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People come and go,

that's life


Passi l'infanzia con una visione della vita fiabesca, tutto rosa e fiori.
Poi però cresci e ti rendi conto che tutto quel "per sempre felici e contenti" che ti hanno promesso in quei libri e cartoni, è un'enorme cazzata.
Lo capisci quando ti ritrovi a crescere i tuoi fratelli con tua madre.
Lo capisci quando devi fare da figura genitoriale ai tuoi fratelli più piccoli, cercando di non far sentire loro la mancanza di un padre o di una madre, come invece l'hai sentita te.
Quando trovi tua mamma a contare i soldi che vi restano e inizi a risparmiare per lei, mettendole poi i soldi nel portafoglio quando non ti vede.
Quando vedi l'unica figura che ti rimane, piangere perché pensa di non farcela, di non essere abbastanza per voi.
E infine, lo capisci quando tuo padre esce da quella porta senza guardarsi più indietro, perché a quanto pare, quella volta siete voi a non essere abbastanza.

<<Non me ne frega un cazzo mamma, non ho nessuna intenzione di stare in questa topaia se lui resta qua.>> ringhiò Louis, rivolto alla madre.
Non aveva nessuna intenzione di mettersi ad urlare, sia perché quella davanti a lui era sua mamma e sia perché erano nella hall della locanda e non voleva dare spettacolo. Sua mamma però stava tentando alla sua pazienza.

<<Louis, non puoi fare sempre così. Ormai è qua, puoi anche dargli una possibilità. Per favore, le ragazze vorrebbero conoscerlo.>>

<<Forse potremmo->> disse l'uomo appoggiato al bancone della reception, venendo però completamente ignorato dal liscio che gli parlò sopra.

<<Dargli una possibilità? Sei fottutamente seria? Non esiste. Se lui resta qua, io me ne vado.>> sbottò, dando le spalle alla situazione ed andandosene per non dire cose di cui si sarebbe pentito in seguito.

Camminò per i corridoi della locanda con ancora i nervi a fior di pelle, cercando di calmarsi prima di tornare in quella dannata hall da sua madre.
Louis era cresciuto con l'affetto di sua madre e non erano solito litigare. Avevano quel tipo di rapporto che assomigliava molto di più ad un legame di amicizia.
Sua mamma l'aveva avuto molto presto, motivo per cui erano praticamente cresciuti insieme, crescendo a loro volta altri piccoli "mostriciattoli" -come li chiama Louis- della famiglia.

Camminava a testa bassa, cercando di concentrarsi su qualcosa che potesse rilassarlo mentre mentalmente continuava a ripetersi la discussione avuta con sua madre, facendolo solo innervosire.

Perso nei suoi pensieri, non si accorse della porta che si aprì a pochi centimetri da lui e del ragazzo che ne uscì, scontrandosi contro di lui.
E Louis purtroppo per il ragazzo riccio davanti a lui, non era una persona che sapeva controllare il nervosismo per troppo tempo. Tendeva a sbottare, sfogando tutta la sua rabbia contro la prima persona che aveva davanti.

<<Ma è possibile che in questo fottuto posto non ci sia una persona decente? Non puoi guardare dove cazzo vai?>> disse a denti stretti, tendendo lo sguardo fisso su quegli occhi verdi imbarazzati.

Perse qualche secondo a guardare il ragazzo davanti a lui: era molto più alto di lui, almeno quindici centimetri pensò. Aveva i capelli ricci e abbastanza lunghi da toccargli le spalle, arricciandosi sul fondo.

<<Non ti avevo visto, tu sei qua davanti fermo. Sono solo uscito dalla mia camera, mi dispiace.>> ripose dopo qualche secondo, cercando anche lui di mantenere la calma, scusandosi.

<<Stai più attento la prossima volta. Fottuto idiota.>> bisbigliò Louis, superandolo con una spallata, scomparendo completamente dal suo campo visivo.

My kiss can mend your broken heart | L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora