4.

502 22 12
                                    







so there's this boy...





<< È possibile che trovare un lavoro sia così tanto difficile?>> disse sconsolato, scartando l'ennesimo annuncio della mattinata.

Erano ormai le undici passate di mattina ed era seduto nella hall della locanda con il computer sulle gambe da almeno due orette. Cloe, seduta ai suoi piedi, iniziava a spazientirsi dopo aver finito di colorare l'ennesimo disegno.
Appena svegli si era messo subito all'opera, chiedendo a Jay - la proprietaria della locanda che in quel momento era di turno - se potesse usufruire della loro connessione internet per un po'.

<<Ancora nulla tesoro?>> lo risvegliò dai suoi pensieri proprio lei, prendendo posto accanto a lui.
<<Non riesco a trovare nulla che possa coincidere con gli orari degli asili e non avrei abbastanza soldi per pagare una babysitter.>>

Si sentiva uno sprovveduto e, anche se non l'avrebbe mai detto ad alta voce, era fottutamente spaventato di non trovare niente e dover tornare in quella città troppo grande, di nuovo.
Jay, che invece capiva benissimo la sua paura, si era seduta più volte accanto a lui valutando le offerte o semplicemente facendo qualche piccolo gioco per distrarre Cloe. "Sono mamma di sette figli, purtroppo so come ti senti." Gli aveva detto amorevolmente poco tempo prima.

<<Senti, lo so che sicuramente non è il massimo del lavoro, ma da poco si è licenziato un dipendente e ho bisogno di qualcuno che copra i suoi turni. Ho aspettato a dirtelo perché ho visto che stavi cercando altri tipi di lavori e volevo vedere se prima ci riuscissi con quelli. Non voglio sicuramente insinuare che non ci riusciresti da solo, ma forse posso darti una mano. Io ho bisogno di un dipendente e tu di un lavoretto.>> gli disse dolcemente, poggiando una mano sul suo braccio quando vide finalmente tornare un sorriso smagliante sul suo volto.

<<Jay sei sicura? I primi giorni Cloe dovrebbe rimanere qua fin quando non la prendono all'asilo, ma per il resto posso fare di tutto: cucina, pulire e stare->>
Non riuscì comunque a finire il discorso, perché Jay lo avvolse in un caloroso abbraccio, dicendogli di calmarsi e che poteva iniziare da quel momento se voleva.

E Harry, senza farselo ripetere due volte, si posizionò dietro alla reception annotandosi mentalmente tutto quello che Jay gli diceva.










≻≺








Harry era sempre stato bravo con le persone, più di quanto volesse ammettere. Zayn lo prendeva sempre in giro, dicendo che la sua era tutta una facciata finta per colpa dei ricci, la timidezza e delle fossette, anche se era il primo a riconoscere che il suo migliore amico avesse una dote naturale.

Era quel tipo di persona che cattura a se gli altri.
Senza volerlo.
Senza chiederlo.

Semplicemente si trovava accerchiato da altre persone che avevano bisogno di lui e lui, era sempre la.
"Dovresti fare una scuola che ti permetta di lavorare con le persone in futuro, non avresti problemi a passare gli esami" gli diceva Gemma per prenderlo in giro.

Ora, in quella stanza accogliente del Sunshine, tutta quella timidezza che lo caratterizzava all'inizio era completamente scomparsa. Aveva passato la mattina ad accogliere clienti, ad aiutarne altri o semplicemente a rispondere al telefono e, nonostante la semplicità di tutto questo, Harry si sentiva bene.

<<Salve, come posso aiutarla?>> disse istintivamente quando il campanello che segnava l'entrata di un cliente risuonò.

<<'UU>> alzò la testa sentendo il leggero urletto di sua figlia, vedendola sgambettare verso il ragazzo accovacciato all'entrata.
Era impossibile non riconoscerlo: capelli lisci a coprirgli la fronte, un jeans e una felpa fin troppo grande per lui. Aveva davanti a se, che stringeva sua figlia tra le braccia, Louis il ragazzo fin troppo stronzo della sera precedente.

My kiss can mend your broken heart | L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora