Capitolo 3

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Mentre percorro il lungo corridoio per arrivare in classe, continuo a pensare perchè un ragazzo con una voce incredibile e una bellezza così impossibile fumi. Così decido di sorpassare l'argomento e di entrare in classe, quando entro sono già tutti arrivati solo 3 posti sono liberi, cosí decido di mettermi in uno dei tre con un banco vuoto di fianco, mi chino per prendere il quaderno dallo zaino e una voce familiare mi parla << Scusa, questo posto è occupato>> così mi alzo, vedo il ciuffo e il piercing all'angolo della bocca e da li campisco che è Alessio. Quando l'ho conoscuto semprava più grande di me, e invece ha la mia età. Così gli faccio cenno di sedersi, lui appoggia lo zaino e si siede. Mentre sistema delle cose vedo entrare anche Francesco che si va a mettere nell'ultimo post vuoto, chiama Alessio, lui si gira e comunicano con strani gesti. Appena hanno finito si gira e tira fuori dallo zaino il libro di storia e un quaderno spesso almeno 10 cm, nella copertina c'e il disegno di un microfono e degli strumenti. << È il tuo diario segreto??>> dico indicando il quaderno, lui ride e dice << No è il quaderno con i testi delle nostre canzoni>> propio nel mentre dice questa frase dalla porta entra il professore che si siede alla catedra e apre il libro per iniziare la lezione. << Posso vederlo??>> lui me lo passa silenziosamente, così io lo apro e inizio a sfogliare le pagine e a leggere i testi, mi fermi solo quando una canzone mi colpisce, si intitola La pioggia è uno stato d'animo. << Bel titolo>> dico mentre sorrido << È anche molto bello il testo!>> continuo, lui si gira verso di me e dice << Ti andrebbe un giorno di venire a casa mia, così te la faccio sentire?>> io lo guardo e annuisco.

***

Al termine della lezioni Francesco viene verso di noi << Beatrice ti andrebbe di venire a mangiare con noi, così ci conosciamo meglio??>> dice mettendosi lo zaino. << Va bene.>> Mentre usciamo dalla classe andiamo a prendere Riccardo, Alessandro e Lorenzo che ci stanno aspettando fuori dalla loro classe. <<Riccardo è l'unico che ha la patente perchè è stato bocciato, quindi andremo con lui in macchina>> dice Alessandro mentre fa un sorrisetto, saliamo tutti in macchina ma c'è un problema, ci manca un posto per Francesco. Così Alessio scende e fa sedere Francesco al suo posto, Alessio viene da me e mi fa cenno di alzarmi così lo faccio, lui si siede e con le mani, mi fa cenno di sedersi su di lui. Io un po imbarazzata mi siedo, appena sento il suo calore attraversarmi le cosce, un brivido mi percorre su per la schiena. Dopo 15 minuti arriviamo a casa di Riccardo, scendiamo e entriamo tutti in casa. Appena entriamo Francesco corre subito in cucina, apre una mensola e prende fuori un barattolo di nutella, la apre prende un cucchiaio e se ne mangia un po. Poi arriva la mamma di Riccardo che gliela prende e la porta via << Prima si pranza poi te la poi prendere.>> Francesco esce dalla cucina e si va a sedere sul divano. Alessio e Lorenzo mi chiamano di sopra, salgo le scale e arrivo ad un corridoio lungo e stretto, loro continuano a chiamarmi ma non capisco da dove arrivino le voci. Dopo aver aperto un paio di stanze, li vedo, sono seduti su un letto. Lorenzo ha la chitarra in mano pronto a suonare e Alessio mi fa cenno di sedermi di fianco a loro. Mi siedo e Lorenzo inizia a suonare una melodia lenta. Solo quando Alessio inizia a cantare capisco che è una canzone dei "Coldplay" il titolo mi sfugge, così chiudo gli occhi e ascolto le parole.

"Lights will guide you home
and ignite your bones
And I will try to fix you"

Quando riapro gli occhi vedo Alessandro e Riccardo sono in piedi sulla soglia della porto << È pronto>> dice Riccardo mentre fa cenno di scendere. Quando ci mettiamo a sedere, c'è un odore buono, subito dopo la mamma di Riccardo serve un minestrone, così in silenzio c'è lo mangiamo tutto. Quando abbiamo finito aiutiamo sua mamma a sparecchiare, Francesco è andanto a prendere la nutella per mangarne un po. << Beatrice ti va di andare un po fuori a chiaccherare, così magari ti facciomo sentire la canzone??>> dice Riccardo mentre allunga l'ultimo piatto alla madre cosi annuisco e usciamo di casa con due chitarre e un basso. Ci mettiamo sotto ad un gazzebo con le tende che ci coprono. << Allora iniziamo a conoscerci meglio??>> dice Alessandro mentre posa il basso sul tavolo, << Dunque inizio io, mi chiama Francesco Pierozzi, sono nato a tarquinia in provincia di viterbo ho 18 anni e faccio il 4º anno di liceo, ho due sorelle di nome Sarah e Debora, e mia mamma è una tatuatrice.>> << Ok, ora tocca a me. Mi chiamo Alessandro presti, amo i gatti, e frequesto il 5º anno di liceo, suono il basso da quando ero piccolo e sono nato a viterbo.>> << Mi chiamo Alessio Bernabei, ho un fratello più grande di nome Giulio, sono nato a tarquinia in provincia di viterbo, sono il frontaman di una band, in passato avevo un altra band di nome Take off ma poi ci siamo scolti e abbiamo formato i Dear Jack e frequento il 4º anno di liceo.>> Lo fisso come se lui fosse una calamita, non riesco a smettere si guardare i suo occhi marroni e il suo sorriso mentre ride. << Mi chiamo Riccardo Ruiu, sono di pescara e mi sono trasferito qui due anni fa, sono stato bocciato perchè passavo troppo tempo davanti alla batteria, e ora sono in 5ª, amo i pinguini talmente tanto da tatuarmene uno sul braccio.>> ci mettiamo tutti a ridere mentre finisce la frase. << Sono Lorenzo Cantarini, sono i 5ª liceo, e sono nato a Orvieto, ma i miei si sono dovuti trasferire qui in una casa vicino ai boschi, ogni giorno scrivo melodie su un altalena, mi piaceva come immaginare di suonare davanti a tante persone. Adesso faccio parte dei Dear Jack perchè qualche mese fa ho ricevuto una chiamata da Alessio che diceva che cercava un chitarrista, io ho accettato subito e ora eccomi qui.>> Lorenzo è un ragazzo perfettino, a differenza degli altri non ha ne tatuaggi ne piercing. << Su Bea ora tocca a te>> mi stimola Lorenzo. << Ok, mi chiamo Beatrice Montanari, sono di Genova e mi sono trasferita qui per i miei genitori. Frequento il 4ª anno di liceo, amo fare musica. Ho un fratello che si chiama Antonio, attualmente vivo in una casa in campagna, e mi piace fantasticare con la testa.>> Alessio mi guarda con occhi sbalorditi quando ho pronunciato l'ultima frase << Oh anche ad Ale piace fantasticare, ha sempre la testa tra le nuvole>> dice Francesco mentre gli spunta un sorriso.

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