D(')ISTANTI

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L'impeto di rimanere uno tra le braccia dell'altro non si affievolisce nemmeno per un attimo, mentre sono impegnati a scambiarsi l'ennesimo bacio appassionato, ad accarezzarsi il volto a vicenda, a tirarsi leggermente la chioma per la troppa tensione fisica che trasmettono i loro corpi a contatto.

Nemmeno la mancanza di ossigeno fa in modo che si allontanino l'uno dall'altro, come piovre legate e intrecciate senza alcuna intenzione di slacciarsi.
Ma forse è solo il terrore che si appropria delle loro anime a farli restare così uniti, la paura che uno dei due possa pentirsi di ciò che sta facendo, il timore di pronunciare una parola fuori posto che possa scombinare un attimo così intenso, unicamente loro.

Simone si tira Manuel ancora più vicino a sé, premendoselo addosso, avvertendo il petto asciutto del ragazzo aderire perfettamente al suo. Non vuole separarsene, non vuole che lui decida di tornare sui suoi passi e interrompa l'idillio che stanno vivendo.
Eppure non può impedirgli di parlare, anche quando Manuel cerca di farlo ma Simone glielo proibisce continuando a baciarlo con trasporto. Il ragazzo sorride sulle sue labbra prima di staccarsi leggermente da lui, poggiando le mani aperte sul suo petto per esercitarci una leggera pressione contro.

«Simò, aspetta...»

"Ci siamo" pensa Simone, "di sicuro adesso si sarà pentito e vorrà riprendere le distanze", intanto che decide di lasciargli lo spazio richiesto e si stacca controvoglia dalla sua bocca dal sapore talmente buono che rimarrebbe ad assaporarla per sempre.

Lo sguardo che dedica a Manuel non lascia scampo. È confuso, frastornato ma allo stesso tempo speranzoso che non abbia cambiato improvvisamente idea.
Dopotutto ha un fidanzato a casa, e sarebbe più che lecito se lui scegliesse di fermarsi.
Tuttavia Simone non riesce a scorgere alcun segnale di pentimento negli occhi di quel ragazzo che continua a fissarlo con desiderio, ma senza dire nulla.

Lo osserva mentre con le mani afferra i lembi della canottiera e se la sfila dalla testa, scompigliando la sua chioma di ricci castani ancor più di quanto non lo fosse già.
«Ma che stai facendo?» domanda perplesso Simone, sbarrando gli occhi dallo stupore.
Un'idea maliziosa si fa spazio nella sua mente ma cerca di rimuoverla immediatamente.

«Ho voglia di un bagno. Vieni con me?»
Senza attendere risposta, Manuel conclude di svestirsi completamente esibendo la sua nudità, privo di imbarazzo, e correndo verso il mare aperto.
Simone rimane imbambolato a seguire il movimento affrettato della sua figura inoltrarsi in acqua, circondata dal buio rischiarato solo dalla luna che si riflette come di fronte a uno specchio.

Contempla per qualche attimo le sue spalle minute ma larghe il giusto per accoglierlo in un abbraccio, la schiena da cui spunta un nuovo tatuaggio del quale non era a conoscenza e il suo sedere dai glutei perfettamente tondeggianti e sodi.
Quest'ultimo pensiero poco casto ne richiama altri decisamente compromettenti, e deve torturarsi le labbra per evitare di rifletterci più del dovuto.

Scuote la testa dalle sue fantasie erotiche e imita Manuel spogliandosi dei suoi indumenti per seguirlo in mare.
L'acqua salmastra è piacevolmente calda, e il fondo impossibile da focalizzare tanto è scuro, quasi spaventoso.

Manuel lo attende poco più distante, con il busto interamente immerso e le spalle ancora fuori dall'acqua.
I loro occhi si attraggono come calamite, continuando a guardarsi come se oltre a loro due nient'altro conti, come se il mare, il cielo, le stelle e la luna non siano abbastanza a confronto.

È Simone ad avvicinarsi con estrema lentezza, mentre il livello dell'acqua si alza fino a raggiungere anche per lui il centro dell'addome.
Manuel solleva un braccio bagnato per raggiungere quello del ragazzo e tirarlo verso di sé, al punto da portare Simone a pochi centimetri dal suo volto.
Si sorridono con complicità, prima che le labbra si uniscano nuovamente in un bacio più consapevole, più voluto, più salato.