Capitolo 1

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È la mia prima lezione da quando sono in questo paese, e non sono mai stata così timida come ora. Mi chiamo Beatrice ma tutti nel mio paese mi chiamavano Bea, prima abitovo a Genova ma i miei si sono dovuti trasferire per lavoro e quindi siamo dovuti venire qui a Tarquinia.
Tarquinia è un paesino piccolo, bello, e qua le persone si conoscono tutte.
Sono sulla soglia della porta e non so se entrare o no. Ad un tratto mi accorgo che passo dopo passo sono in mezzo al corridoio, guardo il foglio che ho in mano e leggo "classe 4D".
Inizio a camminare in cerca della classe, tutti stanno facendo lezione ed un po mi vergogno ad entrare in una classe di cui non conosco nessuno. Vado verso la porta per entrare in classe, ma una musica mi fa fermare, proviene da una stanza socchiusa. È una musica che con il suo ritmo ti arriva fino al cuore, è ritmata ma non troppo. Chi la canta ha una voce un po roca ma elegante, così mi avvicino alla porta e mi affaccio per vedere chi la suona. E vedo cinque ragazzi voltati verso una finestra, il batterista ha la barbetta lunga e nera con i capelli corti, a vederlo da così sembra un ragazzo alto ma visto che è seduto su uno sgabello di velluto non sono sicura, ha una magliettina verde scuro e dei pantaloncini gialli corti con delle scarpe grige e nere. Il bassista ha un un ciuffo piccolo ma carino, ha una felpa blu e dei pantaloni marroni e delle scarpe nere, é alto ma non quanto uno dei due chitarristi è pieno di tatuaggi e ha un ciuffo lungo sulla testa e corto sui fianchi, porta una canotta bianca scollata e dei pantaloni neri con delle scarpe basse. L'altro chitarrista invece ha un ciuffo strano ma bello, porta una camicia di jeans blu e dei pantaloni attillati neri con degli stivali. In fine il cantante ha un ciuffo lungo portato all'indietro, due orecchini neri ad entrambe è alto più o meno come il bassista, porta dei pantaloni neri con delle strisce bianche nei lati e una camicia a maniche corte con le bratelle.
Mi fermo e chiudo gli occhi per ascoltare meglio i particolari del ritmo quando sento che smettono di suonare, apro gli occhi e vedo che il cantante viene verso di me. Oddio si sarà arrabbiato perchè io li guardavo o magari mi viene solo a dire di andarmene perchè sono prove private, lo osservo mentre si avvicina sempre di più.
<<Ciao>> mi dice con una voce che quando cantava sembrava diversa
<< Stai cercando qualche informazione? Scommetto che sei nuova perchè non ti ho mai visto>> continua lui.
Con voce roca inizio a parlare << Em... Si scusa stavo andando in classe ma non ho potuto non fermarmi.>> Sto pensando di andarmene correndo via ma rimango li a guardare i suoi occhi, sembrano persi in un marrone chiaro.
<< Mi chiamo Alessio, ma mi puoi chiamare Alex tu sei??>> dice allungandomi la mano, noto un tatuaggio sulla mano sinistra che gli occupa tutto l'avambraccio, è un teschio con un microfono trapiantato dentro e un nastro che lo avvolge.
<<Beatrice>> Gli allungo la mano per stringerla << Ma mi puoi chiamare Bea>> continuo mentre gliela stringo.
Lo continuo a fissare mentre noto che ha un piercing all'angolo destro del labbro inferriore
<< Hai 10 minuti?? Ti faccio conoscere i miei amici>> dice lui allungando il braccio.
<< Dovrei andare in classe, ma 10 minuti si non un secondo di più peró>> e vedo spuntare un sorriso nella sua bocca mentre gli stringo la mano e lo seguo fino ai suoi amici.
Da vicino sono ancora più alti di quanto vedevo dalla porta.
<< Alé, che stai a fà?>> dice il chitarrista pieno di tatuaggi, noto che anche lui ha un piercing nel labbro inferriore peró lui lo ha ap centro ed non è un anello come quello di Alessio, è una pallina piccola.
<< Lei si chiama Beatrice ed è nuova>> dice rivolgendosi a loro che stanno mettendo a posto tutti gli strumenti.
<< Beatrice ti presento Francesco, Alessandro, Riccardo e Lorenzo, loro sono i miei compagni di band.>>
Li guardo attentamente uno per uno e noto che tutti e cinque anno la barba, c'è chi c'è l'ha più lunga chi più corta.
<< Piacere Beatrice>> dicono loro tutti insieme.
<< Noi siamo i Dear Jack>> riprende Alessio con un tono più basso.
Dear Jack è un bellissimo nome ma non riesco a capire perchè abbiano dato un nome straniero se sono italiani. Guardo l'orologio e vedo che è tardissimo così saluto i ragazzi e vado verso la porta, ma sento una mano che mi prende il braccio, mi giro ed è Alessio << Ci vediamo in giro per la scuola??>> così annuisco e scappo in classe.

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