Capitolo 8

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In un primo momento era stato investito dalla voglia assurda di dirigersi al bancone, per scolarsi fino all'ultima goccia di alcool presente in quel locale, ma poi aveva ripensato alla promessa fatta a Mattia dopo l'ultima volta, e semplicemente si era alzato, aveva salutato tutti, e si era diretto a casa.

Nemmeno a dirlo, Mattia lo aveva seguito, e una volta che furono a letto cercò di spronarlo a dirgli cosa non andasse, ma Christian si voltò dall'altro lato, dandogli le spalle, e gli disse che si sentiva semplicemente stanco.

Ma Mattia non era stupido, e che qualcosa non andasse lo aveva già capito benissimo quando era tornato da Christian, dopo essere stato al chioschetto con Luigi, però lo conosceva e sapeva bene che insistere non avrebbe avuto senso. Christian non avrebbe parlato quella sera.

Il biondo però, nonostante rispettasse la sua decisione di non parlare, non ne voleva proprio sapere di dormire nello stesso letto di Christian, lontano da lui. Fu per quella ragione che da sotto le coperte si avvicinò al moro, e gli cinse la vita con un braccio, poggiando poi un dolce bacio sul retro del suo collo mentre gli accarezzava dolcemente i capelli.

"Io ci sono sempre Chri, per qualsiasi cosa" gli sussurrò poi all'orecchio, e quello sospirò lievemente, mentre il corpo caldo di Mattia lo rilassava fino a fargli sparire del tutto la rabbia nella quale aveva rischiato di affogare per ore.

Christian si sorprese del potere che quel ragazzo avesse su di lui, e con la mente cominciò a vagare alla loro esperienza ad Amici.

Lui e Mattia avevano legato fin da subito, e fin da subito avevano cominciato a dimostrarsi affetto con piccoli gesti, a partire dalle leggere carezze che Mattia gli lasciava sul retro del collo quando Christian riceveva delle sfide.

Poi i mesi erano passati, e dalle sole carezze erano passati agli abbracci, ai bacetti che si mandavano attraverso lo specchio e alle loro mani che tenevano intrecciate nei momenti più difficili.

E quando Mattia era dovuto andare via e a Christian era crollato il mondo addosso.

Sapeva sarebbero stati solo pochi mesi, ma non li accettava.

Passò quattro mesi a piangere nel letto, la notte, perché non riusciva minimamente ad accettare che l'infortunio di Mattia glielo avesse strappato via in quel modo così brusco.

Ma poi amici era finito.
Christian era arrivato in finale, e non aveva vinto il programma, ma quando dopo la registrazione Mattia gli corse incontro e gli saltò in braccio facendolo cadere all'indietro, e facendogli sbattere il sedere, Christian sentì di stare stringendo tra le sue braccia il premio più bello che avrebbe potuto desiderare.

Aveva avuto il viso di Mattia così vicino tante di quelle volte, che ormai quando gli passava il pensiero di assaporare quelle labbra nemmeno ci prestava più tanta attenzione.

Ma quella notte si.

Ricordò precisamente la prima volta che aveva immaginato di assaporare le labbra del biondo, dentro la casetta, mentre Mattia se ne stava seduto sul divanetto arancione in giardino, a rimproverarsi per non poter ballare il loro tango, a causa della maglia sospesa.

Christian era uscito per consolarlo, ma quando si era soffermato con lo sguardo sulle sue labbra  si sentì mancare il terreno sotto i piedi.

Non si era mai posto il problema di non capire il suo orientamento sessuale, aveva sempre detto di essere senza filtri e senza etichette, ma le labbra di Mattia lo mettevano in costante confusione. Aveva avuto voglia di scoprire di cosa sapessero, quale fosse la loro consistenza e quanto avrebbero combaciato con le sue, ma si era sempre detto che quello doveva restare un desiderio, un sogno.

Quando aveva provato a trovare una spiegazione plausibile a quei pensieri, si era convinto che sentisse quel desiderio solo perché Mattia era oggettivamente il ragazzo più bello che conoscesse, e dunque i suoi pensieri nascevano dalla sostanziale differenza che c'era tra Mattia e tutti gli altri ragazzi. Non aveva mai considerato l'idea di provare qualcosa per Mattia.

Non perché sentisse che fosse sbagliato, semplicemente gli risultava difficile credere di potersi innamorare di uno dei suoi amici più stretti, perché lui non le aveva mai capite quelle persone che si innamoravano del proprio migliore amico, e nonostante lui stesso si rese conto di essere una di quelle, non riuscì comunque a capire come fosse successo.

Mentre si crogiolava di pensieri, sentì il respiro di Mattia farsi più regolare e lentamente si voltò per guardarlo in viso.

Erano a pochissimi centimetri di distanza, e gli venne istintivo appoggiare il suo naso a quello di Mattia, accarezzandogli lentamente una guancia.

Avere le labbra di Mattia, così vicine, gli fece scoppiare il cuore nella cassa toracica, e senza rendersene conto lasciò che questo lo cullasse, facendolo addormentare.

La mattina dopo, Christian si risvegliò sentendo una leggera pressione sulle sue labbra, e quando aprì gli occhi si ritrovò davanti le iridi luccicanti di Mattia, che gli sorrideva con le guance arrossate.

Christian rimase a guardarlo per qualche minuto, ripensando alla pressione sulle labbra che lo aveva svegliato, si disse che probabilmente Mattia gli aveva poggiato le dita su quella parte del viso per fargli uno scherzo, cosa che effettivamente aveva fatto spesso quando erano ad amici e Christian non voleva alzarsi.

Come era successo la domenica di due settimane prima, Christian non aveva la minima intenzione di alzarsi da quel letto, e Mattia lo percepì dal modo in cui lo stava guardando, così semplicemente gli appoggiò una mano sulla guancia e rimase disteso al suo fianco, con i nasi che quasi si sfioravano.

Il biondo era curioso di sapere cosa passasse per la mente di Christian, ma aveva quasi paura a chiederglielo perché non voleva minimamente spezzare quel momento che si era creato, mentre accarezza quelle lentiggini e Christian se ne stava con gli occhi chiusi beandosi di quel tocco. Eppure Mattia non tollerava vedere Christian star male, e nonostante Christian non gli avesse ancora parlato, lui lo sapeva che stava male, lo sentiva.

Era come se il suo cuore stesse premendo un tasto per avvertire il cervello, che in Christian ci fosse qualcosa che non andasse.

Così senza smettere di accarezzarlo, gli sussurrò quello che si chiedeva dalla sera prima "Che ti succede Chri?" Ma quello, ovviamente, non gli rispose, rimase con gli occhi chiusi lasciando che il respiro di Mattia si infrangesse sulle sue labbra, ma il piccolo pur non cambiando quel tono dolce di una virgola, non demordeva "Parlami Chri.. per favore" Christian intuì dal modo in cui aveva pronunciato quelle parole, che Mattia stesse sporgendo in fuori il labbro inferiore, e quando aprì gli occhi si rese conto di averci preso completamente.

Erano ancora attaccati, a pochi centimetri di distanza, e la vista di quel labbro fece luccicare gli occhi del più grande, che senza esitare gli passò il pollice sopra, delicato e lento, per poi parlare sottovoce "Non c'è nulla che non va Matti. Restiamo così, ti va?" E Mattia avrebbe continuato ad insistere, davvero avrebbe voluto, ma il tono di voce di Christian, il dito che si muoveva lento, adesso, su entrambe le sue labbra tracciandone il contorno e l'altra mano di Christian, posta al di sotto della sua guancia lo spinsero ad annuire lievemente, per poi chiudere gli occhi e godersi le attenzioni che il maggiore gli stava riservando.

Colpa della Torre Eiffel -ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora