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A Roma l'estate è molto afosa, forse troppo, e Manuel tenta di trovare ristoro sventolandosi il quaderno degli appunti contro il volto, ma serve solo a fargli venire più caldo.
Osserva la scrivania ricoperta quasi interamente da libri, taccuini, fogli volanti, evidenziatori e penne, e per un attimo l'idea di abbandonare tutto e darsi ai lavori forzati non gli sembra così improponibile.

Scrivere quella maledetta tesi di filosofia si è rivelata un'impresa più ardua del previsto.
Manuel si toglie gli occhiali squadrati appoggiandoli sulla superficie, e con due dita preme il setto nasale e stringe gli occhi per attutire la pressione del sangue.
Si stiracchia dondolando indietro con la sedia rischiando quasi di precipitare, ma viene prontamente afferrato, evitando una rovinosa caduta.

«Stavi per romperti la schiena, ti rendi conto?» gli soffia in un orecchio il ragazzo che adesso mantiene saldamente la sedia appoggiata a terra, prima di lasciargli un bacio sulla gota accaldata.

«Quest'Università m'ammazzerà prima o poi»
«Manuel si tratta solo di pochi mesi e avrai terminato la triennale. Vuoi davvero arrenderti adesso?»
Il giovane si volta sbuffando verso il compagno, e gli stampa un bacio fugace sulle labbra prima di alzarsi dal suo posto.

«Tu la fai facile. Ma lavorare non è come studiare»
«No, perché invece avere a che fare con i macchinari per otto ore al giorno è una passeggiata» lo sbeffeggia lui, un tantino offeso dalla sua insinuazione.
Manuel gli si avvicina prendendogli il viso tra le mani.
«Scusa. Non era quello che intendevo»
«So che sei stressato, ma devi staccare la spina ogni tanto o rischierai di impazzire»

Manuel non può che concordare con lui, ma la paura di non farcela, di fallire, è più grande di tutto. Ha impiegato il suo tempo e le sue energie per arrivare dove è ora e non vuole rischiare di retrocedere. E per un tipo come lui, che lo studio lo ha sempre affrontato con riluttanza, è stato davvero faticoso.
Specialmente dopo la rottura con Simone. Non è stato facile continuare a concentrarsi sugli studi, si crogiolava continuamente nel dolore attendendo che questo passasse da solo. Eppure, più i giorni trascorrevano, più il vuoto nel suo petto si dilaniava.

Era stato grazie a Daniele, il suo compagno, che aveva potuto ricucire lo squarcio, non senza versare gocce di sangue. Lui è stato comprensivo, amorevole e gli ha riservato l'accortezza che il suo cuore necessitava.
Lo ha conosciuto circa un anno dopo aver rotto con Simone, durante una serata con gli amici. Daniele era lì, seduto sullo sgabello del bancone mentre beveva una birra. Manuel, inizialmente non ci aveva nemmeno fatto caso, preso a sbronzarsi per rimuovere il ragazzo che amava dalla sua testa.
È stato lui ad avvicinarsi a Manuel e, chiacchiera dopo chiacchiera, si sono resi conto di essere molto simili e di avere parecchie cose in comune come i gusti musicali ad esempio, al di là del fatto che si portano sei anni di differenza.

Ma forse, più di tutto, ciò che ha colpito positivamente Manuel è che quel ragazzo avesse una visione della vita affine alla sua, voleva qualcuno da amare, qualcuno con cui costruire una famiglia.
Mai avrebbe creduto di potersi affezionare a qualcun altro che non fosse Simone. Eppure era successo.

Dopo un anno sono ancora insieme, e vivono nella casa che Manuel ha affittato per sé.
Allora avrebbe voluto viverci con Simone, ma più passava il tempo e più lui si ambientava perfettamente al clima torinese. Ogni volta che parlavano al telefono o quelle poche volte che si erano visti, Manuel sentiva la sua voce euforica, emozionata, scorgeva nei suoi occhi l'ardore e la passione, e questo da una parte era fonte di gioia per lui.
Sapere che il suo fidanzato si stava realizzando nella vita, che aveva trovato la sua strada e seguiva appassionatamente il suo sogno.

Ma, dall'altra parte era terrorizzato, sconfortato, perché avvertiva che Simone si stava allontanando lentamente e inesorabilmente da lui e dalla loro città natale, e prima o dopo si sarebbe reso conto che tra i piani della sua vita Manuel non sarebbe più stato contemplato.
Non sarebbe mai voluto arrivare a frenare i suoi progetti, a costringere Simone a trascorrere una vita triste e insoddisfacente al suo fianco. Non se lo sarebbe mai perdonato.

D(')ISTANTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora