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Some hearts understand each other even in silence

Se qualcuno, una settimana fa, avesse avuto il coraggio di dire a Louis che allestire la festa con Harry sarebbe stato divertente, il liscio gli avrebbe riso in faccia.

Eppure ora in mezzo al cortile non riusciva a smettere di ridere alla visione del ragazzo attorcigliato tra le luci.

<<Potresti darmi una mano invece che ridere?>> lo riprese il più piccolo

<<No, te la stai cavando benissimo anche da solo.>> ghignò leggermente a sentire il suono indispettito che proveniva dal più piccolo, avvicinandosi poi per aiutarlo. <<Mi spieghi cosa stavi cercando di fare?>>

<<Erano tutte annodate. Tu non mi stavi dando una mano e cercavo di separare le estremità annodate dalle altre... poi non so esattamente come io sia finito così.>> rispose leggermente confuso, mentre il grande gli toglieva definitivamente le luci di dosso.

Quella mattina si erano svegliati molto presto per riuscire ad organizzare tutto senza intoppi e, in qual caso, riuscire a rimediare. Erano riusciti a montare un piccolo tendone per prevenire ad una possibile pioggia e avevano iniziato a portare nel giardino i vari tavolini, cercando di trovare una sistemazione efficace.

La goffaggine di Harry e la poca voglia di lavorare di Louis, aveva reso il tutto ancora più difficile - e divertente -. Se riuscivano a portare un tavolo fuori senza sbattere da nessuna parte, finiva con un Louis troppo stanco per riuscire a portare gli altri e di conseguenza Harry cercava di portarli da solo, finendo o per terra o a sbattere contro metà del mobili della locanda, facendo ridere Louis. "Mia nonna avrebbe sicuramente detto che sei come un elefante in una cristalleria" continuava a ripetergli Louis, ogni volta che rischiava di cadere o sbatteva.
E Harry avrebbe risposto molto volentieri al più grande, ma era fin troppo consapevole che aveva ragione e, proprio per questo, non riusciva a non farsi coinvolgere dalla risata cristallina dell'altro.

<<Senti Harry, ora ci sediamo la - disse indicando le sedie che aveva appena finito di portar fuori - e insieme cerchiamo di sciogliere questi nodi. Da solo abbiamo visto che fai solo più disastri e abbiamo ancora 3 scatoline di luci da sistemare.>> Il suo tono di voce era sicuro e derisorio allo stesso tempo, mentre sentiva il più piccolo emettere dei versi contrariati all'idea di non esserci riuscito da solo, prima di rispondere un piccolo "va bene capo", dirigendosi verso le sedie.

Ed è proprio così che i due passarono il resto della mattinata. Condivisero del normale tempo insieme finendo di allestire il giardino, litigando per gli abbinamenti delle tovaglie e per chi dovesse salire sulla scala per sistemare le luci.

(<<Questa ci serve per salire vicino agli alberi>> tornò all'improvviso Louis, dopo essere andato via per una ventina di minuiti. <<Ora, tu devi solo tenerla ferma mentre io salgo.>>

Posizionò la scala vicino alla base dell'albero, aspettando poi che Harry gli dicesse qualcosa.

<<Non esiste.>> disse semplicemente guardando Louis in faccia.

<<Eddai è una normale scala, non devi neanche tenerla in piedi tu. Devi solo accertarti che non traballi.>>

<<Ci salgo io. Tu sei più basso e non ci arriveresti.>> disse ovvio, spostando lo sguardo verso la chioma dell'albero.

<<Partiamo dal presupposto che la scala mi serve proprio per arrivarci. E poi vorresti davvero salirci tu? Hai degli istinti suicidi?>> lo prese in giro a quel punto, alzando le sopracciglia con fare divertito, mentre pensava alle numerose cadute del riccio nel corso della giornata. <<Ora tieni questa scala e stai attento a non farmi cadere.>> continuò quando il più piccolo non disse più niente, salendo definitivamente sulla scala.
E Harry che odiava l'idea che potesse davvero cadere, portò la sua mano a circondargli la caviglia, stringendo leggermente ogni volta che lo vedeva sporgersi un po' di più per sistemare le luci. Rilasciando, poi, un sospiro di sollievo quando lo vide tornare con entrambi i piedi per terra.

My kiss can mend your broken heart | L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora