Capitolo 6

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Erano passate due settimane dall'arrivo di Christian, e il moro doveva ammettere che in quel breve lasso di tempo aveva imparato a sostenere qualche conversazione con gli amici di Mattia, grazie alle micro lezioni che il biondo gli faceva. L'unica che però continuava a non capire, era ovviamente Charlotte.

E chissà perché.

Certamente non era colpa di Christian se quella parlava più veloce di Crytical quando rappava, anche se lui non si soffermava fin troppo ad ascoltarla.

Era stata una settimana più o meno tranquilla, quella appena trascorsa, dopo quella domenica passata completamente a letto insieme, lui e Mattia si erano trovati delle cose da fare.

Infatti l'unico momento che avevano per stare insieme era la mattina, che passavano sempre attaccati, sul letto ad accarezzarsi e lasciarsi baci sul collo e tra i capelli.

Quando invece, Mattia doveva andare a provare Christian usciva a comprare cose e svagarsi un po'.

Il giorno prima, per pura casualità si era ritrovato a scriversi con Carola, che aveva visto fosse a Parigi anche lei insieme a Luigi, e quindi avevano deciso di vedersi quel venerdì sera, loro quattro.

Approfittando della giornata libera di Mattia, Christian aveva deciso di andare a cena fuori con lui, prima di raggiungere Carola e Luigi che li avrebbero aspettati nei pressi della Torre eiffel.

Non riusciva a capire perché, ma sapere di stare andando a cena con Mattia in un ristorante parigino, gli causava un'ansia assurda.
Non voleva sembrare un idiota e non sapeva bene nemmeno cosa indossare, perché riteneva che quello che aveva portato nella sua valigia non fosse adatto a quel genere di uscite, un po' più formali.

Così si avvicinò all'armadio di Mattia e prese la camicia più grande che trovò. Era semplice, azzurrina con qualche ricamo al lato dei bottoni, e se la infilò lasciando i primi due bottoni aperti.

Christian era così applicato a prepararsi, che si accorse della presenza di Mattia in stanza con lui, solo quando intravide nello specchio la figura del biondo in accappatoio e con i capelli bagnati che scendevano sulla sua fronte.

"Ma è legale tanta bellezza?"si chiese tra se e se, voltandosi verso Mattia, che lo guardava con le labbra schiuse e gli occhi leggermente arrossati dal calore dell'acqua che aveva usato per lavarsi.

"Ti..Ti sta bene Chri." Balbettò poi quello,
avvicinandosi leggermente per sistemargli bene il colletto, che se ne stava ripiegato su un lato.

Non appena si rese conto dei pochi centimetri di distanza tra i loro volti, Christian sentì una scossa di elettricità attraversargli la colonna vertebrale, e per un attimo fu tentato di prendere Mattia per i fianchi e sbatterlo, proprio contro quello specchio per fargli vedere quanto bello invece fosse lui, in quelle condizioni che avrebbero causato pensieri per nulla casti persino al prete più religioso dell'intera chiesa cattolica.

Mattia ci stava mettendo forse un po' troppo tempo a sistemare quel colletto, perché le labbra di Christian così vicine alle sue gli causavano un batticuore smisurato, ma nonostante il fastidioso sciame di farfalle che sentiva allo stomaco, decise di scostarsi leggermente.

"Mi porti in un posto elegante?" Si sentì di chiedere al moro, visto il suo abbigliamento, e Christian annuì "È vicino alla Torre Eiffel" gli spiegò non appena lo vide dirigersi verso l'armadio.

Decise di uscire dalla stanza con la scusa di andarsi a bere un bicchiere d'acqua, nella speranza che al suo ritorno Mattia fosse già pronto, ma così non fu, visto che il biondo dopo essersi infilato i pantaloni neri, che gli fasciavano perfettamente le gambe, si mise davanti allo specchio iniziando a sistemarsi i capelli.

Christian si appoggiò allo stipite della porta, mentre con lo sguardo vagava sulla schiena di Mattia soffermandosi, senza nemmeno farci troppo caso, sul perfetto fondoschiena del suo amico.

Quando Mattia si voltò verso il letto, per prendere la camicia bianca che se ne stava su di esso, sobbalzò leggermente trovando Christian li, con le labbra schiuse e le guance arrossate.

Gli rivolse un sorriso leggero, e Christian si perse nel azzurro di quelle iridi che, nonostante i pochi metri di distanza, brillavano così tanto da richiamare la sua attenzione.

Christian non sapeva come spiegarlo, ma quella sera, si sentiva particolarmente attratto dal corpo di Mattia.

Aveva passato l'intera cena a sfiorare ogni centimetro di quel corpo con lo sguardo. Era partito dalle ciocche di capelli biondi scendendo poi agli occhi azzurri, gli zigomi, le labbra rosate e gonfie, e ancora più giù il collo, le braccia e infine le mani che se ne stavano appoggiate al tavolo.

Avrebbe continuato a guardare il resto, ma poi si rese conto che sarebbe stato fin troppo strano, visto che entrambi erano seduti, e non si rese nemmeno conto di aver parlato finché non notò Mattia sorridere e arrossire al suo "Sei veramente bello" eppure non si sentì nemmeno di rimproverarsi troppo, perché Mattia era bello veramente e necessitava che qualcuno glielo ricordasse.

D'un tratto, mentre mangiava, Mattia sobbalzò sulla sedia come scosso da qualcosa, e Christian lo guardò interrogativo, mentre con un fazzoletto si puliva le labbra "Ho dimenticato di dirti una cosa importante" gli disse non appena finì di bere l'acqua, e Christian gli fece cenno di parlare non sapendo minimamente cosa aspettarsi.

"Hai presente Javier no?" Christian annuí con fare ovvio "Beh. Suo fratello fa parte di una compagnia di Hip Hop, e mi ha riferito che stanno cercando un ballerino bravo, perché uno della loro crew è diventato papà e quindi è tornato in Italia, quindi mi sei venuto in mente tu" gli spiegò sorridente e Christian gli afferrò una mano sulla quale lasciò un bacio "Tu sei la mia vita." Gli disse sorridendogli, e quando notò le guance di Mattia arrossarsi, il suo sorriso si allargò ancora di più.

"Non so bene quando, ma in questi giorni Javier ci fará sapere quando potrai andare a provare con loro" riprese il discorso Mattia, nella speranza che le sue guance tornassero ad una temperatura naturale, mentre il Moro lo ringraziò ancora una volta.

Christian aveva sempre avuto la consapevolezza che Mattia fosse una delle persone più importanti della sua vita, ma più passava il tempo in quella città, più sentiva di dover costruire un monumento in onore di Mattia, perché quel biondo era certamente stato mandato dal paradiso per proteggere Christian e per condurlo ad una vita meravigliosa. Non c'erano altre spiegazioni plausibili.

Era in Francia, viveva sotto lo stesso tetto di Mattia che gli stava anche insegnando il francese e inoltre gli aveva trovato persino una crew a cui aggregarsi.
Cosa poteva volere di più?

Colpa della Torre Eiffel -ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora