14.

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I broke my rules for you


Siamo una generazione alla continua ricerca della solitudine.
Che poi neanche ci piace così tanto, ma ormai siamo abituati a viverci.

Siamo quella generazione che piuttosto prende il posto sull'autobus singolo, pur di non sedersi vicino ad altre persone.
Quei tipi di ragazzi che hanno sempre le cuffiette nelle orecchie per allontanare il rumore del mondo esterno, le loro voci, risate e commenti.
Quelle persone che si lamentano per gli schiamazzi fuori dalla finestra: "che cazzo c'hanno questi da ridere? Non possono starsene a casa?".
Quella generazione che si tiene buoni quei due o tre amici e difficilmente conoscerà altre persone.

"No, oggi non esco, ho da fare mi dispiace." E poi puntualmente ci limitiamo a guardare un semplice film in solitudine.

Che poi è così bizzarra la solitudine.
Talmente tanto che è difficile da spiegare, come se fosse una realtà estranea anche a coloro che ne fanno parte.
L'unica cosa certa è che quando ti circondi della tua solitudine, ti colpiscono anche le piccole cose, i piccoli gesti esterni che non sei più abituato a ricevere.

"Grazie per esserti preoccupato per me".
"Ti va se ci sediamo vicini?"
"Senti non mi va di uscire, che ne dici se stiamo a casa insieme a non fare niente?"

Per Harry la solitudine era diventata un po' la sua costanza nella vita.
Aveva indubbiamente Zayn che fin da piccolo era rimasto al suo fianco, pronto a sostenerlo in qualsiasi scelta o cazzata.

Da quando aveva messo piede a Doncaaster qualcosa era cambiato. Quel suo cerchio ristretto di conoscenza si era allargato, ed ora davanti alla sua nuova casa c'erano Niall, Zayn e Louis ad aspettarlo.

Niall, Louis e Liam avevano accolto come meglio potevano il riccio e il moro, cercando di includerli nel loro gruppo. Soprattutto il primo si era legato al più piccolo in modo particolare, come se fosse legato a lui da un filo e fin dal primo momento l'aveva trattato come se si conoscessero da una vita intera.

<<Eccolo il signorino.>> sbuffò divertito il suo migliore amico al suo ritardo

<<Con calma principessa, nessuno ha fretta.>> lo sostenne Louis, alzando gli occhi al cielo accennando un dolce sorriso

<<Signori, davanti a noi abbiamo una persona importante, chiedo gentilmente di mostrare un po' di rispetto.>> intervenne a quel punto Niall, continuando a prenderlo in giro.

Qualche giorno prima Harry si era ripreso dall'influenza ed era subito corso a vedere la casa e, senza esitare, aveva firmato il contratto con il proprietario. Aveva subito contattato Zayn, che di conseguenza aveva contattato gli altri ragazzi, facendo i salti di gioia dalla felicità mentre sventolava avanti e indietro le chiavi della casa.
Tutti quanti si erano proposti di dargli una mano a sistemare ciò che possedeva, rimasto in degli scatoloni e delle valigie dal suo arrivo a Doncaster.
Harry si era ripreso dalla febbre da soli due giorni e, a detta di Louis, era inammissibile che facesse tutto da solo.

<<Finitela, dovevo portare Cloe all'asilo e l'insegnante mi ha trattenuto, scusatemi.>> disse inserendo le chiavi nella toppa della porta, mostrando finalmente la sua piccola casa.

L'entrata dava subito sul soggiorno che, grazie all'open space, permetteva di entrare in cucina. Sempre grazie al soggiorno era possibile salire al piano superiore dove si trovava una camera degli ospiti, il bagno, la stanzetta di Cloe e la camera patronale.
Tutta la casa era illuminata dalla luce esterna che entrava nel soggiorno e nella cucina grazie alle porte finestre, che permettevano l'accesso ad un piccolo giardino.
Era tutto spoglio, i mobili erano maggiormente assenti se non per quelli necessari per vivere, ma la casa riusciva comunque a mostra tutta la sua bellezza.

My kiss can mend your broken heart | L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora