I can help you

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Bagnato dalla testa ai piedi, avanzai rapidamente verso la Sala Comune, pregando Salazar che fosse deserta come quasi tutti i corridoi del castello.

Nessuno doveva vedermi, nessuno.

Pronunciai a voce bassa la parola d'ordine (Purosangue) e subito fui catapultato dentro dal pannello di pietra girevole. Davanti a me trovai la solita scrivania con sopra una scacchiera e tazze da tè, il divanetto e le poltrone di pelle nera, tutto rigorosamente illuminato dal verde smeraldo proveniente dall'acqua salmastra del Lago Nero e dalle lampade; a est vi era la biblioteca, con manoscritti di Merlino e libri alchemici ad arricchire gli scaffali, e un lungo tavolo dove tutti noi ci recavamo per studiare. Dal lato opposto, i cinque camini in pietra decorati con serpenti e teschi intarsiati erano accesi e crepitanti. Non per niente era la terza sala più grande all'interno della scuola.

Fortunatamente era deserta, non c'era nessuno oltre a me, anche se il tempo a mia disposizione era piuttosto limitato: la maggior parte degli studenti di Hogwarts era uscita qualche ora prima per andare a Hogsmeade, ma era questione di minuti prima che tornassero di corsa e inzuppati dalla pioggia...

Sfilai la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni, faticando a controllare il tremore violento che si era impossessato delle mie mani.

È solo il freddo...

Avevo i capelli e la camicia grigia che indossavo letteralmente incollati al corpo, ed essere limitato di continuo nei movimenti più banali da quella specie di seconda pelle umida ed ingombrante mi irritava. Sul pavimento si stava già formando una grossa pozza d'acqua, intorno alle mie scarpe di pelle ormai rovinate, e da ogni centimetro d'abito grondavano gocce di pioggia ritardatarie, a un ritmo lento e metodico che alla lunga rischiava di farmi impazzire.

Plic.

Ero arrivato a un passo dal commettere un omicidio.

Peccato che stavo per uccidere la persona sbagliata.

Plic.

Che cazzo mi era saltato in mente ad espormi in quel modo? Affidare ad una qualsiasi studentessa ignara il compito di consegnare la collana era sicuro quanto lanciare un dado magico, avrei dovuto capirlo... E soprattutto avrei dovuto bere un po' di Felix Felicis, prima di tentare, anziché conservarla per qualcosa di più importante.

Non esisteva nulla di più importante! Se non portavo a termine quella missione, dopo il fallimento mi attendeva solo il vuoto, e non dovevo permettermi di sprecare l'unica occasione che avevo di fare qualcosa di grande...

Plic.

«Essicco.»

Puntando la bacchetta contro me stesso, aspirai l'acqua dai miei vestiti facendoli tornare come nuovi; nonostante fossero di nuovo caldi e asciutti, continuavo a tremare.

La fretta aveva giocato a mio sfavore, senza dubbio: avevo architettato quel piano in pochissimo tempo, e avevo impiegato ancora meno per metterlo in pratica, mi ero comportato da vero principiante.

Quale ero, in effetti.

Dal momento in cui ero uscito euforico dall'aula di Pozioni con una fiala colma di Fortuna Liquida avevo iniziato a progettare un modo per impossessarmi della collana maledetta senza però farla spedire direttamente nel castello. Se avessi semplicemente chiesto a Sinister di inviarla via gufo, sarebbe stata intercettata e io sospettato di aver cercato di introdurre Magia Nera a Hogwarts, quindi era un'ipotesi da escludere a priori.

Poi, c'era stata l'illuminazione, o almeno credevo lo fosse: la gita a Hogsmeade poteva diventare un prezioso asso nella manica, se riuscivo a trovare la maniera giusta per utilizzarlo... Per evitare di essere intercettato e quindi associato facilmente a quella collana, bastava consegnarla a qualcun altro, e la Maledizione Imperius faceva proprio al caso mio.

Help from the enemyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora