cosa hanno scritto?》

E subito, quasi come se lo aspettasse rispose:《 Ma niente, Matti.》

《 Mamma...》

《 Non ho letto niente, è una cosa che ho fatto io.》 Alla fine buttò giù tutto di un fiato.

《 Cosa hai fatto? 》 Chiesi allarmato.

《 Io.. io non... non ci riesco, è più forte di me, ma non perchè non lo accetti anzi, io vi amo, ma sui social ho così paura, ci sono persone cattive e...》

《 Dritta al punto?》 La implorai.

《 Continuo a definirvi solo amici.》

Buttai un sospiro di sollievo, pensai invece che avesse fatto qualche guaio come averlo confessato e invece, si poteva dire che stesse ''tenendo il gioco'' .

《 Non ti preoccupare.》

《 Mi preoccupo invece, non voglio tapparti le ali.》

《 Ma non lo stai facendo mamma, anzi.》

E stanca si sedette sulla sedia di fronte a me.
《 Come sta Chri?》

《 Così e così, alti e bassi. Oggi vedremo se ha preso la maglia del serale.》

《 Ah giusto, oggi c'è la puntata. Ansia?》

《 Non tanta.》 Troppa invece, ma non perchè non credevo in lui, io non credevo nel programma in sè, che avessero potuto buttarlo fuori? Non lo sapevo, e questa cosa mi spaventava.

Ma forse il mio spavento era insensato, dato che la maglia la prese eccome e quel " Let's go" risuonò nelle mie orecchie.

《CE L'HO FATTA.》

《Ho visto, sono così orgoglioso di te.》

《Grazie di tutto.》

《 Io non ho fatto niente.》

《 Invece hai fatto anche troppo, io... io non mi merito tutto questo.》 E da che esultava per la maglia, diventò gelido.

《 Che vuoi dire?》

《 Sono complicato.》

《 Embhè. Chri davvero che cosa vuoi dirmi?》

Avete presente quando cala quel silenzio freddo con una persona che anche se conosci da anni senti comunque l'imbarazzo penetrarti nelle ossa? Non sapete perchè, ma la cosa che vi fa rabbrividire che in un certo senso sapete come andrà finire, perchè quei silenzi portano sempre danni.

Sembrò infinito soprattutto quando lui distolse lo sguardo.

《 Quando Maria e Raimondo mi hanno parlato hanno usato parole forti, all'inizio pensavo stessero esagerando ma poi ci ho ragionato. Hanno ragione Mattia, io sono testardo, infantile, spocchioso. Fuori sono odiato da tutti, anche se non mi importa di loro più di tanto. Mi importa di te.》

《 Christian...》

《 Sta per iniziare il serale, e io lo so che quando qualcosa andrà storto io mi incazzerò e mi dovrò sfogare con qualcuno, non voglio che sia tu. Sprecare una telefonata con la mia famiglia pur di parlarti》

No,no,no,no,no.

《 Ma sei scemo? Io mi farei prendere persino a pugni se questo ti fa stare meglio. Chri se quello che mi vuoi dire è che tu per me sei un danno, scordatelo dalla testa.》

《 Sei troppo buono, non riusciresti ad ammettere che quando sono in ansia io vai in ansia anche tu.》

《 MA È OVVIO CHE SE STAI IN ANSIA TU STO IN ANSIA IO CHRI, MA È UNA COSA NORMALE. SENTI IO DAVVERO NON SO DOVE VUOI ARRIVARE E HO PAURA MA QUALSIASI CAZZATA TU STIA CERCANDO DI DIRMI TI CONVIENE NON DIRMELA.》

Sorrise. Christian semplicemente sorrise, poi gli vidi qualcosa rigare la guancia.

《 Chri...》

Silenzio.

《 No, Christian, che senso avrebbe, mh. Dimmi che senso avrebbe, tanto domani vi levano i telefoni e nemmeno ci sentiremo più. Ora dimmelo, perfavore, che per me questo è tutta una follia.》

《 Ti ricordi quando mi dissi che avevi timore di come sarebbero state le cose fuori e io ti risposi che mi piaceva pensare al presente? In questo momento il mio presente è un caos.》

《 No, non lo accetto, non può essere. Cosa c'è sotto? Cosa non mi vuoi dire tanto da inventarti una scusa così ridicola? Dimmi...》 L'esatto momento in cui tutto andò via.

《 CAZZO MATTIA, MA TI È COSÌ DIFFICILE PENSARE CHE STO CERCANDO DI LASCIARTI. È MEGLIO PER TUTTE DUE PER ORA, POI UNA VOLTA USCITO NON LO SO, MA ORA LE NOSTRE VITE SONO UN CASINO, TU FUORI CHE HAI RIPRESO A RICORDARE LE VERE COSE CHE TI FACEVANO BENE E IO DENTRO, ANCORA NELLA BOLLA DI QUESTA STUPIDISSIMA ILLUSIONE.》

Quel giorno la connessione funzionava a meraviglia, non si poteva dire la stessa cosa per me.

Ero triste, così triste da essere arrabbiato, non stavamo nemmeno nella stessa casa e non si poteva risolvere con una semplice chiacchierata, noi avevamo solo cinque minuti di tempo.

Mi aveva lasciato, e non sentimentalmente parlando, ma mi aveva lasciato con tutto quel caos da solo.

Così anche le mie guance iniziarono a bagnarsi.

《 Io-》 Iniziai a singhiozzare

《 Io ti odio.》 Dissi con l'ultimo filo di voce che mi rimase e gli chiusi la chiamata.

E lo odiavo perché mi ero innamorato di lui, e lo odiavo perchè gli avevo permesso di giocare con me. Lo odiavo, perchè lui era il mio fabbricante di lacrime, e lo odiavo perchè anche se gli avevo appena detto quella cosa continuavo ad amarlo con ancora più ardore.

La vita era una montagna russa, ma con Christian sembrava più ripida la discesa.

PER TE AMEREI, ancora una voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora