Capitolo 8

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I battiti impazziti del mio cuore mi rimbombano fastidiosamente in testa mentre, disteso sul letto, cerco inutilmente di rilassare i muscoli tesi del corpo. Sono ormai settimane che non riesco realmente a dormire, vivendo un dormi veglia. Quasi ogni notte mi sveglio in preda agli incubi con la sensazione che qualcuno o qualcosa sia nascosto nelle ombre della mia stanza a spiarmi, pronto ad attaccarmi. A volte penso di impazzire...Se prima pensavo che la mia vita fosse quanto meno decente, adesso posso affermare con sicurezza che sto vivendo un incubo, oserei dire l'inferno. Com'è potuto accadere tutto questo in così poco tempo? E' stato letteralmente come un battito di ciglia.

Prima la mia vita era almeno apparentemente perfetta, avevo qualcosa di cui potermi vantare. Draco Malfoy, ricco purosangue figlio unico, patrimonio inestimabile, famiglia degna del massimo rispetto, figlio prediletto coccolato e viziato con ogni agio destinato ad avere successo nel mondo magico non appena una volta fuori da Hogwarts. Poi, da un giorno all'altro, il nostro piccolo mondo fatato che era stato ben costruito negli anni è crollato nell'arco di poche ore come se, fragile come un castello di carte, fosse stato colpito da uno sbuffo di vento che l'ha spazzato via, portando con sé conseguenze catastrofiche.

La fine della scuola è stata atroce. Ogni sguardo puntato addosso, scelte difficile e dolorose da prendere...Lo shock di sapere mio padre in carcere dopo ciò che ha fatto, il dolore di mia madre e lo stravolgimento che sta avvenendo al manor. So che sta accadendo qualcosa di grosso, i mangiamorte rimasti fanno in continuazione avanti e indietro, so che spesso anche...Anche lui in persona è stato qua, ma io non l'ho mai visto. Gli ordini sono stati ben chiari...Devo stare fuori dai piedi e non immischiarmi. Lo faccio ben volentieri, ma avere restrizioni nella mia stessa casa lo trovo assurdo. Vorrei almeno sapere cosa sta accadendo, ma ovviamente nessuno si prende la briga di dirmi qualcosa perché vige rigorosamente la regola del farmi i fatti miei. Quindi sto quasi sempre chiuso in camera, gli elfi domestici mi portano i pasti che spesso salto, visto che non ho nemmeno più lo stimolo della fame. Infatti dalla fine della scuola ho perso peso, il mio colorito pallido è diventato ancor più grigiastro e profonde occhiaie mi segnano il volto che non sembra affatto appartenere ad un adolescente. Al momento, mi sento almeno quindici anni più vecchio. Vedo poco anche mia madre e quando ho occasione di parlare con lei la vedo sempre pallida e spaventata, come se fosse a conoscenza di qualcosa di terribile che non vuole o non può dirmi. Forse qualcuno le vieta di avere troppi contatti con me, anche se sono suo figlio e siamo in casa nostra, proprio perché magari lei sa qualcosa di segreto che nessuno vuole che io sappia e temono che potrebbe scapparle detto...Tutto è probabile, alle condizioni in cui viviamo.

È già un miracolo se siamo ancora vivi. Per ora, rammento a me stesso. Il mio caro padre...Odio doverlo definire tale in questo momento, è riuscito a condannarci in via definitiva. Sapevo che lo sosteneva...Ma non pensavo fino a tal punto. Reprimo dei conati di vomito...Non voglio ripensare a ciò che ha fatto, non voglio nemmeno pensare a lei...Al suo volto, al suo nome. So che potrebbe essere pericoloso, più per lei che per me. So che potrebbero leggermi nella mente, me l'ha detto mia madre in una delle poche occasioni che è riuscita a dirmi qualcosa in più. Questa consapevolezza mi mette angoscia. Nascondo così tanti segreti che se venissero a galla condannerei a mia volta troppe persone innocenti. Ha cercato di insegnarmi o meglio, spiegarmi, come si fa a chiudere la mente e devo dire che sto provando ad esercitarmi. Ma non è così facile come sembra. Nei momenti di noia, quando non sono troppo stanco, mi concentro e provo a chiudere in un angolo remoto della mia mente ogni mio singolo pensiero e a volte mi sembra di farcela. Ma ogni volta che mi interrompo mi ritrovo con il fiatone e madido di sudore per lo sforzo fisico e mentale.

Ma anche se questa cosa ancora non la sapevo, dopo ciò che è successo, ho dovuto prendere la decisione di chiudere con lei perché sapevo che non avrebbe mai potuto funzionare a prescindere. Non saremmo potuti andare avanti, non a queste condizioni. In realtà non avrei nemmeno dovuto iniziarla quella storia...Sono stato l'ennesimo bastardo egoista. L'ho illusa, nella sua innocenza e bontà di vedere il buono e il possibile cambiamento in tutti, le ho spezzato il cuore e la sto facendo soffrire per il mio personale egoismo. Pensavo davvero che avrei potuto trovare un modo per far funzionare una relazione con lei? Certo che no, stupidamente sono riuscito solamente a metterla gravemente in pericolo, come se non si cacciasse già abbastanza nei guai da sola...Se qualcuno scoprisse della nostra storia, non oso immaginare cosa potrebbe accaderle. Un brivido freddo mi scende lungo la schiena. È stato bello finché mi sono illuso che potesse funzionare perché con lei al mio fianco, per un po' ho visto la luce in fondo al tunnel. In quei mesi ho ripreso a vivere...Tutto sembrava avere un po' più senso, ogni cosa mi appariva colorata e non più in bianco e nero. Mi sono reso conto di quanto tante cose che avevo pensato fino a pochi mesi prima fossero effettivamente stupide, sbagliate, immorali siano in realtà la perfetta normalità. Sono riuscito a vergognarmi della cattiveria che per così tanti anni ho covato dentro e riversato su gli altri...Mi sono ricreduto, almeno in parte, sui mezzosangue e nati babbani. Ma adesso dovrò tornare a fingere e sarà difficile, estremamente difficile. Ma come al solito non ho alternativa più felice da seguire. Tornare ad Hogwarts sarà umiliante, già lo so.

Il pianto della feniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora